Musetti: "Mi sembra di poter fare tutto questa settimana"

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Musetti: “Mi sembra di poter fare tutto questa settimana”

Lorenzo Musetti è raggiante dopo il successo su Dimitrov, che lo manda anche in top 100: “Ho dovuto fare i miracoli per entrarci, con il ranking congelato!”. Ora Tsitsipas: “Non è finita, avrò le mie chance”

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Lorenzo Musetti - Acapulco 2021 (foto AMT2021)
 

Quindici minuti di conferenza stampa da onorare all’1:30 locale, dopo oltre due ore di gioco, possono diventare quasi un fardello quando non vedi l’ora di andare a dormire per preparare la tua prima semifinale in un ATP 500 – il match più importante (fino ad ora) della tua carriera che ti vedrà opposto a Stefanos Tsitsipas, il secondo top 10 che ti si para davanti in carriera.

Sono i problemi – se così possiamo chiamarli – che deve affrontare questa settimana Lorenzo Musetti, 19 anni compiuti appena un paio di settimane fa, che ha trovato il modo di farsi adottare dal pubblico di Acapulco vincendo (fino ad ora!) tutte le partite. Le tre di qualificazione contro Hernandez, Velotti e Ferreira Silva, poi quella contro Schwartzman (primo successo su un top 10), quindi Tiafoe e per ultimo il successo in due set su Dimitrov, che con lui condivide la bellezza del gesto e il rovescio a una mano. Gli undici anni di differenza sono però emersi in favore del più giovane, che ha avuto più coraggio e ha messo in mostra più soluzioni.

In questo momento è difficile descrivere come mi sento” ha esordito Lorenzo. “Sicuramente sono stanco, quasi esausto, ma davvero felice. Finalmente una semifinale; sarò in top 100 da lunedì, ho realizzato un sacco di obiettivi stanotte. Sono davvero fiero di me stesso, ho giocato molto bene“. La stanchezza non è però in grado di oscurare l’ambizione: “Mi sembra di poter fare tutto questa settimana. Non voglio perdere. Anche stanotte ho fallito alcuni match point prima di vincere, sono stato sopra e sotto di un break; il tennis è un gioco mentale e la chiave è rimanere sempre in partita“. Facile a dirsi, molto meno a farsi – e Musetti sta dimostrando questa settimana di poterlo fare anche su palcoscenici di un certo livello.

 

Dimitrov è un ottimo giocatore” dice tornando sul match appena vinto. “Si muove molto velocemente, è molto flessibile. Io ho servito e risposto molto bene, ho cercato di comandare lo scambio sin dal primo punto con il dritto. Lui è un gran difensore, un buon lottatore e gli piace giocare lo slice, mischiare le carte. Alla fine ho vinto un match fantastico, anche molto fisico“. Appena la sua undicesima apparizione a livello di circuito maggiore, che gli frutta già il terzo successo ai danni di un top 20. La crescita atletica è stata cruciale. “Vengo da un lavoro di preparazione molto intenso, sono cresciuto tanto dal punto di vista fisico. Sono stato un po’ un diesel, ho dovuto un attimo carburare ma adesso mi sento veramente bene fisicamente, molto sciolto e flessibile in campo (un po’ come Dimitrov, ndr). Mi sto muovendo molto bene, il lavoro ha dato i suoi frutti. In carriera ho sempre avuto alti e bassi, fino ad ora. Ad esempio a inizio stagione non giocavo bene ma ho ottenuto risultati grazie all’atteggiamento. Ora sto giocando molto bene invece. Penso di aver giocato una partita quasi perfetta e sono ancora più contento“.

Lorenzo Musetti – Acapulco 2021 (foto AMT 2021)

La prossima fermata, come detto, porta il nome di Stefanos Tsitsipas. Un altro rovescio a una mano, un altro valore rispetto a Dimitrov – parliamo del numero 5 del mondo. “Sarà molto dura, ma anche io sto giocando bene” dice Musetti, lasciando nuovamente trasparire tutta la sua ambizione. “Ogni partita è diversa, ma affronterò uno dei giocatori più forti del circuito. Sinceramente non ne ho ancora parlato con Simone, non c’è stato tempo. Ovviamente parto sfavorito ma non ho niente da perdere, mentre lui deve vincere e un po’ di pressione ce l’avrà. È stata una bella settimana: al massimo finirò lottando“. Poi ci ripensa: “Ma non penso sia finita: avrò le mie chance anche domani“. Passando senza problemi dall’inglese all’italiano, perché nonostante l’orario proibitivo tutti vogliono sentire cosa ha da dire, Lorenzo confessa che non si aspettava la semifinale – era venuto qui principalmente per passare le quali e giocare nel main draw. Adesso c’è una top 100 (a lungo inseguita) da festeggiare.

