Marsiglia: Medvedev con lode. Decimo titolo e numero 2 (Cocchi). Il sorpasso di Medvedev, genio fumantino che non bada allo stile (Bertolucci)

Rassegna stampa

Marsiglia: Medvedev con lode. Decimo titolo e numero 2 (Cocchi). Il sorpasso di Medvedev, genio fumantino che non bada allo stile (Bertolucci)

La rassegna stampa di lunedì 15 marzo 2021

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Marsiglia: Medvedev con lode. Decimo titolo e numero 2 (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

È un Medvedev da 10 e lode quello che centra il titolo a Marsiglia battendo Pierre-Hugues Herbert 6-4 6-7 (4) 6-4. Un voto alla crescita costante degli ultimi anni, al decimo titolo in carriera e alla conquista del secondo posto del ranking mondiale dove si accomoda ufficialmente oggi. Una svolta epocale per la classifica, che non vedeva un nuovo ospite al secondo posto dal luglio del 2005. Sono infatti quasi 16 anni che le prime due posizioni vengono occupate da uno dei Fab Four, il club di fenomeni formato da Federer, Nadal, Djokovic e Murray. «Quello che sono riusciti a fare i Big 3 è una cosa incredibile – ha detto Medvedev -, e i record che hanno raggiunto non credo saranno superati nei prossimi 100 anni. Djokovic penso sia in grado di arrivare anche a 400 settimane di fila da numero 1. Ovvio che lo come tutti gli altri cercheremo di fermarlo». Oggi invece sul cemento di Dubai comincia l’Atp 500 che vede al via subito Marco Cecchinato contro Gasquet. In tabellone ci sono anche Lorenzo Sonego e Jannik Sinner che usufruiscono di un bye. Si gioca anche ad Acapulco con Salvatore Caruso (n.79) che debutterà contro Isner (n.26), mentre Fabio Fognini (n.18), al rientro nel circuito dopo gli Australian Open, trova Stefano Travaglia (n.65).

Il sorpasso di Medvedev, genio fumantino che non bada allo stile (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

Il sorpasso è arrivato: da oggi Daniil Medvedev è il nuovo numero due del mondo nel ranking Atp. Un cambiamento che possiamo definire epocale. Il russo è infatti, dal 2005, il primo giocatore fuori dai Fab 4 (Federer, Nadal, Djokovic e Murray) a riuscirci. La pandemia e la decisione di scongelare la classifica hanno forse solo anticipato l’ineluttabile, un ricambio al vertice che sembrava impossibile fino a prima che il Covid investisse il pianeta, ma di certo non casuale. A suo modo, Daniil, è un genio intriso di sregolatezza con l’aggiunta di un carattere da peperino. Ha dovuto lavorare molto su se stesso per limitare gli scatti d’ira e rimanere concentrato sul lavoro da svolgere sul campo per condurre positivamente in porto le partite. Molto merito dei progressi compiuti deve essere ascritto al coach francese Gilles Cervara, rimasto al suo fianco nella buona e nella cattiva sorte, anche quando le cose non filavano per il verso giusto, i risultati faticavano a vedersi e addirittura c’era da metabolizzare la squalifica per insulti razzisti. Pian piano i risultati sono emersi. Negli ultimi due anni si è visto il frutto del lavoro eseguito, e Medvedev è riuscito da un lato a controllare il carattere fumantino e al tempo stesso assemblare il suo tennis così particolare. Il russo, allampanato e stilisticamente poco ortodosso, ha arricchito il proprio bagaglio con un servizio puntuale e incisivo che risponde prontamente alle sollecitazioni. Da dietro, in fase di costruzione, non accusa impacci grazie a un dritto che, se da un lato è poco lineare, dall’altro è capace di trovare angoli sempre interessanti. Il fiore all’occhiello del giocatore resta lo straordinario rovescio bimane con cui sferra fendenti piatti da qualsiasi posizione del campo. Chi valuta un giocatore solo in base a parametri estetici certamente non rimane abbagliato dalle esecuzioni di Daniil Medvedev non capendo che ci sono mille modi per avvicinarsi, colpire e indirizzare la palla. Riuscire a eseguire il colpo con grazia è un piacere per gli occhi ma non frutta vantaggi nel punteggio e lui, badando al sodo, ha sposato questa teoria. Anche la corsa non appare fluida ma il russo sfruttando a dovere le lunghe leve è capace di piegarsi come un giunco per difendere gli angoli più remoti. Quello che impressiona guardando al futuro sono gli ampi margini di miglioramento che ha in tasca.

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