Uno sguardo su quanto successo a Madrid e una preview per gli ultimi giorni di Roma

Senza categoria

Uno sguardo su quanto successo a Madrid e una preview per gli ultimi giorni di Roma

Con la vittoria del Masters 1000 spagnolo, Sascha Zverev si è aggiunto ai favoriti per il Roland Garros. Nadal e Djokovic riusciranno a ristabilire le gerarchie agli Internazionali d’Italia?

Pubblicato

il

Alexander Zverev - ATP Madrid 2021 (ph. Mateo Villalba)
 

Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad un’affascinante campagna del tennis su terra, per varie ragioni. Lo sviluppo principale è rappresentato dalla vittoria a Montecarlo, primo Masters 1000 sulla superficie, da parte di Stefanos Tsitsipas ai danni di Andrej Rublev, dopo che quest’ultimo aveva battuto a sorpresa nei quarti l’11 volte vincitore Rafael Nadal. Novak Djokovic ha subito una sconfitta ancora più incredibile negli ottavi di finale per mano del britannico Dan Evans. Successivamente Nadal è uscito vittorioso da Barcellona, conquistando l’importante 500 per la dodicesima volta, salvando un match point nella finale contro un ispirato e in qualche modo sfortunato Tsitsipas, avendo la meglio dopo tre ore e 38 imperdibili minuti di tennis. Quella stessa settimana, a Belgrado, torneo ATP 250 nella sua madrepatria, Djokovic è stato battuto in semifinale sul filo di rasoio da parte di Aslan Karatsev, rivelazione della stagione. Il giorno seguente, il miglior giocatore italiano e Top 10 Matteo Berrettini ha sconfitto Karatsev al tie break del terzo set per vincere il titolo.

La scorsa settimana, invece, si è disputato a Madrid il secondo Masters 1000 su terra della stagione. Ancora una volta, ci sono state varie sorprese nel corso della settimana. Giusto per iniziare, il campione del 2019 Djokovic aveva scelto di non partecipare. Tsitsipas è stato sconfitto negli ottavi da un lucido Casper Ruud: giunto a questo torneo con un’estrema sicurezza di sé, Tsitsipas non ha trovato modo di contenere Ruud da fondocampo; è sembrato costantemente a disagio nel gestire i pesanti e penetranti dritti in top del norvegese, con i quali riusciva a tenere Tsitsipas a bada grazie agli alti rimbalzi. Quella partita si è incanalata in un primo set finito al tie-break, dove, sul 3-3, Tsitsipas ha messo lunga una volée di rovescio dando il minibreak a Ruud. Il norvegese ha preso il controllo col dritto per allungare sul 6-3, vincendo alla fine il tie break per 7-4 con un errore di dritto inside-in da parte di Tsitsipas.

Nel secondo set l’equilibrio si è rotto sul 3-3, quando Tsitsipas ha subito il break a 15 con un doppio fallo e un errore di dritto, mettendo in rete un lungolinea. Ruud è stato bravo con il vantaggio, tenendo il servizio a 30 per il 5-3. Due game dopo, il norvegese ha servito per il match, vincendo quella sfida con coraggio e al costo di un solo 15 perso. La vittoria è stata ottenuta con merito da parte di Ruud per 7-6 (4) 6-4, con una percentuale di prime in campo dell’80% e dettando spesso i tempi di gioco durante la partita. È stato così bravo che spesso Tsitsipas era sorpreso, pressato e costretto ad allunghi complicati. Il norvegese ha perso in semifinale 6-4 6-4 da un ispirato Berrettini dopo aver estromesso Alexander Bublik nei quarti per 7-5 6-1. Per Casper le fasi finali dei Masters 1000 stanno diventando un’abitudine: l’anno scorso aveva perso in semifinale a Roma da Djokovic e poche settimane fa aveva raggiunto lo stesso turno a Montecarlo – ha certamente il gioco per poter andare avanti in questo tipo di tornei.

