Lorenzo Musetti sulla copertina di 'Esquire Italia': "Federer è il mio riferimento"

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Lorenzo Musetti sulla copertina di ‘Esquire Italia’: “Federer è il mio riferimento”

Intervista al giovane azzurro. Dalla finale dei sogni (“con Federer a Wimbledon”) al tema della lotta al razzismo: “La nostra generazione è inclusiva. Il razzismo buona parte di noi l’ha già accantonato”

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Lorenzo Musetti su Esquire Italia (foto Pietro Cocco)
 

Che Lorenzo Musetti sia un giocatore di gran classe sul campo da tennis è ormai fuor di dubbio. Ha dimostrato di esserlo anche di fronte all’obiettivo di una fotocamera: lo troviamo infatti sulla copertina della rivista di moda ‘Esquire’, che ha allegato al servizio fotografico una lunga intervista al giovane tennista di Carrara, che quest’anno oltre ad aver vinto il primo torneo Challenger (a Forlì) si sta facendo conoscere anche nel circuito maggiore. Lorenzo non era mai stato il protagonista di uno shooting non legato al tennis, ma ha detto di essersi trovato comunque a suo agio e pensa di aver fatto bene la sua parte.

Il ragazzo, classe 2002, ha raccontato le difficoltà di inizio carriera e l’importanza degli affetti nella sua vita: “Credo che la famiglia sia importantissima, ma per famiglia intendo anche il mio team, cui sono legatissimo. Circondarsi di persone che ti vogliono bene e che ti sostengono anche nei momenti più bui è fondamentale. Il luogo comune che vuole noi italiani “mammoni” è superato: io fin da piccolo ho viaggiato, se non da solo, quasi, e sono sempre stato abituato a cavarmela contando soprattutto su me stesso. In prima liceo ho dovuto abbandonare la scuola e studiare da privatista. Era impossibile conciliare agonismo e scuola, non tanto per i voti, eh, ma per le assenze”.

Ma se da un lato gli è mancata l’esperienza liceale, dall’altro può contare su ciò che sta imparando a vivere nel Tour, ovvero il contatto con i professionisti e con chi sta scrivendo la storia di questo sport. “Tra tutti il mio preferito è Roger ha ammesso. “Federer è da sempre il mio punto di riferimento e continuerà ad esserlo. Sono cresciuto con la rivalità tra lui e Nadal. Quando mi chiedono quale sia la mia finale dei sogni dico sempre a Wimbledon contro Federer“.

Ha parlato anche dei suoi rituali in un torneo: Per ogni torneo ho una canzone che ascolto sempre, tipo mantra. Per esempio, al Challenger di Trieste avevo nelle cuffie Stavo pensando a te di Fabri Fibra, mi dava tranquillità” racconta Musetti. Poi ha concluso parlando dell’attivismo sociale degli sportivi, che ha apprezzato largamente quest’estate nel tema del movimento Black Lives Matter: “Seguo la NBA e il mio idolo è LeBron James. Lo sport che veicola un messaggio di questo tipo è davvero grandioso e penso che alla gente arrivi più in questo modo che attraverso i discorsi di politici o di figure istituzionali“.

Nel tennis è stata Naomi Osaka ha mettersi in prima linea nella lotta al razzismo: “È arrivata fino in fondo con il suo messaggio coraggioso” ha detto Lorenzo. Ha avuto la forza e l’autorevolezza per mostrare a tutti che anche lo sport può essere attivismo e oggi parlare di razzismo è una necessità. Credo che quelle mascherine con i nomi delle vittime siano state di grandissimo impatto e a lei va tutta la mia stima. Credo che noi giovani siamo ampiamente sottovalutati in questo senso. La mia generazione è per lo più inclusiva, pronta ad accogliere le diversità e non a mettersi in conflitto. Il razzismo buona parte di noi lo ha già accantonato come qualcosa di assurdo”.

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