Il nostro pranzo con Federer (Piccardi). Errani: "Non sono al top ma io lotto sempre" (Vannini). La "cura" Barazzutti. "Fabio ti spremo e tornerai al top" (Cocchi)

Rassegna stampa

Il nostro pranzo con Federer (Piccardi). Errani: “Non sono al top ma io lotto sempre” (Vannini). La “cura” Barazzutti. “Fabio ti spremo e tornerai al top” (Cocchi)

La rassegna stampa di lunedì 3 agosto 2020

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Il nostro pranzo con Federer (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)

“Roger, do you “know tiramisù?». Messo alle strette dalla spontaneità di Vittoria, 13 anni, e Carola, n, le mini tenniste che in piena pandemia avevano fatto il giro del mondo grazie al video del palleggio sui tetti di Finale Ligure (oltre 9 milioni di visualizzazioni sui social), pare che il divino Federer abbia dovuto improvvisare una risposta, questa volta né di dritto né di rovescio.

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Gnocchi, bruschetta, ciao, buongiorno, buonasera e, appunto, tiramisù. Ha ammesso che a lui, da bambino, non piaceva. Da grande, invece, si è appassionato al nostro dolce preferito: siccome girando per tornei Roger viaggia molto, ci ha detto di averlo assaggiato in ogni ristorante in cui è stato».

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Il video fenomeno del lockdown, con felice intuizione di Barilla di cui Federer è ambassador, è diventato uno spot da record. E così il 10 luglio Vittoria e Carola — che sono amiche e compagne di allenamenti al Tc Finale Ligure e vivono in due palazzi dirimpetto, affacciati sul mare — sono state attirate sull’ormai celebre terrazza con la scusa dell’ennesima intervista. «Non sospettavamo nulla…» ridacchia la piccolina, fresca di quinta elementare e super tifosa, anche lei, del campione svizzero dei 20 titoli Slam. La sorpresa di ritrovarsi di fronte Roger Federer, appena atterrato con un jet privato al Riviera Airport di Albenga, è stata impagabile. «Più che di un sosia ero convinta si trattasse di un manichino — confessa Vittoria —, perché non mi sembrava possibile che fosse lui in carne ed ossa». Tutto vero, invece. Incluso lo scambio improvvisato lì per lì: Roger su un tetto e le due impunite sull’altro, impegnatissime a non sparacchiare palline sulle auto posteggiate, mentre un drone riprende la scena. «Nonna, c’è Federer sul nostro tetto!». «Federer, quello vero!». Carola e Vittoria con la loro simpatia hanno conquistato il fuoriclasse del tennis, che le ha invitate a pranzo (pasta cucinata dallo chef di Academia Barilla Marcello Zaccaria), ha condiviso con loro ricordi dell’infanzia («Ci ha mostrato un video sul telefonino in cui palleggia con la sorella: avrà avuto 4-5 anni»), è stato prodigo di consigli («Si è raccomandato che alla nostra età affrontassimo il tennis con gioia e divertimento, senza stress») e regali: la racchetta con cui ha sfidato il n.1 del mondo Novak Djokovic nella semifinale dell’Australian Open dello scorso gennaio, la T-shirt autografata, polsini, fascette tergisudore, palline. Più, sorpresa nella sorpresa, l’invito ad andare ad allenarsi sull’isola di Maiorca, alla scuola di Rafael Nadal, l’arcirivale che di Federer è anche buon amico. Tempi e modi, compatibilmente con gli impegni della scuola, da definire. «Ce le manderemo, certo: è un’esperienza che le ragazze meritano di vivere anche se da grandi non dovessero mai fare le tenniste» confermano Massimiliano Pessina e Lorenza Oliveri, papà di Carola e mamma di Vittoria, i genitori travolti dagli eventi che oggi smistano con agilità le richieste di intervista che piovono da tutta Europa. In questa bizzarra estate divisa tra compiti, tennis, spiaggia e mare, Vittoria e Carola ormai vengono riconosciute per strada da tutti.

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Potenza dei social, della pasta italiana più diffusa nel mondo e del tennista più amato, che a 39 anni suonati (compleanno sabato, auguri di cuore) per una giornata si è divertito come un bambino con due bambine. Il segreto, in fondo, della sua longevità.

Intervista a Sara Errani: “Non sono al top ma io lotto sempre” (Paola Vannini, Corriere dello Sport)

È l’ultima moschettiera di un periodo epico del nostro tennis rosa. Il quartetto che comprendeva lei, Flavia Pennetta, Francesca Schiavone e Roberta Vinci (tutte almeno finaliste di Slam oltre che campionesse del Mondo in Fed Cup) ha regalato all’Italia emozioni indimenticabili, rese oggi forse più nostalgiche dall’inevitabile flessione del settore. Sara non ha ancora mollato, nonostante l’incredibile serie di intoppi che le sono capitati negli ultimi anni. Ed oggi rieccola in un tabellone principale Wta: giocherà il primo turno nel pomeriggio contro la romena Cirstea, in quel torneo di Palermo che per lei è stato spesso magico e che, anche in virtù degli antichi splendori, le ha offerto una wild card. In questo strano e inusuale primo appuntamento del tennis che riparte, la Errani torna a parlare, o meglio, viene intervistata attraverso la piattaforma virtuale che per adesso deve obbligatoriamente fare da filtro a qualsiasi contatto. II tono è sereno, lo sguardo dolce. Ma anche a distanza, dalle parole traspare qualcosa di diverso: la consapevolezza che la corsa agonistica volge al termine e che potrebbe non bastare la straordinaria forza di volontà che l’ha sempre portata oltre i propri limiti per insistere alla ricerca di nuovi successi.

