I top 100 uniti per l'Australian Open, con il dubbio sulla quarantena

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I top 100 uniti per l’Australian Open, con il dubbio sulla quarantena

In Australia c’è anche il nodo sugli spostamenti per quanto riguarda i tornei preparatori: e se si giocasse solo a Melbourne?

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Novak Djokovic - Australian Open 2019 (foto @Sport Vision, Chryslène Caillaud)
 

Organizzare uno Slam non è cosa facile, e diventa ancor più complicato in tempi di pandemia. Ed è per questo che il presidente di Tennis Australia, Craig Tiley, si sta dando da fare da tempo per assicurare al proprio paese lo svolgimento degli Australian Open. Il nodo da sciogliere è ancora una volta, come accaduto per gli US Open giocati quest’anno, quello relativo alla quarantena. I dubbi in tal proposito sono due: il primo è se i tennisti potranno o meno allenarsi durante questo periodo, e il secondo è sulla sua durata effettiva. “Se domani dovessimo annunciare che i tennisti devono restare in quarantena per 28 giorni, anziché restare in hotel per 14 giorni, questo cambia le cose” ha detto Tiley, come riportato dal quotidiano australiano The Age.

La procedura per recarsi in Australia comunque sembra già pronta. “Tutti quanti devono compilare un modulo di viaggio necessario per ottenere il visto, che sarà poi gestito dall’ufficio immigrazione. I primi 100 uomini e donne l’hanno fatto, tutti hanno mostrato interesse nel venireha ammesso Tiley, il quale non può non essere soddisfatto per un tale risultato, seppur provvisorio. L’attuale presentazione del torneo che abbiamo fatto ai giocatori è stata molto positiva. Federer e Nadal hanno 20 Slam ciascuno, poi c’è Serena che vuole infrangere il record di Margaret Court e Barty che sta cercando di mantenere la prima posizione in classifica. Per quanto riguarda la partecipazione siamo in ottima forma”.

Gli eventi estivi proposti da Tennis Australia tuttavia non si esauriscono solamente con lo Slam, ma si estendono su tutto il paese come dimostra l’ATP Cup disputatasi quest’anno nelle città di Sydney, Brisbane e Perth. Per poter dare il via a questi eventi il problema è permettere ai giocatori di viaggiare attraverso ciascuno stato, e per far ciò bisognerà ottenere dei permessi speciali, al momento di difficile attuazione visto che alcuni confini tra stati interni all’Australia sono ancora chiusi. Craig Tiley sta cercando di risolvere la questione e se entro la fine della prossima settimana non ci sarà certezza sugli spostamenti, sarà costretto a condensare tutto in un’unica città, Melbourne ovviamente. Questo comporterà la creazione di una mega-bolla, simile a quanto fatto a New York, per tenere i giocatori al sicuro e permettere lo svolgimento dei tornei. Il presidente di Tennis Australia non si sbilancia e vede le due opzioni al 50-50.

La situazione relativa al COVID-19 invece sembra essere sotto controllo, tanto che si parla già della messa in vendita dei biglietti a partire dal 26 novembre. Al momento gli organizzatori stanno lavorando per ottenere il 25% della capienza, ma se il numero di contagi a Melbourne nei prossimi due mesi dovesse rimanere basso, non si esclude una maggior partecipazione di pubblico.

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