Azarenka: "La finale sarà divertente, cerchiamo entrambe il terzo Slam"

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Azarenka: “La finale sarà divertente, cerchiamo entrambe il terzo Slam”

“Voglio essere una persona migliore per me e per mio figlio. Questo è ciò di cui sono più orgogliosa”. Vika si racconta prima della finale. Su Serena, appena sconfitta: “Una campionessa straordinaria”

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Vika Azarenka - US Open 2020 (via Twitter, @usopen)
Vika Azarenka - US Open 2020 (via Twitter, @usopen)
 

Alle 22:00 di sabato, Victoria Azarenka ritroverà Naomi Osaka in una finale newyorchese, e stavolta per davvero, visto che la giapponese non era scesa in campo due settimane fa per un problema al tendine del ginocchio sinistro, dandole la vittoria al Western & Southern Open. Sarà la quinta finale Slam per la bielorussa, la terza a Flushing Meadows e la prima dopo sette anni, da quando nel 2013 perse contro Serena Williams, proprio l’avversaria battuta ieri notte. Nelle precedenti occasioni, il titolo dello US Open l’ha sempre elusa – i suoi due Major, infatti, sono arrivati a Melbourne, nel 2012 e nel 2013. Di seguito riportiamo le parti salienti della conferenza stampa post-match.


DOMANDA: Com’è raggiungere la finale a questo punto della tua carriera, diverso da quando sei arrivata così lontano sette anni fa?
AZARENKA: Mentalmente sono in una situazione totalmente diversa. Penso che sette anni fa, dopo aver vinto l’Australian Open e aver ottenuti buoni risultati, era un po’ non direi previsto, ma io mi aspettavo di arrivare in finale. Non credo che sia stato così quest’anno. Ma quest’anno sembra più divertente, più appagante, più piacevole per me, sì. È una bella sensazione, più bella.

Come hai cambiato le cose dopo il suo ottimo inizio?
Be’, sapevo che dovevo salire di livello. È stato molto tutto veloce. All’inizio ci sono stati molti scambi brevi. Ha servito davvero, davvero bene. Mi sentivo come se fossi un po’ fuori dal campo. Non trovavo il mio servizio. Sulla mia seconda faceva quello che voleva. Sapevo che dovevo entrare negli scambi, dovevo incrementare la mia aggressività, giocare in modo un po’ più intelligente, giocare con un po’ di più con l’ampiezza del campo e aumentare l’intensità. Ho sentito che l’intensità era importante oggi, per ribaltarla. Sono contenta che abbia funzionato.

Ovviamente il lavoro non è ancora finito. Puoi guardare alla finale, contro Naomi Osaka.
Sono molto entusiasta di questo. Sono entusiasta come lo ero la scorsa settimana. Sono sicura che questa volta giocheremo e sarà una grande partita. Penso che sarà una finale incredibile. Spero che lo sia. Mi divertirò. Ma lei è una giocatrice molto, molto potente. È una grande campionessa. Ne ha già vinti due. Non siamo entrambe alla ricerca del terzo? Sarà divertente.

Hai fatto un commento interessante nella tua intervista in campo, parlando del tuo ego nel 2012, dicendo come avevi più ego allora, com’è diverso ora. In che modo quell’ego ti ha aiutato o ferito allora? In che modo è diverso per te adesso?
Be’, penso che quando arrivi dal nulla, e poi diventi la giocatrice numero 1 al mondo, a volte puoi iniziare a pensare di essere invincibile e di essere migliore di tutti, e non è vero. Così l’ego inizia a crescere. È molto doloroso quando l’ego viene ferito, quindi… Invece di ferire il mio ego, ho cercato di rimuoverlo e imparare dai miei errori, e comprendere, maturando, che essere una giocatrice di tennis non ti rende migliore o peggiore di chiunque altro, che sei ancora umano, e tutto quello che puoi fare è cercare di essere la versione migliore di te stesso e continuare a migliorare. Cerco di metterlo da parte, ma non quando gioco a carte!

La mia sensazione è che tu abbia appena detto qualcosa di molto speciale, quando dicevi che eri una grande campionessa, la numero 1, e avevi questo grande ego. Hai provato a metterlo da parte. Come lo hai affrontato? Quali strumenti hai usato?
Be’, lo strumento migliore è stato… perdere molte partite. Questo è stato lo strumento più grande che ho avuto a disposizione. Potevo continuare ad essere una persona arrogante o potevo semplicemente cambiare e imparare da questa situazione. Sento solo di essere molto orgogliosa di me stessa, di aver accettato questa sfida derivante dalle sconfitte, di aver invertito la rotta e di essere diventata migliore. Non sto parlando di essere una tennista migliore. Sto parlando di essere una persona migliore per me, per mio figlio. Questo è ciò di cui sono più orgogliosa.

