Djokovic: “Nadal il mio più grande rivale. Le condizioni pesanti mi avvantaggiano”

Roland Garros

Djokovic: “Nadal il mio più grande rivale. Le condizioni pesanti mi avvantaggiano”

Nole dopo il successo in cinque set contro Tsitsipas nella semifinale del Roland Garros: “Contento per aver mantenuto la calma, meno per non essere riuscito a chiudere il match prima”. Ma la testa è già tutta alla finale contro Rafa

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Novak Djokovic - Roland Garros 2020 (via Twitter, @rolandgarros)
 

Anche questa volta, nella seconda semifinale del Roland Garros, Novak Djokovic sembra aver fatto di tutto per rendere il match più emozionante di quello che sembrava essere. Per fortuna non sono stati coinvolti né giudici di linea né fisioterapisti. Dopo aver vinto comodamente i primi due set per 6-3 6-2, il n.1 del mondo non ha chiuso la partita al terzo, nonostante un match point nel proprio turno di battuta. Il suo avversario, Stefanos Tsitsipas, n.6 del ranking ATP e ancora a caccia della prima finale Slam ha così preso coraggio, trascinando l’incontro fino al quinto parziale. Peccato per lui che la spia rossa della benzina si sia spenta nel momento decisivo, dando a Nole una vittoria probabilmente più sofferta del dovuto

Non sono soddisfatto di come ho concluso il terzo e il quarto set. Ma sono contento per la maniera in cui sono riuscito a non perdere la concentrazione e la tranquillità nel corso della partita, ha dichiarato il fenomeno serbo a fine partita. “Sentivo che anche se avevo perso il terzo e il quarto ero il tennista migliore in campo. Ero più in controllo del gioco. Mi sentivo bene”. Se il match alla fine è stato così combattuto il merito però va anche a Tsitsipas, che a 22 anni (e questo andrebbe ribadito) ha dimostrato, una volta di più, grande carattere oltre che un tennis molto brillante. “Ha giocato un gran tennis, specialmente nel quarto set quando affrontava le palle break. È un lottatore. Uno dei migliori tennisti al mondo. E c’è una ragione se sei così in alto in classifica”, ha affermato sportivamente Djokovic. 

L’incontro è durato poco meno di quattro ore. Ma Nole ha detto di sentirsi “bene” e che “un giorno e mezzo sarà più che sufficiente” per recuperare in vista della finale. E gli serviranno tutte le energie che ha in corpo per il 56esimo capitolo della infinita saga con Rafa Nadal. “Il mio più grande rivale”, come lo ha definito in conferenza stampa. Anche se quando si gioca al Roland Garros tutto ha un significato speciale. Perché giocare contro il campione di Manacor sul Philippe Chatrier, il suo campo, quello dove ha trionfato già per 12 volte, è “la più grande sfida nel tennis”, per stessa ammissione di Nole. Che sei delle sette volte che si è trovato Nadal al di là della rete a Parigi è uscito sconfitto dal campo. “So come ci si sente a giocare contro di lui in finale al Roland Garros. Ho perso contro di lui la maggior parte dei match che abbiamo giocato qui. Ma ne ho anche vinto uno in tre set nel 2015 nei quarti di finale. Quello sarà l’incontro al quale guarderò per cercare di fare le stesse cose in campo”. 

Rafael Nadal e Novak Djokovic – Roland Garros 2015

Questo loro nuovo duello al Roland Garros però sarà diverso da tutti gli altri. Perché è un Roland Garros diverso da tutti gli altri. Oltre al limitatissimo numero di spettatori sugli spalti, lo spostamento del torneo in autunno insieme ad un nuovo di palle particolarmente pesanti hanno contribuito a rendere le condizioni di gioco più lente. Nole è convinto che questo possa costituire un piccolo vantaggio per lui. “Le condizioni sono diverse rispetto a quando si gioca a maggio. Penso che mi possa aiutare il fatto che la palla non rimbalzi alta sopra la spalla come piace a lui”, ha sottolineato. “Sarà interessante capire come si svilupperà il match. La temperatura sarà un fattore. Quando fa freddo il campo diventa molto più pesante. Questo ha un impatto sia sul nostro gioco che sulla nostra mente”. 

C’è poi il discorso della corsa al record di Slam. Al quale Djokovic non ha mai nascosto di tenere. Nadal è ad una sola lunghezza da Federer, a quota 19. Nole è a 17 e con una vittoria potrebbe avvicinarsi ancora di più agli altri due. Ma non per questa ragione il serbo attribuisce particolare importanza a questa sfida. Non penso sia il match più importante della mia carriera. Ce ne sono stati di più importanti. Ad esempio, la prima finale di Wimbledon che ho giocato contro di lui. Quello era il torneo che ho sempre sognato di vincere da bambino. Quel match è stato particolarmente importante per me”, ha commentato. Allo stesso tempo ha un suo significato per me giocare la finale degli Open di Francia rispetto a qualunque altro Slam. Questo è quello che ho vinto meno volte e per questo sono sempre molto motivato a mettere le mani sul trofeo”. Insomma, Nole è pronto. Ma con Nadal non sono concesse distrazioni. 

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