Lo sapevo bene anche prima di entrare in campo, in questa partita avevo un altro obiettivo oltre alla semifinale e al prize money. Il mio obiettivo principale era quello della classifica, perché con il ranking congelato non è facile salire. È stato uno scoglio veramente duro, ho dovuto fare i miracoli per entrare in top 100 ma finalmente ci sono riuscito. Le porte degli Slam si aprono, ho la possibilità di fare più punti e scalare la classifica sarà più facile… anche se non sarà facile! Però ci saranno più tornei accessibili“. Essere in top 100 o rimanerne fuori fa una gran differenza, e da questo punto di vista è perfettamente comprensibile che Musetti fosse lì con la calcolatrice in mano mentre Sinner – già ampiamente in top 50 – dice che per lui la classifica è solo un numero.

Per provare ad abbassare ancora questo numero – l’approdo in finale lo proietterebbe alla posizione 77 del ranking, il titolo 22 posizioni più in alto – Lorenzo potrà contare anche sul supporto del pubblico messicano. “Mi piacciono le attenzioni del pubblico. Oggi c’erano molte persone sugli spalti a sostenermi, tutti tifavano per me e l’ho apprezzato molto. Spero sarà lo stesso anche contro Stefanos. Sì, sono stanco, ma darò il massimo. Non ho contratture o crampi, mi riposerò un po’ prima della partita, alle otto il warm-up e alle dieci si va in campo. Sarò ok per la partita“.

Anche perché per i rituali a fini scaramantici, con le giornate lunghe di Acapulco, non c’è molto spazio. “Oggi ho finito all’una, quindi ogni rituale dei giorni precedente sarebbe andato a farsi benedire! E poi non credo troppo a queste cose, anche se uso sempre la stessa doccia negli spogliatoi. Per il resto… già il tennis è complicato, quello lì diventerebbe un altro lavoro!“. Quello del tennista, bisogna essere onesti, sembra riuscirgli piuttosto bene.

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Sara Errani: “Dedico questa vittoria a mia nonna, venuta a mancare nella notte. Da un lato non vorrei essere qui”

Le parole dell’azzurra dopo la vittoria su Teichmann, con il pensiero alla nonna deceduta

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Sara Errani – WTA Parma 2022 (foto: Daniele Combi)

La vittoria di Sara Errani di oggi al Roland Garros è speciale. E non solo perché ha ritrovato un trionfo in un main draw Major dopo più di due anni, ma per la persona a cui l’ha dedicata. La scorsa notte, infatti, come raccontato da Sarita nella conferenza post gara, è venuta a mancare sua nonna. E questo chiarisce anche le lacrime e il bacio verso il cielo sul punto che le ha regalato il 6-2 al terzo.

D: “Complimenti per la vittoria. Ti mancava un success lottato, una partita difficile. Hai perso il primo, eri sotto di un break nel secondo

Errani: “Sì partita difficile, oggi è stata una giornata difficile. Stanotte è venuta a mancare mia nonna, mi sono svegliata con questa notizia. Purtroppo è stata una giornata complicata fin da stamattina, però sono riuscita comunque ad entrare, a lottare, star lì…e alla fine l’ho portata a casa, non so neanch’io bene come. Mia nonna guardava tutte le mie partite, ovviamente questa vittoria è per lei. É difficile essere lontano da casa quando succedono queste cose, lontano dai miei, da mia mamma. Mi dispiace da un lato esser qua

 

Vanni Gibertini (Ubitennis): “Sono anche partite come questa che ti danno la spinta, la convinzione di continuare. Quando non hai niente da dimostrare puoi prendere le decisioni che vuoi. Sono queste le partite per cui alla fine dici ‘domani ci si alza di nuovo, ci si allena di nuovo’?

