Serena Williams se ne va in lacrime: ultimo viaggio in Australia?

Australian Open

Serena Williams se ne va in lacrime: ultimo viaggio in Australia?

La 23 volte campionessa Slam, a quasi 40 anni, potrebbe aver salutato definitivamente il torneo vinto sette volte. L’ammirazione di Osaka: “Vorrei che lei giocasse per sempre”

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Scorrono i titoli di coda. Senza rimando, probabilmente, a una prossima puntata. L’ultimo frame dell’Australian Open di Serena Williams è una conferenza stampa che si prende la scena più della partita persa in due set con Naomi Osaka. Durante l’incontro (virtuale) con i media, la vecchia regina ha alzato bandiera bianca sul fronte emotivo. A una domanda sulla prospettiva del ritiro, emersa tra le righe di un saluto alle tribune più accorato del solito, la risposta è stata un cortocircuito di emozioni: “Non so, la gente qui in Australia è fantastica, è stato bello averla intorno. Se mai dovessi chiudere col tennis, non lo direi a nessuno“. Un sorriso nervoso, poi le lacrime e l’istinto di alzarsi dalla sedia lasciando in sospeso ogni discorso. “Non lo so, ho finito“. A quasi 40 anni, fa un certo effetto sfilarsi dal collo il pass di Melbourne Park. Pensando che potrebbe essere stata l’ultima volta.

AUTOCRITICA – “La differenza l’hanno fatta i miei errori – ha analizzato, fin quando si è parlato del match. L’ennesimo scontro generazionale, questo più che mai significativo. Nella fluidità delle gerarchie del tennis femminile, Naomi Osaka continua ad avere qualcosa in più delle altre candidate al passaggio di testimone. “Ero una bambina quando la guardavo giocare, adesso trovarla dall’altra parte della rete è un sogno ha ricordato la giapponese nell’intervista sul campo. Per poi aggiungere in sala stampa, deviando l’attenzione dalla sua quarta finale Slam: “Vorrei che Serena giocasse per sempre“.

Ho avuto l’opportunità di andare sul 5-5 nel secondo set e l’ho sprecata – ha proseguito la campionessa battuta – , è stata una giornata di grandi errori per me“. Concetto da rimarcare, specie nel momento in cui il dritto l’ha tradita con percentuali inimmaginabili: 13 gratuiti, soltanto due vincenti (nessuno nel primo set). Può capitare di andare fuori giri, senza accampare eccessive scuse. “Anche perché mi sentivo bene – spiega – mi riferisco all’immediata vigilia di questa partita, come anche al resto del torneo“. Del resto, dei dieci set disputati prima della semifinale ne aveva lasciato per strada soltanto uno (agli ottavi, contro Sabalenka). Nel penultimo atto, quella che ha schiacciato Halep era stata una prestazione di vigore atletico e motivazioni massimali. Poi la corsa si è fermata.

CONTRO IL TEMPO – Melbourne 2021, con il percorso tormentato per arrivarci, dava a tutti l’idea di rappresentare la più verosimile occasione per centrare il desiderato ventiquattresimo Slam (ed eguagliare il record di Margaret Court). Un cerchio che però, a questo punto, rischia di non chiudersi. Nonostante le buone condizioni di forma mostrate in queste settimane possano lasciare aperto qualche spiraglio per l’estate. “Non è ossessionata da quell’obiettivo“, aveva raccontato Patrick Mouratoglou alla vigilia della semifinale. Svelando però anche l’altro lato della medaglia, perché dietro quelle lacrime non possono che esserci aspettative svanite.

E le aspettative non sono certo le migliori amiche degli atleti professionisti. Porto sempre l’esempio della vittoria a Wimbledon di Marion Bartoli. Diverse giocatrici hanno avuto l’occasione della vita in quel torneo e molte di loro non sono state in grado di giocare proprio a cause delle aspettative. Non volevano perdere l’occasione. Se ci pensi, è finita”. Ecco. Poi, a freddo, Serena ha scelto di affidare ai social un saluto più lucido ai tifosi australiani: “Non è stata una gran giornata, ma è stato un onore giocare davanti a tutti voi. Avrei voluto fare meglio di fronte al vostro sostegno e ai vostri applausi. Vi sarò per sempre grata, vi amo“. Difficile interpretarlo come un arrivederci.

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