Numeri: a che punto erano Errani, Schiavone, Vinci e Pennetta all'età di Cocciaretto?

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Numeri: a che punto erano Errani, Schiavone, Vinci e Pennetta all’età di Cocciaretto?

Facciamo un confronto tra Elisabetta Cocciaretto, la miglior under 21 italiana, e le più forti tenniste italiane delle ultime due decadi

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Elisabetta Cocciaretto - Guadalajara 2021 (Foto Facebook Abierto Zapopan 2021)
 

6 – sono le vittorie già ottenute da Elisabetta Cocciaretto contro colleghe nella top 100. Uno score più che buono per la tennista anconetana, divenuta ventenne poco meno di due mesi fa, anche perché due di questi successi sono arrivati contro top 50. Il primo risale ad agosto 2020, quando a Palermo ha sconfitto Donna Vekic, il secondo alla scorsa settimana, al WTA 250 di Guadalajara, torneo nel quale ha raggiunto le semifinali, dove è stata fermata da Genie Bouchard. Cocciaretto, dopo essere partita dalle quali, nel main draw del torneo messicano ha superato nell’ordine Wang, la testa di serie numero 1 del torneo Podoroska (46 WTA), e infine Lauren Davis, centrando il best ranking al numero 112 WTA, tredicesima miglior posizione tra le tenniste che non hanno ancora compiuto 21 anni.

Quella di Elisabetta è una precocità di risultati piuttosto accentuata per una tennista italiana: per approfondirla, senza voler creare inutili e dannose aspettative su di lei, ma come semplice curiosità statistica abbiamo fatto un confronto – nei risultati ottenuti a poco più di venti anni – tra lei, le campionesse azzurre protagoniste nel ventennio scorso e la numero 1 italiana (quasi costantemente) delle ultime cinque stagioni, Camila Giorgi.

Ebbene, a 20 anni e due mesi Sara Errani era 124 WTA e aveva vinto sette match contro giocatrici nella top 100 (e anche per lei due di questi erano arrivati contro top 50); Francesca Schiavone era 112 WTA e aveva vinto sei volte contro colleghe nelle prime cento posizioni del ranking (di cui una contro una giocatrice tra le prime 50 al mondo); Roberta Vinci stava per entrare in top 150 WTA e aveva sconfitto quattro volte tenniste nella top 100 (e mai top 50); Giorgi era appena entrata in top 150 WTA e aveva vinto due volte contro tenniste tra le prime cento (ma nei mesi successivi avrebbe rapidamente accumulato altre 10 vittorie); Flavia Pennetta era fuori dalle prime 200 del mondo e doveva ancora battere una top 100.

Ricapitolando:

GiocatriceBest rankingTop 100 battute(di cui top 50)
Cocciaretto11262
Giorgi14121
Errani12472
Schiavone11261
Vinci1504/
Pennetta214//

Curiosità che possono indicare a Elisabetta solo di essere sulla buona strada per fare una bella carriera, ma ovviamente da prendere con le pinze e non sufficienti per poter pensare di fare paragoni con tenniste tanto vincenti come quelle citate.

Basta vedere ad esempio, per restare nei confini italici in termini di confronti statistici, quanto capitato a Karin Knapp, la cui carriera è stata falcidiata da troppi infortuni che l’hanno costretta a ritirarsi prematuramente ma non le hanno impedito di arrivare sino alla 33esima posizione della classifica WTA e di ottenere ottimi risultati, come la vittoria di due tornei e la seconda settimana a Wimbledon. Knapp, alla età di Cocciaretto era già n.55 WTA e aveva sconfitto già tredici volte delle top 100 (e ben sei di queste erano top 50), però non è poi riuscita, anche per colpa dei vari problemi fisici affrontati, a raccogliere successi dello stesso livello di quelli delle sue compagne di Fed Cup.

Di sicuro c’è che il nostro movimento ha disperatamente bisogno di una tennista competitiva che sappia affiancare Giorgi, anche perché la maceratese da quasi due anni è fuori dalla top 50 e stenta, quando alla soglia dei 30 anni, a trovare continuità di rendimento. Probabilmente, vedendo il suo grande talento tennistico, molti si sarebbero aspettati per Camila a inizio 2021 molto più di tre sole terminate tra le prime 50, due titoli WTA (s’Hertogenbosch nel 2015 e Linz nel 2018) e un quarto di finale negli Slam (a Wimbledon, sempre tre anni fa). Giorgi ha ancora tempo per recuperare, anche se non tantissimo. Ad ogni modo sappiamo che il 2015 terminato con Pennetta ottava giocatrice del ranking WTA, altre due italiane in top 20 e quattro complessivamente in top 50 è irripetibile, quantomeno in tempi brevi, ma dal 2017 in tre stagioni su quattro abbiamo chiuso con la migliore giocatrice azzurra tra la 70° e la 80° posizione (è accaduto quattro anni fa e l’anno scorso) e nel 2019 addirittura al 96°. Non possiamo certo abituarci a tanta mediocrità.

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