Errani: “No, per me sono un po’ tutte, non ho una che dici “per questa”. Anche al primo turno di un torneo da 60000 io ci metto la stessa voglia che in un primo turno di uno Slam. Non sono quelle. Ovvio che non mi mancherà ancora tanto, però mi piace. Ho ottenuto la soddisfazione che volevo quando sono riuscita a rientrare nelle prime 100, erano anni che ero lì fuori e non riuscivo mai a rientrarci. Quindi dopo quasi quattro anni rientrare tra le prime 100 è stata proprio una mia soddisfazione. Era quasi diventata una sfida personale, riuscirci mi ha un po’ tolto un peso. Adesso gioco sicuramente un pochino più tranquilla, e prendo quello che viene. Ovvio che quando entro in campo do tutto, però son cosciente che sono agli sgoccioli. Quindi ci metto tutto come sempre ma perché amo il tennis, perché mi piace giocare, lottare, e quindi provo con tutte le mie forze

D: “Una volta finito col tennis giocato, vorresti comunque rimanere nell’ambito del tennis sotto altri aspetti?

Errani: “Anni fa pensavo di no. Invece adesso penso di sì. Ogni tanto mi piace anche guardare altri ragazzi che giocano, se posso aiutare e dare consigli mi piace, mi piace guardare dove possono migliorare. É una cosa che fa un allenatore, ed è quindi una cosa che mi piace abbastanza. Poi vedremo cosa farò, non lo so ancora. Sicuramente il tennis farà sempre parte della mia vita, è uno sport che mi piace da morire. Quindi mi piace anche guardarlo, vado a vedere il figlio del mio allenatore ai tornei ed impazzisco, mi piace tantissimo guardarlo, star lì, cercare di capire cosa potrebbe fare e cosa no

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Il commento di Ubaldo: “5 su 5 per l’Italia nella prima giornata”

Il direttore commenta l’eccellente giornata inaugurale per il tennis italiano con le vittorie di Arnaldi, Musetti, Sonego, Giorgi ed Errani

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Matteo Arnaldi dopo la prima vittoria slam: “il mio livello può essere vicino a quello dei migliori”

Dopo il primo successo in uno slam, il giovane sanremese si guarda indietro: “Il sunshine double è stato la svolta”

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Matteo Arnaldi ha ottenuto oggi, nella giornata inaugurale del Roland Garros 2023, la sua prima vittoria nel tabellone principale di uno slam, ai danni di Daniel Elahi Galan. 

Un match che era iniziato male (6-2 il primo set a favore del colombiano), ma le cui sorti si sono poi rovesciate a partire dal secondo parziale. “Ero partito un po’ teso-ha detto il sanremese-essendo la prima volta che giocavo in un main draw slam. Ma le esperienze dell’ultimo periodo mi hanno aiutato a restare tranquillo, e sapevo che alla distanza sarei potuto entrare in partita.” Esperienze che, dice Arnaldi, “mi hanno aiutato a prepararmi per oggi. La prima vittoria ATP a Barcellona, il successo con Ruud a Madrid, la prima partita vinta a Roma sono frutto del lavoro mio e del mio team negli ultimi due anni. Dedico questa vittoria a tutti noi. È un periodo buono, per via delle esperienze di tante prime volte che mi permettono di essere più tranquillo in partite come quella di oggi.” 

Un successo che sa anche di rivincita, arrivato contro quel Galan che l’aveva estromesso dalle qualificazioni dello scorso US Open, prima di battere Stefanos Tsitsipas nel tabellone principale. “Erano due superfici diverse, e questo ha fatto la differenza. Oggi sono entrato con le idee più chiare. Il mio livello era molto simile a quello di oggi, ma la differenza è che i match bisogna vincerli, ed è quello che sto facendo ora. Questa è la cosa che reputo più importante.” Alla domanda del nostro Vanni Gibertini sulle condizioni di gioco poco clementi a causa del caldo e del vento, Arnaldi ha effettivamente confermato che “più che altro c’è stato un po’ di vento. Non è stato semplice neppure avere una partita di fianco, una condizione nuova per me.”  

 

Ma qual è stato il punto di svolta di questa stagione? “Quando ho giocato a Doha, Dubai, Indian Wells e Miami. Sono state le esperienze a livello ATP che mi permettono di scendere in campo, ora, con più tranquillità. Sto imparando a conoscere il livello dei più grandi, come Medvedev, come Ruud. Inizio a capire che il mio livello può essere vicino al loro.” 

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