Fognini e Caruso, bocche cucite sul litigio. "Parliamo del match, che non è stato male"

Australian Open

Fognini e Caruso, bocche cucite sul litigio. “Parliamo del match, che non è stato male”

I reduci dal burrascoso finale di derby minimizzano: “Cose di campo, ci parleremo”. Fabio si sente braccato: “Gli italiani più giovani ci tengono molto a battermi”

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Verrebbe quasi da pensare che se uno ha avuto “culo” dopo aver perso in quattro ore di lotta al quinto, essendo stato in vantaggio per cinque a uno al super tiebreak, e avendo rischiato di lasciar lì la caviglia per un infortunio di gioco, figuriamoci se avesse avuto anche sfiga. Tralasciando il linguaggio intriso nell’otre boccaccesco comunque inerente ai toni del bisticcio, di sicuro c’è di che rammaricarsi: non tanto per le scusabilissime scurrilità emesse causa fatica, inclinazione e tensione, e comunque le famose questioni di campo rimangono, appunto, questioni di campo. Quanto per l’obbligo di constatare che, nel mondo nuovo dei microfoni a bordocampo e della vita in & off court di giovani uomini sempre a disposizione del pubblico ludibrio a favore di telecamere e social, un gran match deciso da un colpo di reni alla fine dei conti diventa gregario di un bisticcio come se ne vedono in tutti i tornei di quarta categoria del mondo.

Dice sì, ma i professionisti hanno doveri morali, devono dare l’esempio, occorre che rispettino il loro ruolo di persone influenti, anche se riesce difficile capire quali obblighi comporti. Quello di non parlare sboccato? Converrebbe parlare del match, se la baruffa non supera certi limiti. E infatti Fabio Fognini e Salvo Caruso, i due protagonisti della zuffa, di tutto fuorché dell’alterco vogliono parlare. “Sicuro che sarebbe stata la prima domanda – esordisce Salvo in conferenza stampa -. Non vorrei dilungarmi troppo sull’argomento. Avevamo opinioni diverse di cui sarebbe stato meglio discutere in spogliatoio. Sicuramente ne parleremo, ma non ci siamo ancora visti“. Sulla stessa lunghezza d’onda, sebbene con toni leggermente meno accomodanti, la posizione di Fognini: “Cose che restano in campo, siamo amici, finita lì“. Risposta considerata poco esauriente dalla stampa affamata di gossip, comunque respinta con danni dopo la richiesta di scendere nei dettagli dell’accaduto: “Che lingua parli? Hai capito quello che ho detto? Non risponderò più su questo, prego, la prossima domanda“. Sono ragazzi.

In campo quello che succede, succede, e in effetti molto è successo, bisticci a parte. Nonostante un KO probabilmente difficile da mandare giù, se non altro per come è maturato, il tennista di Avola è sereno in conferenza stampa. “Sono contento, non potrei non esserlo, ho dato tutto e di più. Le sconfitte difficili da digerire sono altre“. Sul cinque a uno nel tie break decisivo uno magari la bocca alla vittoria la fa, tuttavia. “Poco da recriminare, ho giocato un gran tennis. Sul cinque a uno per me Fabio ha tirato quattro vincenti a settecento all’ora, e sul match point ho messo un rovescio lungo di dieci centimetri. Vado a casa col sorriso“. Una partita sul filo del rasoio, e stavolta Fabio non può non convenire. “Ho avuto qualche occasione in più, sono stato due volte sul quaranta a quindici in risposta nel quinto set, ma è stata una lotta da cui chiunque sarebbe potuto uscire vincitore. Sono contento di come ho giocato il tie break finale, ho tirato un paio di vincenti mica male. Ho dovuto sudare: a quasi trentaquattro anni mi sento un po’ una preda, i più giovani ci tengono a far bene contro di me, e possibilmente a battermi“.

Salvo adesso attende l’aeroplano per casa, ma la stiva è carica di fiducia. “Se partite come queste mi fanno capire di valere i primi cinquanta della classifica? – chiosa. No, non c’era bisogno di questa partita, ne ero convinto già prima“. Quando si parla dell’importanza dell’autostima. Nel futuro di Fabio, invece, c’è il numero uno di casa Alex De Minaur, per un terzo turno dall’altissimo coefficiente di difficoltà. “Il mio unico pensiero è cercare di recuperare al cento per cento, perché l’ottanta potrebbe non bastare. Lui è favorito, non ci sono dubbi. Se voglio avere chance devo giocare come ho giocato al primo turno. Stamattina ho incontrato Herbert in palestra e me l’ha confessato, “mi hai distrutto”. Oggi non mi sono sentito così comodo in campo“. La stampa accorsa ascolta il giusto, le antenne essendo indirizzate altrove. Dove? Lo sappiamo bene. “Non ti preoccupare – Fognini rassicura un giornalista più insistente degli altri -, chiarirò con Salvatore. Quando ci avrò parlato ti manderò un messaggio, dammi il tuo numero“.

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