[AUDIO ESCLUSIVO] Santopadre: "Anche per Djokovic sarebbe stato difficile con questo Opelka"

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[AUDIO ESCLUSIVO] Santopadre: “Anche per Djokovic sarebbe stato difficile con questo Opelka”

Le parole in esclusiva di Vincenzo Santopadre, coach di Matteo Berrettini, dopo il match perso contro Opelka a Cincinnati

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Berrettini (sinistra) e Santopadre (destra)
 

È stato ingiocabile al servizio, più di sempre. Matteo ha servito bene, anche quando ha avuto quel minimo appannamento nel cedere l’unico servizio (sul 4-3 del primo set) sono stati più i meriti di Opelka che i suoi demeriti.

Il punto è che contro uno che gioca come Opelka non ti diverti nemmeno se vinci, figurati se perdi… Se batte così, oltre i suoi limiti abituali, è impossibile batterlo, per chiunque. Rispetto a Isner, con il quale Matteo ha avuto occasione di allenarsi, Opelka ha forse un servizio ancora più difficile da controbattere, prima e seconda, a Isner si riesce a rispondere qualche volta in più.

Avrei fatto anch’io la scelta di non servire per primo, Matteo la fa quasi sempre, e in effetti nel primo game mi pare sia stato anche 15 pari (in realtà 0-15, e poi 30 pari, un punteggio raggiunto una sola altra volta, sul 3 pari n.d.r.). Tanto Opelka, anche se non lo conosco benissimo, mi pare non sia uno che si preoccupa quando deve battere se sta avanti nel punteggio e oppure indietro. Tira e basta. E noi ci troviamo qui ad arrampicarci un po’ sugli specchi per un rovescio forse sbagliato sul 15 pari di un game

La verità è che Opelka ha meritato di vincere, non ha offerto alcuna opportunità. Non credo che Matteo sia abbattuto dopo questa sconfitta come magari sarebbe stato per un’altra, anche se perdere non fa mai piacere. Però questa volta c’era ben poco da fare, come hai detto tu Ubaldo, anche per Djokovic, che è forse il miglior ribattitore del mondo, stasera sarebbe stata molto ma molto dura. Non l’avevo mai visto così, è stato di una continuità spaventosa.

Thiem potrà magari pensare di essere incappato in una brutta giornata contro Krajinovic, ma secondo me Matteo non può rimproverarsi nulla.

Se andrò a Parigi dopo Roma? Penso proprio di sì. La scelta di non andare a New York è stata sofferta… mi ero anche consultato con il nostro mental coach (Stefano Massari n.d.r.) perché non volevo dare l’impressione di voler abbandonare la barca…ma alla fine credo che sia stata la scelta più giusta. Parigi è molto più vicina, la situazione è diversa è credo proprio che andrò.

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