[6] M. Berrettini b. [Q] E. Ruusuvuori 6-4 6-7(3) 7-5
AUDIO ESCLUSIVO con Matteo Berrettini
AUDIO ESCLUSIVO con il coach Vincenzo Santopadre
Duecentoquindici giorni dopo l’ultima partita ufficiale giocata al secondo turno dell’Australian Open contro Tennys Sandgren, il n.1 d’Italia Matteo Berrettini ha fatto il suo ritorno sul circuito professionistico con un match maratona che ha messo in mostra tutte le sue doti positive e negative.
Contro Emil Ruusuvuori, finlandese di 21 anni appena entrato per la prima volta nella Top 100 con la vittoria al primo turno su Sebastian Korda, Berrettini ha trovato un tennista dalle caratteristiche non troppo dissimili dalle sue, con buon servizio e solidi colpi da fondocampo, tuttavia con più mobilità, maggiore equilibrio tra i due fondamentali di palleggio ma senza le “castagne” che possono consentire all’italiano di ottenere parecchi punti gratuiti.
“Non l’avevo nemmeno sentito il let [sull’ace servito sul match point] , pensavo di aver finito la partita”
Matteo Berrettini
Per la prima ora e mezzo del match la trama era sembrata quella prevista dal canovaccio: Berrettini aveva concesso solamente due palle break, nel suo primo turno di battuta, e poi aveva controllato con ottima disinvoltura i suoi turni di battuta portandosi in vantaggio per 6-4, 5-3 ed andando a servire per il match un game più tardi. Sul 40-30, con il match point sulla racchetta di Berrettini, un ace vanificato da un nastro (“Non l’avevo nemmeno sentito il let – ha confessato Matteo – pensavo di aver finito la partita”) ha dato il via al tentativo di rimonta di Ruusuvuori, che ha iniziato a leggere molto meglio la direzione del servizio dell’italiano riuscendo sempre più spesso a rispondere in maniera aggressiva per sfruttare lo squilibrio in uscita dal servizio di Matteo. “Quando ho ottenuto il break ho cominciato a giocare in maniera molto più aggressiva – ha detto il finlandese alla fine della partita – e ho dato tutto quello che avevo”.
Nel tie-break del secondo set Ruusuvuori si è portato subito sul 5-1 per poi chiudere il parziale sul 7-3 in 57 minuti di gioco.
Il set decisivo si è giocato su scambi molto più lunghi, nei quali Berrettini ha mostrato di essere in grado di giocare anche in difesa quando necessario, facendo ricorso molto spesso al rovescio tagliato “in cross” e costretto spesso e volentieri a rincorrere gli scambi diversi metri dietro alla riga di fondo. “Continuavo a dirmi: conosci questo sport, lo sai come è fatto, bastano un paio di punti e cambia tutto” ha raccontato Berrettini nel rivivere la partita. Il diritto di Matteo dal centro del campo è quasi sempre una sentenza, ma Ruusuvuori è riuscito molto meglio che nei primi due set a inchiodare gli scambi sulle diagonali sulle quali Berrettini fa molto meno male. “Da destra non riuscivo a fare male, un po’ per le sensazioni che non avevo e un po’ per il tipo di palla che mi faceva giocare lui”.
“Non vedevo l’ora di tornare a sentire queste sensazioni”
Matteo Berrettini
Matteo è stato molto bravo ad annullare con una bella prima una pericolosa palla break sul 4-4, poi nel game successivo non riesce a convertire quattro match point, un po’ per bravura dell’avversario, un po’ per sfortuna: “su uno di quei match point mi ha preso nastro-riga” ha ricordato Berrettini.
Il game decisivo è stato il dodicesimo, nel quale sul sesto match point il diritto in rete del finlandese ha liberato l’urlo guerriero di Berrettini per festeggiare il passaggio al terzo turno. “Dopo così tanto tempo senza giocare mi aspettavo un match un po’ più semplice. Ho giocato tante esibizioni nel periodo di pausa, che ti danno condizione fisica e condizione mentale, ma nelle partite vere sento qualcosa dentro che ti fa volere rimanere in campo e lottare fino alla fine. Non vedevo l’ora di tornare a sentire queste sensazioni”.
“Non credo di aver giocato un match pazzesco dal punto di vista tecnico, ma ho dovuto accettare che oggi le cose stavano così. Il diritto non è andato troppo bene, e anche con il servizio non ho avuto una percentuale elevata. Credo però di aver giocato bene sulla seconda, giocandola molto veloce, anche se non c’era il contachilometri”.
Dopo qualche ora di riposo, martedì ci sarà il terzo turno con Reilly Opelka, che ha superato Diego Schwartzman in due set. “Non credo di aver mai giocato con un giocatore sopra i due metri – ha detto Berrettini – l’ho visto giocare contro Fabio Fognini a Madrid. Sarà una partita nuova, probabilmente non troppo spettacolare da guardare, dove saranno decisivi i colpi d’inizio gioco”.