Sconfitta amara per Matteo Berrettini contro Casper Ruud, amara perché il primo set era stato vinto in maniera convincente dall’italiano e perché comunque, nonostante le difficoltà, Matteo era riuscito a creare i presupposti per vincere il tiebreak decisivo. “Ho abbassato un pochino l’intensità. Ho provato a restare lì attaccato, ma a questo livello ogni minimo calo si paga. Lui è un giocatore che quando mette i piedi in campo fa male. Sono stato bravo a reagire nel terzo e a crearmi le chance per vincere nel terzo, ma alla fine è andata male“.
A fianco dell’ovvia e giusta rabbia per una partita sfuggita di mano a un passo dal traguardo, Matteo però riflette sulle cose buone che questo torneo gli lascia. “Non sono felice perché ovviamente ho perso 7-6 al terzo con la possibilità di andare in semifinale. Però sono fiero perché venivo dal cemento e ho fatto tre buone partite. Certamente è diverso venire a giocare qui da top 10 rispetto a farlo da wild card. Non è una cosa scontata fare i quarti qui, ma sicuramente l’amarezza c’è“.
In quanto numero uno d’Italia, Matteo viene anche interrogato sul futuro di Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, autori entrambi di un ottimo torneo qui a Roma quest’anno. “Essere quello che sta trainando il movimento mi fa ovviamente piacere, anche perché fino a poco fa ero io quello che guardava agli altri. Detto questo i ragazzi sono straordinari per la loro precocità. Jannik è ovviamente più avanti al momento, ma a quest’età è difficile stabilire quanto futuro possa avere un giocatore. Se a 18 o 19 anni avessero detto che sarei diventato top 10 non penso che nessuno ci avrebbe creduto. Quindi dobbiamo lasciar loro il tempo di crescere con calma”.