Medvedev: "La situazione è troppo diversa, non mi sento il campione in carica"

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Medvedev: “La situazione è troppo diversa, non mi sento il campione in carica”

Il n. 5 del mondo non può contare sul sostegno dei tifosi: “Il primo punto della partita è stato divertente, ho fatto un vincente e non è successo nulla; in quel momento ho realizzato che non c’era pubblico!”

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Buona la prima per Daniil Medvedev. Il russo ha battuto 6-4 6-4 lo statunitense Marcos Giron pur senza brillare in campo. “Oggi ha fatto davvero caldo a New York, è stata molto dura giocare.” ha esordito Medvedev in conferenza stampa. “Ormai lo si è visto in tante partite in cui un giocatore vince il primo set e poi fatica a rientrare nel secondo, quindi è stata dura per me. Se non altro ho servito bene. Non sono soddisfatto del mio gioco da fondo ma ho vinto evitando il tie-break e senza perdere il servizio, che è quello che conta. Certe volte si può giocare bene e perdere quindi è meglio che sia andata così”.

Il russo per la prima volta si trova nella posizione di campione uscente per un evento di primo livello, ma le condizioni di contorno (la sede differente in primis) rendono tutto un po’ particolare… tanto da renderlo sollevato. “Ad essere onesto non sento alcuna pressione. Le cose mi sembrano differenti, per prima cosa giochiamo a New York. Poi non ho punti da difendere quindi vengo qui per vedere qual è al momento il mio livello. Non mi sento il campione in carica per via di quant’è diversa la situazione rispetto allo scorso anno. Se tutto dovesse tornare alla normalità, il prossimo anno a Cincinnati mi sentirei come il campione in carica”.

SENZA TIFOSI – Com’è ormai noto, si gioca senza tifosi. In alcuni sport, come ad esempio l’hockey su ghiaccio, per mantenere l’idea del tifo sono stati aggiunti dei suoni artificiali del pubblico. Per il russo l’idea di aggiungere le registrazioni “non è male”. Ha poi ampliato la sua visione aggiungendo che “se gli organizzatori degli eventi stanno pensando a una cosa del genere potrebbero provarlo per uno o due giorni e chiedere ai giocatori com’è andata. Perché penso possa essere bello. Il primo punto della partita è stato divertente, ho fatto un vincente e non è successo nulla; in quel momento ho realizzato che non c’era pubblico”.

Chissà se in queste condizioni avremmo mai assistito alla sua rimonta (incompiuta) contro Nadal nella finale dello US Open dello scorso anno. Certamente il sostegno dei fan può dare una bella sterzata agli incontri. “Durante la partita forse è anche più facile concentrarsi senza rumori. Ma ovviamente certe volte quando sei in svantaggio nel punteggio e la folla ti inizia a sostenere puoi riuscire a risalire, e quindi senza pubblico può essere difficile che capiti. Ora dobbiamo solo abituarci”.

SOLO TENNIS E HOTEL – A Medvedev non sembra pesare troppo vivere una bolla, una nuova normalità che costringe i giocatori a passare parecchio tempo in hotel, perché uno dei suoi passatempi preferiti si adatta benissimo alla situazione: Mi piace giocare ai videogiochi perché sono una persona molto competitiva, Devo anche ammettere che se non svolgo durante il giorno un’attività dove c’è competizione divento un po’, non direi pazzo, ma insomma… ne ho bisogno. Anche quando gioco a carte con gli amici, dei semplici giochi russi non sto parlando del poker o cose simili, noi scommettiamo 5 euro per accendere la competizione. Quindi parlando dei videogame io li considero come uno sport perché so quanto possono essere difficili e quanto alto è il livello di competizione. Per questo io non gioco mai contro il computer e non seguo la trama, ma gioco solo online”.

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