Gli italiani deludono al Challenger di Biella

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Gli italiani deludono al Challenger di Biella

L’unico a vincere un match è Andreas Seppi, sconfitto poi al secondo turno dal qualificato tedesco Bachinger

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Andreas Seppi - ATP Challenger Biella 2 2021 (foto Felice Calabrò)
 

Le onde altissime che Sinner e Musetti hanno sollevato a Dubai e Acapulco, si sono trasformate, al Challenger 80 di Biella 4, in una placida risacca. Purtroppo i loro coetanei, pur talentuosissimi, sono ancora alla fase dei complimenti: ‘Bravo lo stesso, bella partita’. Matteo Gigante, Luca Nardi e Flavio Cobolli, entrati grazie a una wild card, non superano infatti il primo turno (le qualificazioni nel caso di Nardi, ndr). Gigante, 19enne dalla classe cristallina, viene fermato (7-5 5-7 6-2) dall’esperto ucraino Sergiy Stakhovsky (n.195 ATP), il suo amico del cuore Cobolli, 19 anni tra due mesi, cede onorevolmente contro l’altro ucraino Illya Marchenko (6-3 7-5) e Luca Nardi, 17enne dal tocco fatato, assaggia la cura Santillan (6-3 6-4). Probabilmente non esiste una risposta univoca sul perché questi ragazzi fatichino tanto nel loro approccio al mondo professionistico. Può darsi che sia un problema attitudinale, o più semplicemente il fatto che, fin da bambini, si sono sentiti gravati di fin troppe aspettative.

In realtà non è che la vecchia guardia sia andata molto meglio, a partire da Andreas Seppi che, dopo la vittoria a Biella 3, non riesce a concedere il bis. Dopo aver battuto al primo turno (4-6 6-3 6-3) lo statunitense Jack Sock (ex n.8 ATP), subentrato come lucky loser al finalista di Biella 3 Liam Broady, gli è stato fatale il tedesco Matthias Bachinger (n.269 ATP), proveniente dalle qualificazioni. L’altoatesino è sembrato non aver recuperato dalle fatiche della scorsa settimana e nel primo set è stato abbandonato anche dal servizio, subendo ben tre break, ovviamente decisivi. Certo, il modesto avversario ha cercato di dargli una mano (due servizi persi anche per lui, ndr) ma oggi Andreas avrebbe avuto soprattutto bisogno di qualche anno in meno all’anagrafe o forse solo di un po’ di salute in più. Il secondo parziale scorre più regolare fino al decimo gioco in cui Seppi, in risposta, ha un set point. Non lo sfrutta e nel gioco successivo, per la ben nota legge del contrappasso, è lui a perdere il servizio. Nel game successivo riesce a procurarsi due palle break, ma è l’ultimo sussulto prima di andare a rete a stringere la mano all’avversario. Punteggio finale 6-3 7-5.

Fuori al primo turno gli altri italiani: Roberto Marcora non la spunta (7-6 6-1) contro l’ex grande promessa del tennis mondiale, l’australiano Bernard Tomic (n.211 ATP). Ottava sconfitta consecutiva per Stefano Napolitano che questa volta deve inchinarsi (7-6 0-6 6-4) al ceco Zdenek Kolar (n.239 ATP), buon doppista (tre mesi fa vincitore del Challenger di Maya in coppia col nostro Andrea Vavassori) per l’occasione prestato al singolo. Qualificazioni fatali infine per Andrea Arnaboldi, Fabrizio Ornago e Luca Vanni,

Nessun azzurro in gara negli altri due Challenger 80 in programma questa settimana: a Santiago del Cile (terra outdoor) e Cleveland (veloce indoor). A Santiago, fuori la prima testa di serie, lo spagnolo Roberto Carballes Baena (n.95 ATP), è difficile fare previsioni, anche se ci piacerebbe molto che il rientrante padrone di casa Nicolas Jarry (n.28 ATP nel luglio 2019), squalificato per doping lo scorso aprile e poi riconosciuto innocente, potesse prendersi la sua personalissima rivincita. Temiamo però che la desuetudine agonistica e i pessimi risultati nei pochi tornei disputati quest’anno possano risultargli fatali. A Cleveland, perse per strada le prime due teste di serie (l’australiano James Duckworth e il giapponese Go Soeda), vediamo bene lo statunitense Jenson Brooksby (n.254 ATP), vincitore in febbraio del Challenger di Potchefstroom 2, in alternativa l’ecuadoregno Emilio Gomez (n.177 ATP). Difficile trovare un altro candidato credibile tra quelli che hanno raggiunto i quarti di finale.

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