Non è dicembre senza l’ITF di Dubai, torneo dal montepremi complessivo di 100.000 dollari (più ospitalità) che come ogni anno raccoglie ottimi consensi da parte delle giocatrici. Su 32 tenniste ai nastri di partenza, ben 12 potevano vantare un posto in top 100 e proprio una di loro, Sorana Cirstea, alla fine ha alzato il trofeo.

La giocatrice rumena (n.86 del mondo) non era accreditata tra le teste di serie e ha dovuto costruire il suo successo battendo ben quattro giocatrici che la precedono in classifica: al primo turno la n.4 Blinkova, al secondo turno l’italiana Cocciaretto (unica fuori dalla top 100, che a sua volta aveva sconfitto Paolini al primo turno), ai quarti Krejcikova (sesta testa di serie), in semifinale Hercog (seconda favorita) e nel match conclusivo la numero 5 Katerina Siniakova.

Un percorso comodo nei primi due turni – solo sei game ceduti – e parecchio accidentato dai quarti in poi, che hanno sempre richiesto il terzo set e almeno due ore di gioco. In finale, Cirstea ha rimontato un set di svantaggio (6-4) con un doppio 6-3 in poco più di due ore di gioco. Si tratta del decimo titolo in carriera per la giocatrice rumena, soltanto uno ottenuto nel circuito maggiore WTA (Tashkent 2008); gli altri nove, compreso quest’ultimo, li ha vinti a livello ITF. Sesta vittoria sul cemento, terza in un torneo da ‘100K’ dopo i due ITF vinto nel 2011 a Saint Malo e Cagnes-Sur-Mer.

La vittoria le consente un buon salto in classifica: dalla posizione 86 passerà alla 71, lontana poco più di 300 punti dalla top 50 toccata la prima volta nel 2008 e abbandonata ormai più di due anni e mezzo fa, nel luglio 2018.