L. Giustino b. C. Moutet 0-6 7-6(6) 7-6(3) 2-6 18-16
Grandi emozioni nelle sei ore e cinque minuti divisi su due giorni che hanno visto Lorenzo Giustino prevalere su Corentin Moutet per 18-16 nell’unico Slam senza tie-break nella partita finale. Emozioni tra cui la paura, che ha assunto il ruolo di protagonista nel set decisivo; il timore di prendere l’iniziativa quando il punteggio è in bilico o favorevole che diventava il coraggio della disperazione quando ormai tutto pareva perduto. E, con 34 game giocati nel solo ultimo parziale, è facile immaginare quante volte e con quanta rapidità i due si siano scambiati i ruoli. I tocchi delicatissimi e dritti penetranti del mancino francese alla fine hanno ceduto di fronte al carattere di Giustino (a rete una vera miniera per l’avversario, non lo nascondiamo) che non ha mai smesso di crederci, anche e soprattutto nelle tre occasioni in cui l’avversario ha servito per il match e quando il supporto delle gambe è sembrato venir meno.
IL LUNGO INIZIO – Non ci aveva capito molto nel primo set, Giustino, travolto dal peso piuma Moutet, ma si era ripreso in fretta in questa sua seconda apparizione nel tabellone principale di uno Slam dopo la sconfitta all’Australian Open contro Milos Raonic. Vinto il secondo parziale al tie-break, l’incontro era stato sospeso sul 4-3 del terzo quando aveva appena strappato il servizio francese. Eccolo allora di nuovo in campo il lunedì per confermare il vantaggio, senza tuttavia riuscire a chiudere con la battuta. L’esito favorevole al nostro è solo rimandato, grazie a un brutto avvio di tie-break di Moutet a cui contribuisce Lorenzo togliendo la palla dalla zona di comfort sul lato destro del mancino. Nel quarto set, Corentin torna a dare del “tu” alla palla (soprattutto, questa ricomincia a rispondergli con altrettanta gentilezza), incarna al meglio il personaggio che quasi ammicca ai fotografi giocando di fino e incamera il 6-2 con il ventinovenne napoletano che tira un po’ il fiato.
L’ULTIMO SET – Giustino parte bene con il servizio; poi, guadagnatasi una palla break, gioca un colpo da genio del male alto (molto alto) e profondo che sale sopra la testa dei 175 cm parigini e pochi minuti dopo è avanti 3-0. Il traguardo sarebbe semplicemente ancora lontano, ma Lorenzo ci mette del suo per rendere il percorso anche in salita: un doppio fallo e due errori di dritto su palle comode in uscita dal servizio spianano la strada del rientro a Corentin che addirittura sorpassa limitandosi a remare. In un match che non prende mai una direzione definitiva – andamento ben riassunto in questo dal set decisivo –, una ritrovata precisione azzurra vale il 4 pari. Moutet, senza rischiare, stuzzica Giustino con palle che andrebbero attaccate con coraggio e decisione, caratteristiche utopiche sia per la scarsa fiducia nei pressi della rete sia per un quinto set che vale una somma pari a oltre la metà del montepremi finora vinto nel 2020, con tanto di soddisfazione per il risultato di prestigio.
Lorenzo torna comunque avanti con la battuta e, costretto a inseguire, il n. 71 ATP prende invece l’iniziativa quando si ritrova a dover servire per restare nel match. La tattica conservativa del francese paga al tredicesimo gioco, ma la paura di chiudere e la relativa leggerezza di chi ha “quasi perso” rimettono tutto in parità. Giustino ha già ceduto e recuperato un break quando si vede annullare un match point al sedicesimo gioco con un gran dritto dopo il servizio, poi sbaglia un facile (in altre circostanze) colpo da chiudere che gliene avrebbe dato un secondo, ma che (spoiler) non lo tormenterà nei prossimi giorni.
Uno scambio emblematico del livello tecnico/tattico da una parte e delle emozioni dall’altro è quello in l’italiano mette i piedi in campo ma, visto che a rete viene quasi sempre infilato o lobbato, scappa subito indietro, per poi essere beffato dal drop shot. Sul 13 pari, Giustino sembra non averne più e manda l’altro a servire per chiudere, ma un moto d’orgoglio risveglia momentaneamente il nostro. La situazione si ripete identica subito dopo, ma ora Lorenzo pare in leggera ripresa. Moutet continua con i drop shot micidiali, alterna rasoiate e palle alte su cui Lorenzo non osa rischiare, poi accelera con il dritto mancino lungolinea.
Ma non basta perché è proprio nella sua zona di comfort, un tocco nei pressi della rete, che si inguaia e finisce per cedere battuta e incontro, a due giochi dai 76 di quel Isner-Mathieu del 2012 e a breve distanza dalle 6 ore e 33 minuti di Santoro-Clement del 2004. La prima vittoria nel circuito maggiore coincide con la prima in un Major per Giustino che finisce a terra dopo il dritto che ha costretto l’altro allultimo, inappellabile ‘errore, tra i meritati applausi del pubblico accorso sul campo 14. Al prossimo turno troverà Diego Schwartzman, ma c’è tempo per preoccuparsene: adesso è il momento della gioia.