Gael Monfils in lacrime: “Non riesco a fare quello che voglio, non ho fiducia”

Australian Open

Gael Monfils in lacrime: “Non riesco a fare quello che voglio, non ho fiducia”

“Quando uno è a terra, non dovete sparargli” dice Lamonf dopo la sconfitta contro Ruusuvuori al primo turno dell’Australian Open

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Non vince più, Gael Monfils. È passato quasi un anno da quei tre match point non sfruttati contro Novak Djokovic a Dubai che gli sarebbero valsi il terzo titolo consecutivo. Poi, dopo lo stop del circuito, Gael non ha più vinto un incontro. Molto più che per altri, l’assenza di pubblico è stata determinante per lui nella seconda parte della scorsa stagione. Una tale inerzia negativa è però difficile da invertire e ne ha approfittato Emil Ruusuvuori che, viceversa, proprio dalla ripresa del Tour si è accomodato in top 100. Cinque set per tre ore e tre quarti.

Vinto il primo parziale e ceduti i due successivi, il francese ha recuperato lo svantaggio, ma il quarto gioco della partita finale gli è stato fatale, nonostante le tre opportunità di tenere quel turno di battuta. Poca lucidità quando Ruusuvuori raggiunge in extremis un’ottima smorzata con taglio a uscire e si muove per tentare di coprire il campo dopo l’approccio lungolinea, con i piedi che quasi sfiorano la rete. Neanche Isner riuscirebbe a intercettare un lob, invece Lamonf sceglie il passante incrociato. Ma non è una sliding door se da tre ore e mezza stai faticando in difesa nei pressi dei giudici di linea. Non che ci siano i giudici di linea, ma il concetto è quello. Emil ha anche bisogno del l’intervento del medico, ma gli basta tenere i due successivi servizi per passare al secondo turno (3-6 6-4 7-5 3-6 6-3 il punteggio finale).

Monfils è prevedibilmente a terra quando risponde alle domande dei giornalisti. “Mi sento molto turbato dopo questa sconfitta” sono le sue prime parole riportate dal quotidiano l’Equipe. “Sto cercando di trovare la fiducia. È difficile. L’importante è trovare quel piccolo trucco che ti fa vincere. Sì, voglio vincere. Sto cercando di ricostruirmi in modo da poter vincere. Non ho fiducia. Mi alleno cercando di credere in quello che faccio, ma è difficile. Nessuna fiducia, nessun punto di riferimento. Non mi fermo per una sconfitta. Direte che che ho perso ancora, ma per me è la prima sconfitta dell’anno. Cerco di continuare a lavorare per vedere il momento in cui mi sorriderà un po’ di più. Ogni volta che arrivo qui [di fronte ai media], mi sento giudicato. Sono già a terra e mi sparate. Nessuna fiducia.

Gli domandano se questa sensazione venga fuori nei momenti decisivi del match o non lo abbandoni mai. La risposta è eloquente: “Gioco male, non riesco a servire, a tirare il dritto, commetto errori. Sto sei metri dietro la linea di fondo attaccato ai teloni. Nessuna fiducia. Non mi sento bene, si vede. Non ho bisogno di aggiungere altro, penso che sia chiaro”.

A dispetto di quanto detto, non è stato davvero il primo incontro dell’anno. Pochi giorni prima, era arrivata la sconfitta contro un Matteo Berrettini in grande spolvero. In quell’occasione, Lamonf era stato più aggressivo confronto al match di esordio nello Slam. Deve forse trovare il giusto equilibrio? “Esattamente. Cerco di essere paziente, mi do da fare, ma non riesco a trovare il giusto ritmo, il mio gioco. E non mi sento bene perché non riesco a fare ciò che voglio, perché mi manca la fiducia, perché non riesco a trovare il mio gioco, il dritto, il servizio. È questo che non mi fa stare bene. È palpabile, duro, frustrante. Mi sforzo cercando di fare qualcosa, ma non riesco a fare nulla. E hai anche un avversario di fronte. Quando ti senti meno che bene, non vinci più. Tutti quanti giocano benissimo”. È necessario trovare una soluzione per invertire la rotta, ma non c’è neanche un indizio da cui cominciare. “Mi preparo, ma in partita non riesco. Neanche il allenamento gioco molto bene. Non ce la faccio, non funziona”.

Sembra quasi incredibile che una stagione come quella passata, iniziata in grande forma, si sia conclusa nel peggiore dei modi. Certo, lo abbiamo detto e ripetuto, l’interruzione, le nuove condizioni dettate dalla pandemia hanno fatto sì che arrivassero delle sconfitte, un po’ come è successo a Benoit Paire; un altro che, come e anche più di Gael, va in campo per divertirsi divertendo – un altro che ha perso subito. Per quanto giustificate dal carattere del personaggio, tuttavia, le sconfitte sono rimaste nella testa e sembrano aver intaccato in modo (al momento) irrimediabile l’essenza stessa di Lamonf giocatore. “Continuo a lavorare, continuo a crederci sperando di vincere un match, poi due e la fiducia tornerà. Ma ora è difficile. Vorrei uscire da qui, avere un po’ di clemenza. È vero, ho perso molto e fa male perché ci sto provando. E ogni volta vengo qui, tutti continuano a dirmi cose, lo vedete che non ce la faccio. Mi ammazzo di lavoro e non funziona. Quando uno è a terra, non dovete sparargli. Vorrei alzarmi e dirmi che l’incubo è finito, ma sono ancora qua”.

Gael finisce tra le lacrime. “Mia madre mi dirà ‘continua a lavorare e tornerà’. È l’unico trucco”.

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