Errani la sua corsa riprende da Palermo, dove ha vinto due volte (2008 e 2012) e disputato altrettante finali. Che sensazioni prova? «Devo ringraziare Oliviero Palma, il direttore del torneo, che in questi anni mi ha sempre trattato benissimo fino a farmi addirittura socia onoraria del circolo. Sono onorata di aver ricevuto la wild card (da n. 169 del ranking avrebbe dovuto giocare le qualificazioni, ndc) e spero di far bene». Ricorda le sue lacrime dell’anno scorso dopo la sconfitta con la Stollar? «Sì, e spero ovviamente di fare qualcosa di meglio. Ma dopo essere stata ferma per tanti mesi non è facile per nessuna riprendere. D’altra parte Palermo per me è una seconda casa dove ho spesso giocato bene. Il pubblico, quello che ci sarà, spero possa darmi una mano».

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33 anni compiuti ad aprile, ma l’età per competere ad alti livelli si è spostata di parecchio nell’ultimono periodo. Ha ancora voglia dl lottare? E come si immagina il suo futuro? «Gli anni passano per tutti, devo riconoscere che non sono più quella di tanti anni fa. Però ho ancora voglia di fare qualcosa di buono, di dare le ultime tirate. Continuo ad allenarmi al massimo per ottenere il meglio possibile. So che il mio livello non è quello degli ultimi anni, ma sto cercando di fare tutto il possibile per ottenere altri risultati».

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E con la Cirstea che affronta oggi sul campo centrale? I precedenti sono in suo favore (5-2 su 7 incontri) ma l’ultimo risale al 2014. «Ci ho giocato spesso, lei è una che spinge molto e ha tanta esperienza. Ti toglie il tempo, dovrò cercare di essere più solida possibile. Ce la metterò tutta, mi auguro davvero che Palermo torni a regalarmi un sorriso”.

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La “cura” Barazzutti. “Fabio, ti spremo e tornerai al top” (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Neanche il caldo torrido della Puglia può fermare il suo desiderio di tornare in forma. Fabio Fognini, reduce da una doppia operazione alle caviglie il 30 maggio, ha già ripreso a pieno ritmo gli allenamenti insieme al tecnico e capitano di Davis Corrado Barazzutti. L’obiettivo è tornare in campo a inizio settembre, saltando ovviamente Cincinnati e Us Open, e dedicarsi alla terra rossa: «Se tutto va bene Fabio potrebbe giocare già a Kitzbuehel, in Austria, a partire dall’8 settembre. Siamo abbastanza fiduciosi perché tutto procede secondo i programmi, senza intoppi», racconta Barazzutti.

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Appena 28 giorni dopo l’operazione, Fognini si mostrava felice sui social in campo ad Arma di Taggia con la moglie Flavia Pennetta, per l’occasione sparring partner. Primi approcci con la racchetta prima del lavoro duro, in Salento, con coach Barazza, uno che non fa sconti. I due hanno eletto a sede degli allenamenti il Circolo Tennis Maglie, che ha messo loro a disposizione strutture e professionalità, compresi preparatore atletico e fisioterapista.

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Allenamenti duri, anche sotto i 40 gradi del sole salentino: «Fabio sa quel che deve fare se vuole recuperare al meglio, e si sta impegnando tantissimo. Ci alleniamo dalle 10 alle 14.30, tutti i giorni. Il percorso di miglioramento sta andando benissimo e sono molto soddisfatto sia del suo impegno che dei risultati». Tra famiglia e campo, Fognini ha ritrovato forma e serenità: «Credo che avere vicino Flavia e i bambini, poter stare con loro durante il giorno gli faccia molto bene e gli stia dando la forza necessaria a superare la fatica. E poi, il fatto di aver risolto il problema alle caviglie, gli ha tolto un peso. Per un atleta dover convivere con gli infortuni è all’ordine del giorno, ma non certo piacevole. Ora è soddisfatto e tranquillo». Flavia spesso è in campo con lui, il tormentone di un suo ritorno al tennis è sempre vivo, e alimentato anche da Fabio che si diverte a stuzzicarla anche lanciando sondaggi su Instagram ai fan: «Un ritorno di Flavia? Mah, non lo vedo molto probabile, però io sono qui. A disposizione…», assicura Barazzutti. Progressi I miglioramenti, dunque, ci sono, e il tecnico prevede che Fabio possa entrare in forma al cento per cento in tempi rapidi: «Credo che tra un paio di settimane Fognini sarà pronto. Poi ne avremo altre quattro di lavoro che svolgeremo a Roma prima di tornare ai tornei, la seconda settimana di settembre sulla terra rossa di Kitzbuehel». Per poi continuare con Madrid, Internazionali d’Italia e Roland Garros: «C’è da augurarsi che tutto vada per il meglio — commenta Corrado Barazzutti.

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