È una giornata molto particolare a Melbourne. L’eccitazione dei giorni scorsi per la ripresa dei circuiti ATP e WTA ha lasciato spazio alla preoccupazione, generata da un caso di positività al Covid riscontrato tra i dipendenti del Grand Hyatt Hotel, dove centinaia di giocatori hanno svolto la quarantena. Si tratta di un 26enne del quartiere Noble Park, nel sud-est della città, che ha lavorato nell’hotel nelle due settimane di quarantena per i giocatori (16-29 gennaio). Giovedì 4 febbraio non si è giocato nemmeno un match e alle ore 9:00 di Melbourne (le 23 in Italia) il gruppo di 507 persone (tra cui 160 giocatori) è stato sottoposto a tampone, in ordine alfabetico. C’è comunque una bassissima probabilità che qualcuno di loro abbia contratto l’infezione. Se così fosse si aprirebbe un altro capitolo della storia, nonostante il premier del Victoria Andrews non abbia messo in discussione lo svolgimento del torneo.
LA SICUREZZA DI TILEY – In attesa dei risultati, i giocatori non coinvolti potranno allenarsi regolarmente a Melbourne Park. Restano i dubbi sulla possibilità di concludere in tempo i sei tornei già iniziati a inizio settimana dopo la cancellazione del programma odierno: per definire meglio la situazione, nel tardo pomeriggio australiano ha parlato Craig Tiley, direttore dell’Australian Open e CEO di Tennis Australia. Tiley è sicuro che tutti i giocatori risulteranno negativi e che torneranno subito in campo. Tra questi c’è Fabio Fognini, che su Instagram ha pubblicato una storia in cui annuncia di essere in viaggio, direzione di Melbourne Park, essendo risultato negativo. “Sono tutti considerati tra i ‘contatti casuali’ del positivo. Come ha detto il premier, agiremo con estrema cautela”, ha dichiarato Tiley.
SOLUZIONI – Il primo passo da fare è definire il programma della giornata di venerdì. In due WTA 500 si è arrivati ai quarti, mentre un terzo ‘500’ è appena al primo turno (quello in cui sono iscritte le giocatrici tenute in quarantena totale nei giorni scorsi). C’è da completare la fase a gironi dell’ATP Cup e i due ATP 250 sono invece fermi agli ottavi. Come riuscire a completare tutti e sei i tornei entro domenica, senza rimandare l’inizio dell’Australian Open (lunedì 8 febbraio)?
“Abbiamo diverse opzioni” ha spiegato Tiley. “Possiamo valutare un cambio di format nel punteggio o il numero di campi che utilizziamo. Decideremo nelle prossime ore assieme all’ATP e alla WTA. Resta la volontà di concludere tutti i tornei entro domenica e iniziare l’Australian Open lunedì“. Questa possibilità è stata confermata dal circuito femminile: per tutti e tre i WTA 500 della settimana il terzo set sarà un super tie-break anche nel singolare. Una decisione presa per non far pesare troppo i doppi turni (che sicuramente toccheranno a qualche atleta) alla vigilia di uno Slam. Non sono arrivate comunicazioni su un eventuale modifica al format dei tornei ATP.
RISCHIO PIOGGIA – Tiley e gli organizzatori sperano fortemente anche in una mano dal cielo: per la giornata di venerdì è prevista pioggia. Come se non bastasse. A Melbourne Park ci sono comunque tre stadi con il tetto, che potrebbero dare una grossa mano nei prossimi tre giorni. Per l’ATP Cup basterà spostare in avanti il programma di un giorno: fase a gironi venerdì, semifinale sabato e finale domenica. Più complesso il discorso per gli altri cinque eventi, soprattutto il Grampians Trophy, il WTA per le giocatrici rimaste in isolamento.
PUBBLICO E PRECAUZIONE – Nonostante Tiley sia “totalmente fiducioso che l’Australian Open partirà lunedì”, il sorteggio dei tabelloni (inizialmente previsto per le 18 di giovedì, le 8 di mattina in Italia) è stato rimandato. Si terrà venerdì alle 14/15 in Australia, le 4/5 del mattino da noi. Ciò significa che le possibilità di rinvio del torneo ci sono. Esigue, ma ci sono. Lo stato del Victoria non registrava un nuovo caso locale (e non esterno) di positività al Covid da ben 28 giorni. Per questo il premier Andrews ha subito aumentato le restrizioni su tutto lo stato: è di nuovo obbligatoria la mascherina al chiuso, ci si potrà riunire massimo in 15 (e non più in 30) e la proposta di riportare in ufficio il 75% dei lavoratori da lunedì è stata bloccata. Nonostante ciò, il protocollo sul pubblico per l’Australian Open non dovrebbe essere toccato: “Il Covid non dà garanzie” continua Tiley, “ma arrivati a questo punto il torneo non dovrebbe essere intaccato. Le cose possono però cambiare e siamo pronti a prendere decisioni difficili con le autorità sanitarie”.