Nel frattempo, Daniil Medvedev è rientrato nel circuito ATP dopo aver avuto il COVID-19. Ha vinto una partita ma è stato poi sconfitto dal cileno Christian Garin, un navigato tennista da terra che non si è lasciato intimidire per niente dal N.2 ATP, vincendo 6-4 6-7 (2) 6-1 in quella che è forse la sua più grande vittoria in carriera. Medvedev è sembrato fuori forma e in difficoltà lungo tutta la durata dell’incontro. Il venticinquenne russo è stato onesto sia prima sia dopo la sconfitta riguardo alla sua difficoltà nel capire come cercare di far rendere maggiormente il suo tipo di gioco sulla terra rossa. Il finalista dello US Open 2019 e dell’Australian Open 2021 non ha mai vinto un match in quattro apparizioni nel tabellone del Roland Garros, e avrà un bel daffare per recuperare il suo tennis migliore per questa settimana a Roma.

Sicuramente il momento clou della settimana madrilena è stata la sconfitta nei quarti di finale di Nadal per mano di Zverev. Lo spagnolo sembrava sicuro di sé e preparato per la sfida con il tedesco. Stava sopraffacendo il dinoccolato avversario nelle fasi iniziali dell’incontro, conducendo 4-2 e trovandosi a due turni di servizio dalla conquista del primo set. Dal 30-30 nel settimo game, tuttavia, Zverev lo ha punito severamente con un paio di notevoli passanti per recuperare il break di svantaggio. Nonostante una palla break fronteggiata nel successivo game, Zverev con coraggio ha tenuto il servizio per raggiungere il 4-4. Nadal ha avuto una palla per andare a condurre 5-4 ma non è riuscito a convertirla, e sulla parità ha commesso doppio fallo e successivamente messo in rete un passante di rovescio. Zverev a questo punto era in ritmo. Servendo per il primo set, ha iniziato con un doppio fallo, a cui però ha fatto seguire quattro punti di fila giocati alla grande, tracciando un rovescio incrociato vincente, venendo a rete e mettendo pressione a Nadal sui successivi due punti, chiudendo infine con un ace al centro. Zverev ha pertanto conquistato quattro games consecutivi e non si più guardato indietro, con un discontinuo Nadal che non riusciva a ritrovare la sua forma. Zverev ha giocato benissimo, dettando buona parte dei punti. Il suo servizio è stato incredibile, e Nadal è riuscito a breakkarlo solo una volta. Da parte sua Nadal è stato troppo negativo una volta lasciato per strada il set d’apertura. Si è ritrovato sotto 4-2 nel secondo set e si è salvato sul 15-40, ma Zverev è riuscito a mantenere il vantaggio vincendo 6-4 6-4 e sconfiggendo lo spagnolo per la terza volta di fila.

Rafael Nadal – Madrid 2021 (photo Mateo Villalba)

Nadal, Tsitsipas e Medvedev non sono stati gli unici grandi sconfitti nelle complicate condizioni della terra di Madrid, dove si gioca in alturs. Dominic Thiem, assente a Monte Carlo e a Barcellona perché in preda ad una specie di crisi d’identità di metà carriera, è riuscito in qualche modo a difendersi dal più pericoloso servitore del circuito, John Isner. Isner era riuscito a battere sia Roberto Bautista Agut sia Rublev al tie-break del terzo set, e quasi è riuscito ad arrestare anche la corsa di Thiem. Ma quando l’operoso austriaco gli ha cancellato quattro break point sul 2-2 del secondo set, il corso della partita è cambiato, e tutta la sicurezza di Isner è stata velocemente ridimensionata. In maniera ammirevole Thiem ha combattuto per trionfare con il punteggio di 3-6 6-3 6-4, ottenendo un posto in semifinale. Non si è quindi trattato un brutto inizio per la sua stagione su terra. È sembrato però arrugginito e non a proprio agio nella sua semifinale con Zverev, e il 6-3 6-4 subito è in qualche modo fuorviante – Thiem non è mai stato realmente in partita. Zverev era decisamente più sicuro di sé e continuo anche nei confronti delle raffiche di vento, con un servizio che ha nuovamente funzionato molto bene. Non ha mai lasciato che Thiem trovasse il benché minimo ritmo da fondocampo. La vittoria da parte di Zverev è stata senz’altro ancor più gratificante considerando il fatto che era il loro primo incontro dalla finale dello US Open; Zverev conduceva due set a zero in quella partita e più tardi nel quinto set aveva servito per il trofeo, vacillando nel momento decisivo e subendo una rimonta da incubo.

