Lo sappiamo, qualcuno di voi sta già storcendo il naso. Il tennis è lo sport dei gesti bianchi, della tradizione, dell’eleganza e dell’abbraccio fraterno a fine partita. Però la realtà si modifica e anche il tennis deve prenderne atto. La partita di tennis può essere guardata anche attraverso altri occhi, più… tecnici. Se nel baseball e nel basket si vince già grazie all’utilizzo dei numeri, e nel calcio si sta imparando a farlo, perché non dovrebbe essere così anche nel tennis?
Ne parliamo nel nostro appuntamento settimanale di Ubi Radio con Alessandro Stella – che sostituisce per l’occasione Vanni Gibertini – e Federico Bertelli, collaboratore di Ubitennis ed esperto della materia. Quale materia? La data science, che ha prodotto il mestiere del ‘data scientist‘ che nel 2012 è stato definito dall’Harvard Business Review come il più sexy del ventunesimo secolo.
Nel corso della chiacchierata, che tra sette giorni avrà un seguito, vi spieghiamo prima chi è un data scientist e perché sta diventando una figura così preziosa in diversi settori, tra cui appunto lo sport. Più lentamente nel tennis, come di consueto un po’ refrattario al cambiamento.
Gli ostacoli: nel mondo della racchetta non c’è una policy ben definita sulla proprietà dei dati, e chi ce li ha se li tieni stretti o li vende solo a caro prezzo. I vantaggi: una volta capito cosa si può fare con i dati, si apre un intero universo di opportunità. Lo sa bene Daniil Medvedev, che anche grazie all’aiuto di un esperto venuto fuori dal nulla è stato capace di firmare la sua estate leggendaria.
Buon ascolto!
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