ATP/WTA Miami, qualificazioni: cinque italiani all'ultimo turno

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ATP/WTA Miami, qualificazioni: cinque italiani all’ultimo turno

Dei nove azzurri ai nastri di partenza, quattro uomini (Gaio, Lorenzi, Fabbiano e Viola) e una sola donna (Cocciaretto) raggiungono il turno decisivo

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Paolo Lorenzi - US Open 2020 (Foto di Mike Lawrence/USTA)
 

Con la disputa degli incontri del primo turno di qualificazione, sono iniziate le due settimane tradizionalmente dedicate al Miami Open, il primo combined “Masters 1000 – WTA 1000” di questa tribolata stagione 2021. Il bilancio italiano dopo la prima giornata è comunque positivo: nove interpreti impegnati (cinque uomini e quattro donne), cinque di loro accedono al turno decisivo. Avanzano Lorenzi, Viola, Gaio, Fabbiano e Cocciaretto; vengono eliminati Giustino, Errani, Paolini e Trevisan.

Partiamo dai quattro ragazzi che hanno fatto particolarmente bene e martedì giocheranno per incrementare la presenza azzurra nel tabellone principale che vede già sei nostri rappresentanti ammessi direttamente.

Il terzo tennista più forte del mondo tra quelli in attività della classe 1981 non finisce di stupire. Vedendolo sotto di un set e un break contro il brasiliano Joao Menezes, di quindici anni più giovane, forse qualcuno avrà pensato “va bene lo stesso, Paolino”. Non lo ha pensato Paolo Lorenzi che strappa il servizio e poi consolida nel game successivo, dove risulta decisivo uno scambio di quelli che, solo a guardarli, ci rimetti un paio di polmoni. Lo vince l’azzurro, quello scambio, al termine del quale ci sembra di leggere un sottotitolo del tipo “dove sono i tuoi ventiquattro anni adesso?”. Da lì a prendersi il set al tie-break è una passeggiata (più o meno), mentre chi si aspetta che la lotta continui al terzo rimane deluso – no, probabilmente no, perché Lorenzi dilaga fino al 6-1 chiuso con la risposta aggressiva quando mancano poco meno di tre minuti alle tre ore di gioco, quindi va bene così. Martedì tocca a Jason Jung cercare di fermare la corsa di Paolo.

Bella vittoria di Matteo Viola che annulla due set point consecutivi a Bernabé Zapata Miralles, n. 146 ATP. Un 7-6 6-2 che vale sia per le oltre cento posizioni in classifica che dividono i due, sia perché il ventiquattrenne di Valencia è in ascesa e in fiducia anche lontano dalla terra battuta, come testimoniano la finale di febbraio al Challenger di Quimper e le vittorie su Albot e Millman a Dubai. Per accedere al tabellone principale, Matteo dovrà battere Mischa Zverev che, a dispetto dell’attuale 280° posto del ranking, è avversario ancora pericoloso se ha voglia di stare in campo.

Federico Gaio, sesto del seeding, rispetta il pronostico contro il n. 221 Brayden Schnur, finalista a sorpresa a New York nel 2019 (al “250” indoor, ovviamente), torneo che aveva contribuito a portarlo in top 100. Un perentorio 6-4 6-1 porta il ventinovenne di Faenza al turno decisivo contro il mancino inglese Liam Broady (n. 157 ATP), che recentemente ha raggiunto la finale del Challenger di Biella sconfitto da Andreas Seppi.

Thomas Fabbiano si impone in due set su Roberto Quiroz, n. 271, ecuadoriano e nipote del vincitore del Roland Garros 1990 Andres Gomez. Effettuato il sorpasso al settimo gioco, il trentunenne di San Giorgio Ionico affronta le prime palle break (quattro) quando serve sul 5-4, ma tra buone prime di servizio e aiuti dell’altrui dritto mancino fa suo il set. Nella seconda partita, al decimo game, Quiroz annulla un match point sul proprio servizio (l’unica palla break che si vede nel set)), ma Fabbiano gioca un ottimo tie-break e guadagna il turno decisivo contro il ventenne californiano Jenson Brooksby. Per Thomas, come del resto per gli altri tre azzurri, sarà sfida inedita. E forse l’occasione di cominciare una nuova fase della carriera e riavvicinare quella top 100 che manca dall’ottobre 2019 (oggi Thomas è n.178 del mondo).