La sconfitta contro Laura [Siegemund, nel 2019 al primo turno, ndr] in Australia, l’ultima volta che hai giocato a Melbourne, che è stata particolarmente toccante, hai avuto un momento molto emozionante in sala stampa? Te lo ricordi? Faceva parte del processo di rinascita?
È stato un momento davvero difficile per me personalmente. Ovviamente sono il tipo di giocatrice e di persona che mostra le proprie emozioni. Ad un certo punto, quando le cose vanno male, ti stanno accadendo cose difficili, puoi essere una vittima, ma essere vulnerabili è positivo. Provare emozioni fa bene. Per me personalmente, continuare a domandarmi perché le cose mi stessero accadendo in quel modo non era utile, quindi ho smesso di farlo. Ho iniziato ad assumermi più responsabilità per quello che faccio, per quello che mi succede e per come reagirò alle situazioni. Questo mi ha aiutato a crescere. Questo mi ha aiutato a diventare la persona migliore che sono oggi. Penso che questo si veda anche sul campo da tennis.

Quando sei in panchina per il cambio campo e hai gli occhi chiusi, cosa vedi quando sei seduta lì? Cosa ti passa per la testa?
Niente. Assolutamente niente. Questo è il mio obiettivo. Questo è il mio obiettivo, nient’altro.

Victoria Azarenka – US Open 2020 (via Twitter, @usopen)

Dopo il modo in cui stava andando il primo set, ho visto che verso la fine del primo set stavi colmando il divario, avevi una lettura migliore del suo servizio: sei mai stato vicina a sentirti come… se il tutto stesse scivolando via velocemente?
Sì, voglio dire, sapevo di essere un set sotto. Ve l’avevo detto prima: in ogni caso, la partita non è mai finita. Vale per entrambe. 6-1, semplicemente non volevo perdere 6-0 perché sarebbe stato duro. Sapevo che stavo avendo un ritmo leggermente migliore. Semplicemente non stavo sfruttando le opportunità. Sul 4-1, non ho convertito la palla break, e poco dopo 5-1. Ho spinto i colpi, semplicemente non li ho messi a segno. Sapevo che stavo andando nella giusta direzione. Avevo solo bisogno di eseguire i colpi un po’ meglio e aumentare la mia energia.

Serena ci ha detto quanto la ispiri per il modo in cui riesci a rimanere positiva nonostante le molte cose che hai passato. Da dove trai questa positività? Quanto tempo ti ci è voluto per comprendere quella positività?
Non so se è necessariamente solo questione di positività. Ve lo dirò ragazzi. Sto lavorando a questo programma intervistando diverse persone. Siete sempre voi ad intervistare me. Ho cambiato ruolo, intervistando io le persone. Ho avuto questa discussione molto interessante con una di queste persone. Non lo rivelerò adesso – sulla mentalità neutrale. Questo è stato un argomento interessante. Quando ti succede qualcosa di brutto, sei portato a dire ‘Oh, devo essere positivo’ ma a volte è impossibile essere positivi. Quindi essere neutrali, non cedere alla negatività, è molto utile. È molto semplice. È molto difficile da fare perché è un lavoro costante, ma è molto, molto utile. Mi sento come se avessi iniziato da lì. Poi ho iniziato a spostarmi verso una migliore energia. Quindi non penso che sia necessariamente solo essere positivi. Penso che si tratti di vivere il momento, prendere qualunque cosa accada così com’è. Sono sempre cosciente che, so di avere sotto controllo come mi sentirò in ogni situazione.

Prima di Cincinnati o New York, il Western & Southern Open, credevi di poter essere qui? C’è stato un momento in cui hai sentito di essere tornata al livello che hai mostrato oggi?
Ebbene, la convinzione viene prima. Prima di Cincinnati, prima di Lexington, stava arrivando in campo e fuori dal campo. Non ho iniziato ad essere più convinta quando ho iniziato a ottenere risultati. Non funziona in questo modo. Quindi la mia fiducia proveniva dal mio profondo: questo è quello che voglio fare, e ci lavorerò davvero sodo. Ho pensato ai risultati? Voglio dire, voglio pensare ai risultati, ma non la vedo necessariamente da questa prospettiva. Stavo pensando a come potevo aumentare il mio livello? Come potevo essere mentalmente stabile e decisa? Sono sempre stata decisa, ma ho avuto quei momenti in cui non ero lì. Non ero nella situazione giusta. Ho trovato quella serenità adesso vivendomi il momento.

Cosa ne pensi di quello che Serena sta facendo alla sua età, inseguendo il record di titoli nei tornei del Grande Slam?
Penso sia incredibile. Non c’è altro da dire. Una campionessa straordinaria che sta cercando di ottenere quello che vuole. Ha tutta la mia ammirazione.

Traduzione a cura di Giuseppe Di Paola

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