Pagelle: zona Sinner, il rosso che unisce

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Pagelle: zona Sinner, il rosso che unisce

L’Italia divisa tra zone e colori, riscopre il tennis grazie alle imprese di Jannik. Intanto nel paese di Machiavelli, con una tessera agonistica si potrà giocare in barba alla pandemia

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Jannik Sinner - Sofia 2020 (foto Ivan Mrankov)
 

Potremmo dire che siamo un paese senza speranza, ma purtroppo con Speranza e le sue ordinanze abbiamo imparato a convivere. Eravamo il paese dei Comuni, siamo diventati il paese delle zone colorate, dal giallo al rosso, a volte senza passare dall’arancione.

Ma in questo daltonismo epidemiologico c’è un rosso di capelli che ha fatto innamorare l’Italia unita: da Scilla al Gran Paradiso, da Nuoro a Recanati, Jannik Sinner (10) è il simbolo dell’Italia che rinasce. Anche mamma Rai (un po’ meno i suoi telecronisti) ha riscoperto il giuoco della pallacorda, giornali, radio e internet hanno già spinto Jannik al livello dei Tomba, Pantani, Pellegrini e Valentino Rossi. Certo, ci sarebbe da chiedersi dove fossero Lor Signori quando il prode Jannik raggiungeva i quarti al Roland Garros, ma c’è da capirli, in quei giorni si era occupati con i protocolli Figc e gli 0-3 a tavolino…

Comunque la prima volta non si scorda mai e Sinner non dimenticherà il plebiscito bulgaro, né tutta questa improvvisa attenzione lo distoglierà dal percorso saggiamente tracciato da Riccardo Piatti (10). Il quale ha definitivamente abbattuto il ridicolo totem del luogocomunismo secondo il quale “i giovani devono crescere senza pressioni”. Se non si è in grado di reggere le pressioni, è meglio lasciar perdere lo sport professionistico (e tanto altri mestieri, in verità). Ma insomma, Jannik ha spalle larghe e sta già facendo le valigie per l’Australia, mica per le Maldive o la Polinesia.

L’effetto domino a cascata sull’intera nazione è chiaramente rappresentato dalle masse di sportivi (e non) piombati sul tennis. Da bar e da campo. I primi, hanno momentaneamente messo nel cassetto la specializzazione in virologia per tirare fuori il loro passato da campione mancato per colpa del menisco ballerino, ah quella volta che nel torneo under-8 presi a pallate Fognini…

I secondi invece, trapiantati dagli altri sport da contatto e quindi a lungo inibiti dai DPCM, hanno dato corpo alle mandrie di tennisti desiderosi di far valere i proprio diritto all’agonismo e portatori della sana resistenza contro le armate del coronavirus e della dittatura sanitaria. Ma insomma! Si vorrà mica limitare questo diritto a pochi eletti? Eh no, amici, “il movimento è in salute” (cit.) e bisogna assecondare i desideri del popolo racchettaro.

Come per magia pertanto, la zona rossa per i tennisti dotati di tessera agonistica (anche un dilettante di quarta categoria NC può averla) non esiste più. Ebbene sì perché come oramai saprete i circoli possono rimanere aperti per i tornei federali e per gli allenamenti dei tesserati agonisti finalizzati alla partecipazione dei detti tornei. Poco male, si dirà, quanti tornei saranno organizzati e per quanti tesserati in piena pandemia? Fatevi un giro sull’app della FIT e scoprirete che nelle zone rosse di Lombardia e Piemonte (ma a breve accadrà anche nelle altre regioni neo-rosse) sono fioccati tornei federali con… tabelloni a 400 giocatori o tornei-rodeo (da completare in 2-3 giorni) con 180 iscritti. Tornei credibilissimi ovviamente, cosa volete che ci voglia a completare un tabellone a 400 iscritti in un circolo con due campi, giocando all’aperto in inverno. In Lombardia e Piemonte.

Insomma un lascia passare per tanti tennisti della domenica che potranno continuare a giocare tra loro in barba ai divieti. Versando ovviamente un obolo a mamma-FIT per l’iscrizione al torneo, perché da qualche parte i soldi per rimborsare quei miscredenti che non hanno accettato il super-voucher pure si dovranno trovare… Venghino signori venghino! Ammirate le gesta di Jannik! Pregustatevi le magie di Lorenzo il Magnifico! Godetevi i colpi di Sonego, Berrettini, Fognini e compagnia! E, soprattutto, tesseratevi, iscrivetevi e giocate, giocate e giocate: il tennis è uno sport sicuro, una strada si trova sempre…

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