Non ce la fa invece Lorenzo Giustino, che si arrende in due set al texano Mitchell Krueger, n. 204 ATP. Krueger non ha bisogno di affilare troppo gli artigli per strappare al quinto gioco il break che decide il primo parziale, con Giustino che subisce in due occasioni la profondità della palla statunitense e stecca un dritto di attacco. La chance di rientrare è cancellata da un’ottima prima che non permette a Lorenzo di difendere il campo. Non cambia molto nel secondo set, con Lorenzo spesso incapace di far male quando può entrare con il dritto. È così che perde la battuta sul 3 pari, mentre la comoda volée affossata dopo un timido approccio che chiude il game successivo sancisce la definitiva uscita dal match di Giustino.

Risultati:
[14] P. Lorenzi b. J. Menezes 3-6 7-6(5) 6-1
M. Krueger b. [17] L. Giustino 6-4 6-3
[6] F. Gaio b. B. Schnur 6-4 6-1
M. Viola b. B. Zapata Miralles 7-6(2) 6-2
[22] T. Fabbiano b. R. Quiroz 6-4 7-6

Il tabellone delle qualificazioni maschili


Erano quattro le azzurre che cercavano l’accesso al primo WTA 1000 della stagione, torneo che assegna subdolamente proprio mille punti alla vincitrice. A giocarsi la qualificazione per unirsi a Camila Giorgi nel main draw rimane solo…

Elisabetta Cocciaretto. La ventenne marchigiana, semifinalista a Guadalajara due settimane fa, è venuta a capo con un doppio 6-4 della statunitense Claire Liu. A dispetto del punteggio, sono state necessarie due ore di lotta a Coccia per uscirne vincitrice. L’ultimo gioco del primo parziale è durato 24 punti, con 4 palle break annullate e la chiusura al sesto set point. Game che si allungano anche nel secondo, mentre Liu risale dall’1-4 pesante, per poi perdere nuovamente il servizio sul 4 pari. Cocciaretto tiene a zero per la sfida contro Timea Babos.

Martina Trevisan, tds n. 3, non sfrutta un match point che pareva cosa quasi fatta e si arrende 7-6 al terzo ai 182 cm di Olga Govortsova, trentaduenne bielorussa certamente più propositiva. Vinto il primo parziale 6-4 e subito l’1-6 della reazione avversaria, nel terzo Martina conserva il vantaggio fino al momento di servire sul 5-4. Un game rocambolesco, con Trevisan che arriva a match point dopo aver annullato tre palle del pareggio; serve bene la curva mancina che le dà il controllo dello scambio, presto ribaltato dal lungolinea della n. 143 WTA dopo un appassito rovescio fiorentino. La capacità di Olga di sbagliare palle semplici è superata solo dalla facilità con cui pare dimenticare quegli errori, come lo smash che permette all’azzurra di servire una seconda, inutile volta per chiudere. Sarà invece Govortsova, arrivata al n. 35 del mondo ancora diciannovenne, a imporsi al tie-break.

Anche Jasmine Paolini subisce la rimonta dell’Olga avversaria, nel suo caso la ventenne Olga Danilovic. La mancina di Belgrado, pareggiato il primo set finito al tie-break con un netto 6-1 nel secondo parziale, brekka in apertura di terzo. La differenza tra le due, a parte gli oltre 20 cm di altezza a favore della figlia di Sasha, è nella realizzazione dei punti con la prima battuta, mitigata però da una certa incapacità di capitalizzare il maggior volume di gioco espresso e da un buon 50% sulla seconda per la venticinquenne toscana. Il vantaggio serbo nella partita finale svanisce e il merito va ascritto a Jasmine. L’aggancio sul 4 pari è però effimero perché Olga gioca con attenzione e torna avanti. Nessun problema a tenere la battuta sul 5-4, grazie anche a un errore a campo aperto di Paolini nel primo punto che forse avrebbe potuto mettere un po’ di pressione a Danilovic; aveva già commesso 7 doppi falli, Olga, che chiude invece con il decimo ace.

Non passa neanche Sara Errani, sconfitta in tre set da Bethanie Mattek-Sands, nonostante il moto d’orgoglio quando, perso il primo parziale e sotto uno 0-3 pesante, ha infilato sette giochi consecutivi. Di nuovo in svantaggio di un break, Sara ha recuperato fino al 4 pari, per poi cedere nuovamente la battuta al decimo game. 33% di realizzazione con la seconda per Sara che peraltro ha commesso solo 5 doppi falli.

Il tabellone delle qualificazioni femminili

Ha collaborato Vanni Gibertini

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