Nadal: "La superficie delle Finals un giorno cambierà. Spero di migliorare i miei numeri qua"

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Nadal: “La superficie delle Finals un giorno cambierà. Spero di migliorare i miei numeri qua”

Rafa parla con la stampa alle porte dell’ultimo torneo dell’anno. È uno dei pochi tornei che gli manca in bacheca ma ammette che “i numeri non mentono”. Domenica sfida Rublev “Sarà il match chiave”

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Rafa Nadal - Bercy 2020 (via Twitter, @RolexPMasters)
 

Rafa Nadal è pronto a giocare il suo decimo Masters di fine anno, o ATP Finals, che dir si voglia. Lo spagnolo, da poco issatosi in vetta alla classifica degli Slam vinti (20, pari con Roger Federer), non ha mai vinto il titolo alle Finals. Al massimo ha aggiunto due finali, nel 2010 (perse 6-3 3-6 6-1 contro Federer) e nel 2013 (6-3 6-4 per Djokovic). Se allarghiamo il discorso ai tornei indoor, Rafa ne ha vinti solamente due in carriera: uno, il più recente, su terra a San Paolo nel 2013 e l’altro su cemento, nel lontano 2005 al Masters Series di Madrid (rimontò due set a Ivan Ljubicic e trionfò al tie-break finale).

A quarantotto ore dal suo esordio alle Finals 2020, il numero due del tabellone ha parlato alla stampa durante la (ormai) solita conferenza stampa in videochiamata. La domanda riguarda proprio la penuria di successi indoor, anche in relazione alla mole di vittorie conquistate all’aperto. È perché molti tornei al chiuso si giocano a fine anno e patisce di più le fatiche della stagione? “Puoi trovare scuse, ma i numeri sono questi. Ovviamente ho giocato tanto di meno indoor rispetto ai tornei all’aperto. È vero che questa è una delle ragioni. Sin dall’inizio ho avuto più difficoltà indoor, anche se negli ultimi anni sto migliorando in queste condizioni. Ma sono i numeri, non posso discutere. Spero di cambiarli questa settimana“. Spera soprattutto in un cambio di superficie futuro alle Finals, o almeno una rotazione. Ciò non sembra imminente, ma Rafa non perde la speranza: “Sapete come la penso, ci sarà un momento della storia in cui si deciderà di cambiare”.

Nadal è stato inserito nel gruppo denominato ‘London 2020‘ (in onore dei 50 anni delle Finals) insieme a Thiem, Tsitsipas (campione uscente) e Rublev. Rafa arriva dai quarti di finale a Parigi Bercy, dove nonostante sia uscito sconfitto contro uno Zverev molto in palla, ha dato segnali positivi. In tanti dicono che sia l’anno in cui ha più possibilità di vincere il titolo: “Non saprei. Non sono né d’accordo, né in disaccordo, guardo la mia strada. Sono solo parole. La preparazione è buona, ho avuto la possibilità di giocare quattro partite di fila la scorsa settimana. La verità è che l’anno dove sono arrivato meglio alle Finals è quello passato, perché a Bercy ero arrivato in semifinale giocando bene, anche se poi ho avuto il problema all’addominale. La partita con Rublev di domenica (alle ore 21 in Italia, ndr) sarà la chiave per tutto il torneo”.

I giocatori dovranno avere a che fare con tante situazioni diverse dal solito a Londra, dall’assenza dei fan al cambio d’alloggio, ha spiegato Rafa: “Posso dire solo che siamo solo fortunati a poter fare quello che facciamo e dunque non possiamo lamentarci. Quindi grazie all’organizzazione del torneo, grazie all’ATP per rendere comunque possibile il torneo. Quest’anno siamo in un hotel diverso, molto vicino all’O2 Arena. Non possiamo però raggiungere lo stadio a piedi anche se è distante solo 200 metri all’incirca. L’esperienza di giocare qui a Londra le Finals è stata una delle migliori che ho provato. Per l’atmosfera, per l’organizzazione, per la popolarità dell’evento. Penso che sia comunque giusto che il tennis guardi avanti, ma è ‘un’ingiustizia’ che si dica addio a questo stadio senza che ci siano i fan sugli spalti. Mi aspetto comunque di avere un altro grande evento a Torino“.

Guardando alla prossima stagione, e in particolare all’Australia, Rafa ha spiegato anche il motivo per cui ha deciso di non saltare i tornei indoor per potersi concentrare solo sull’Australian Open: “Abbiamo ritenuto che dal Roland Garros all’Australia sarebbe passato troppo tempo senza giocare partite. La preparazione per l’Australian Open non credo che infici in alcun caso la mia scelta, sono comunque due tornei importanti questi. C’è tempo: farò la pre-season all’Academy a Maiorca. Poi ci saranno i 14 giorni di quarantena da fare una volta arrivati in Australia e allora mi potrò ambientare al meglio alle condizioni”. Spera inoltre di poter partecipare alle Olimpiadi in estate: “È stato brutto vedere posticipati i Giochi Olimpici quest’anno. Spero davvero che potremo giocare tra otto mesi e che la situazione sia migliore. Ma non sono sicuro che accada. Le Olimpiadi dovrebbero essere un’esperienza indimenticabile per i fan”.

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