Sonego: "Volevo arrivare in alto, ma non pensavo in così poco tempo”

Interviste

Sonego: “Volevo arrivare in alto, ma non pensavo in così poco tempo”

Il tennista torinese racconta le sue sensazioni alla vigilia dell’Australian Open

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Lorenzo Sonego - ATP Vienna 2020 (via Twitter, @atptour)
 

È iniziata con una sconfitta la trasferta australiana di Lorenzo Sonego. In campo per l’ATP 250 “Melbourne 2”, il venticinquenne torinese è stato infatti battuto in rimonta dalla wild card Jason Kubler, n. 265. Ma il passo falso appena uscito dalla quarantena nella settimana che precede il primo Slam della stagione non ha per nulla tolto il sorriso all’azzurro che, anzi, appare ben intenzionato a raccogliere il meglio da quell’esperienza in vista dell’appuntamento principale. “Sono comunque riuscito a giocare un ottimo primo set” dice Lorenzo. “L’avversario è australiano, aveva giocato già due partite nelle qualificazioni dell’Australian Open, quindi più abituato di me a giocare all’aperto. Una partita difficile, ma mi è servita nei giorni successivi per allenarmi e ritrovare la forma. Adesso mi sento al 100%.

Serenità, Sam e servizio

Una caratteristica di Lorenzo che davvero non si può non ammirare è l’approccio mentale. Lo abbiamo visto alla ripresa del Tour lo scorso agosto faticare a ritrovare il proprio gioco, ma restando sempre determinato e positivo è riuscito a raggiungere gli ottavi al Roland Garros e la finale a Vienna. Il suo atteggiamento, dal tono ancor più che dalle parole, dimostra quanto apprezzi essere dove si trova adesso. Sono molto sereno. È sempre un piacere giocare tornei così importanti. Devo cercare di godermeli appieno, di vivere veramente questo torneo divertendomi, anche perché ritorna il pubblico. La serenità e la tranquillità sono fondamentali”. Sorteggiato contro Sam Querrey, una sfida inedita che si giocherà nel day 2 di martedì, gli è andata meglio rispetto ad altri connazionali. “Gli italiani hanno un sorteggio molto difficile, ma possiamo superare tutti il primo turno. Querrey è un giocatore molto offensivo, gioca tutto su servizio e dritto e bene a rete, quindi la cosa principale è cercare di metterlo in difficoltà, comandare prima di lui e muoverlo.

Sonego ricorda con piacere la settimana di dicembre trascorsa all’Accademia di Rafa Nadal. Con lui c’erano anche Felix Auger-Aliassime ed Emil Ruusuvuori. “Il mio allenatore [Gipo Arbino, ndr] ha parlato tanto con Toni Nadal, di sicuro abbiamo imparato tante cose: l’atteggiamento, come affronta ogni secondo in campo, una concentrazione e una volontà fuori dal comune”. E, a proposito di progressi, Lorenzo ci dice su cosa sta lavorando dal punto di vista tecnico: “Anche se è il mio colpo forte, siamo molto attenti al sevizio, a cercare di migliorarlo perché è ormai una delle armi principali di tutti e anche la mia. Quando servo bene, è più facile che vinca la partita. E poi la risposta: le situazioni di inizio gioco sono ormai fondamentali e cambiano l’inerzia dello scambio”.

Ha trascorso molte delle diciannove ore al giorno della quarantena nella stanza d’hotel tra serie TV e NBA, evitando di “stordirsi” (non il verbo che ha usato) troppo, con il rischio di arrivare stanco agli allenamenti. “La cosa buona è che sono riuscito a giocare” dice riferendosi a quelli che hanno passato i 14 giorni in totale isolamento. “In Australia hanno fatto tanto lockdown, hanno zero casi e quindi vogliono essere sicuri, però hanno organizzato tutto alla perfezione. È ovvio che per noi è difficile fare tutto in cinque ore, quindi è stato un mantenimento più che un allenamento vero e proprio.

Forse vince Nole, ma chi può battere tutti è…

Lorenzo vede Novak Djokovic favorito per la vittoria finale e, per quanto riguarda il confronto tra Sinner e Shapovalov, probabilmente quello di primo turno che più di ogni altro calamiterà l’attenzione degli appassionati, “è da 50 e 50. Molto dura, ma ha già battuto gente così forte e può vincere. Parlando invece di Matteo Berrettini che questa settimana ha liquidato con disarmante facilità Thiem e Monfils, non nasconde un misto di ottimismo e ammirazione per lo stato di forma espresso dall’amico: “L’ho guardato in TV e mi ha impressionato. Ha preso a pallate tutti fino ad ora. In questo momento può veramente battere tutti”.

L’affermazione è stata rilasciata prima della sconfitta di Berrettini contro Medvedev, che difficilmente avrebbe cambiato la direzione dell’analisi complessiva dei risultati e delle potenzialità di Matteo che, dopo un travolgente 2019, è incappato in una stagione già zoppa di per sé, ma che qualche problema fisico e alcune sconfitte brucianti hanno reso deludente, facendo anche nascere interrogativi sulla reale appartenenza alla top 10, per adesso salvata dal ranking biennale. “Penso che lui, a differenza di tutti gli altri giocatori d’Italia, abbia una continuità diversa. Ha sempre avuto questa continuità di risultati incredibile, quindi penso che riesca a rimanere a quel livello per tanti anni se non ha la sfiga di avere infortuni come qualche volta gli capita. Però, senza infortuni, è uno che ha una grandissima continuità”.

Più veloce della… aspettativa

Rassicurati su presente e futuro di Berretto, scopriamo quello che ci riserva lo stesso Lorenzo. “Io ho solo continuità nell’atteggiamento, nella voglia di stare lì e vincere tutte le partite” dice quasi schermendosi, come se fosse una qualità da nulla. La continuità di Berrettini ancora mi manca. Sta migliorando, ma devo arrivare a quel livello per continuare a salire. Adesso si trova alla posizione 35 ATP e si è accaparrato una testa di serie all’Australian Open (il sorpasso appena effettuato da Sinner non è valido per il seeding dello Slam), tanto prestigiosa quanto utile per evitare avversari di classifica superiore almeno nei primi due turni. Soprattutto se pensiamo che all’Happy Slam di due anni fa, fuori dai primi 100, si arrendeva al terzo turno delle qualificazioni. “Non ho mai dubitato di me stesso, però arrivare a essere testa di serie in uno Slam non mi ha mai sfiorato la testa. Volevo arrivare in alto, ma non pensavo in così poco tempo.

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