Montecarlo, le quote della finale: Rublev e Tsitsipas sono alla pari

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Montecarlo, le quote della finale: Rublev e Tsitsipas sono alla pari

Bilancio in equilibrio anche negli scontri diretti fra Rublev e Tsitsipas. Il greco non ha ancora perso un set, il russo ha estromesso Nadal

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Stefanos Tsitsipas e Andrey Rublev - Roland Garros 2020 (via Twitter, @rolandgarros)
 

Epilogo quanto mai incerto a Montecarlo, con una finale che si presenta apertissima fra Stefanos Tsitsipas e Andrey Rublev. Le quote di Bet365 che dicono 1,90 per entrambi, con probabilità quindi perfettamente di 50 e 50, un po’ come puntare sul rosso o sul nero alla roulette. Come se ci fosse un filo conduttore con i tavoli del lussuoso casinò monegasco, distante solo pochi minuti di macchina dal bellissimo Country Club dove si disputa il torneo. Per entrambi sarebbe il primo trofeo 1000 della carriera.

I due finalisti sono gli unici in questo 2021 ad aver superato le 20 vittorie stagionali (21 per il greco, addirittura 25 per il russo), nonché gli unici ad aver battuto Rafael Nadal in stagione, entrambi in maniera clamorosa: Tsitsipas all’Australian Open, al termine di un’eccezionale rimonta, portando a casa il match dei quarti di finale al quinto set, mentre Rublev ha ribaltato nella giornata di giovedì un pronostico che lo vedeva quasi spacciato contro il maiorchino, padrone indiscusso della terra rossa, sfiancato invece dalle bordate del russo.

Nonostante la giovane età (classe ’97 per Andrey, un anno in meno per Stefanos), la loro è già una rivalità abbastanza rodata, in quanto vanta ben sei precedenti nel circuito maggiore (a cui va aggiunto un match a livello Challenger nel 2017, portato a casa dal moscovita), con tre vittorie per parte. Rublev si è aggiudicato l’ultimo incontro in ordine cronologico, la semifinale di Rotterdam di inizio marzo, nonché l’unica finale giocata fra i due, sulla terra rossa di Amburgo lo scorso settembre, quando ha avuto la meglio in tre set; si era inoltre imposto facilmente nel primo turno dello US Open 2019. Tsitsipas ha vinto invece l’altro precedente sul rosso, in tre set nei quarti dell’ultimo Roland Garros, imponendosi inoltre nel girone delle scorse ATP Finals e nella semifinale delle Next Gen ATP Finals 2018.

Il cammino verso la finale di Stefanos Tsitsipas è stato pressoché perfetto. Senza perdere un set, ha battuto l’esplosivo Karatsev, il terraiolo Garin, l’emergente Davidovich Fokina e per ultimo il sorprendente Evans in una semifinale senza storia. L’ellenico cerca un trofeo che manca da più di anno, ossia da fine febbraio 2020 quando trionfò a Marsiglia battendo Auger-Aliassime in finale, e cerca soprattutto di interrompere la striscia di tre finali perse consecutive, l’ultima un mese fa ad Acapulco contro Zverev (le altre due contro Djokovic a Dubai e proprio Rublev ad Amburgo). 

Per Andrey Rublev, oltre alla già citata impresa su Nadal, l’ostacolo maggiore è stato un osso duro come Bautista Agut, battuto dopo una lotta senza esclusione di colpi di tre ore, mentre era stato agevole il debutto contro il nostro Caruso. Prestazione solida quella della semifinale con Ruud, in cui ha sfruttato tutte le palle break a disposizione ed è stato bravo a non disunirsi nel secondo set, chiuso 7-5 ma che si era complicato facendosi rimontare dal tignoso norvegese da 2-0 a 2-4. Vanta un’impressionante striscia aperta di sette finali vinte consecutive, iniziata a Mosca a fine 2019, e proseguita poi con i successi a Doha, Adelaide, Amburgo, San Pietroburgo, Vienna dello scorso anno, fino all’ultimo trionfo di Rotterdam di questa stagione.

Dal punto di vista tecnico, sarà importante per Tsitsipas avere una buona percentuale di prime palle di servizio in campo, per evitare di essere immediatamente aggredito in risposta (come successo a Nadal), e variare il più possibile il gioco, magari con rovesci in back o palle corte, per non consentire a Rublev di macinare il suo classico gioco martellante da fondo campo. Per il russo sarà da valutare l’eventuale tensione per la prima finale a questo livello (è la terza invece per il greco), la possibile stanchezza (è stato in campo quasi un’ora e mezza in più dell’avversario) e soprattutto la tenuta mentale nei momenti di difficoltà, che spesso l’ha tradito nei match importanti in carriera.

Luca Chito
***Le quote sono aggiornate alle 18 di sabato 17 aprile e sono soggette a variazione

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