I pareri dei giocatori sulla PTPA, la nuova associazione di Djokovic: Aliassime a favore, Serena vuole vederci chiaro

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I pareri dei giocatori sulla PTPA, la nuova associazione di Djokovic: Aliassime a favore, Serena vuole vederci chiaro

Williams non scioglie la riserva, ma è “Team Djokovic”. Konta si sente ben rappresentata, Stephens polemica: “Al momento le donne sono lontane da questa discussione. Ne parleremo dopo lo US Open”

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Serena Williams - US Open 2020 (via Twitter, @usopen)
 

Il nuovo progetto sostenuto da decine di giocatori del Tour ATP di creare un sindacato dei giocatori sta facendo molto discutere. La notizia, svelata dai giornalisti del New York Times pochi giorni fa, riguarda in primis la scelta di Nole Djokovic, John Isner e Vasek Pospisil di dimettersi dal Player’s Council dell’ATP e in secondo luogo la formazione di un un’associazione parallela che mira a una maggiore tutela dei diritti dei giocatori nel circuito maschile. Nella bolla in cui attualmente tanti dei possibili partecipanti si trovano, a Flushing Meadows, le chiacchiere sulla “Professional Tennis Players Association” si incastrano tra i commenti ai match dello US Open.

Nel day 2 diversi tennisti hanno espresso in conferenza stampa i loro giudizi sull’associazione nascente. Felix Auger-Aliassime (che ha aderito al progetto PTPA come il suo connazionale Shapovalov) dopo la vittoria in quattro set su Monteiro, si è detto incuriosito: “Ci sono state tante discussioni ultimamente. Vedremo dove potrà arrivare ora. Io sono molto giovane per queste cose, mi piace però l’unità dei giocatori. Sono a favore del movimento, ma allo stesso tempo so che è solo l’inizio e vedremo dove arriverà. Al momento non mi sento di dire altro”.

Opinioni diverse emergono invece dalle donne. Serena Williams (approdata al secondo turno dopo la vittoria su Ahn) vorrebbe capirci di più: “Mi piacerebbe capire meglio di cosa si tratta perché non voglio farmi una vera opinione finché non conoscerò la situazione in maniera approfondita. Ovviamente sono sempre ‘Team Djokovic’, ma allo stesso tempo sono stata nel WTA Tour per 30 anni e so un sacco di cose che stanno accadendo lì. Sento che Novak ha alcune opinioni molto forti che sono spesso vere. Ora dovrei solo aspettare di sapere di più”.

La sua connazionale Sloane Stephens invece non sembra del tutto entusiasta riguardo ciò che sta accadendo nel circuito maschile: “Penso che si sentissero di fare ciò che è meglio per loro. E le donne non sono state incluse“. 

Sloane Stephens – US Open 2020 (via Twitter, @usopen)

Siamo molto lontane da questa situazione” ha continuato Stephens. “So però che dopo lo US Open ci saranno discussioni per capire dove si inserirà la WTA in tutto ciò. Dopo il torneo faremo le nostre valutazioni. Non sono offesa, sarà quel che sarà. Se le decisioni saranno giuste per noi, bene, altrimenti no. Dobbiamo solo aspettare”.

È meno dura la linea tenuta da Johanna Konta, vincitrice del derby con Watson nel primo round: “Nessuno degli uomini me ne ha parlato personalmente, né so se altre donne sono state contattate. Non ne sapevo niente finché il nostro CEO (della WTA, ndr), Steve Simon, ha inviato una mail al consiglio delle giocatrici chiedendoci quale fosse il nostro pensiero a riguardo. Non credo di essere la persona giusta per valutare la nuova associazione, ma dico solo che questo è stato un anno che ha messo alla prova tutti e quando si parla di rappresentanza va tenuto conto anche di questo. Al momento io mi sento ben rappresentata, anche se c’è sempre spazio per miglioramenti“.

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