Non è andata così a Madrid. Sulla terra spagnola il tedesco è stato spesso autorevole, direzionando il suo rovescio a due mani su lungolinea profondi e vincenti, aprendosi il campo con il suo dritto ed andando a rete nei momenti giusti, mettendo Thiem in una posizione scomoda. Ha dimostrato in questa partita, così come aveva fatto contro Nadal, di essere forse al proprio meglio sulla terra. Zverev era già stato meritatamente vincitore del Masters 1000 di Madrid nel 2018, dopo aver vinto a Roma l’anno precedente. È anche vero, però, che ha vinto sui campi in cemento del Masters 1000 di Montreal nel 2017 e alle ATP Finals nel 2018: queste vittorie sono una prova del fatto che sia in grado di vincere grandi tornei così come di giocare ad un livello di eccellenza simile su ogni tipo di superficie.

In quest’occasione per Zverev la finale era un’occasione per riaffermare la sua competitività ai massimi livelli, mentre Berrettini era in cerca di un exploit e di una conferma di tutti i progressi compiuti da quando è entrato nella Top 10 mondiale nel 2019, raggiungendo la semifinale allo US Open. Non aveva mai raggiunto prima d’ora una finale in un 1000, e questa era un’occasione per farsi valere e provare che appartiene all’élite di questo sport. Berrettini si è difeso bene in un lottatissimo set d’apertura: ha ottenuto il primo break della partita andando a condurre 4-3 ma Zverev ha subito reagito portandosi sul 4-4. Ne è seguito uno dei più bizzarri tie-break dell’intera stagione: beneficiando di una serie di errori non forzati da parte di Zverev, Berrettini ha costruito un solido vantaggio col 5-0 e servizio. L’italiano si è però irrigidito, perdendo i seguenti quattro punti di cui tre con ingiustificabili errori. Nonostante ciò, Berrettini ha lasciato andare un vincente di dritto inside-in ottenendo il vantaggio di 6-4, ottenendo due set point. Ancora una volta avanti col punteggio Berrettini ha tremato, e Zverev ha effettuato il sorpasso vincendo tre punti consecutivi, servendo un ace e garantendosi un set point. Dal canto suo Berrettini ha risposto con un paio di ottime prime di servizio, prendendo il controllo col suo dritto esplosivo e guadagnandosi il vantaggio di 8-7. Sebbene Zverev fosse riuscito ad appaiare la situazione sul’8 pari, una folle scommessa da parte sua nelle vesti di una poderosa seconda alla ricerca dell’ace centrale lo ha portato a doppio fallo. Berrettini a quel punto si è assicurato il set al quarto set point disponibile con un servizio vincente sul rovescio avversario.

Il carismatico italiano è sopravvissuto ad un considerevole lotta per salvare un set che gli era quasi sfuggito di mano, ma Zverev non si è demoralizzato per la dolorosa sconfitta sul filo di lana. Lungo i successivi due set è stato decisamente il giocatore migliore: sul 4-4 nel secondo set Berrettini si è rovinato, lasciando che Zverev leggesse la sua smorzata con facilità. Il tedesco, in una corsa verso la rete, ha eseguito un rovescio vincente ed è salito 15-40. Scosso, Berrettini ha commesso doppio fallo e Zverev si è guadagnato il break decisivo sul 5-4, chiudendo nel decimo game per portarsi un set pari. L’italiano ha avuto un’ulteriore opportunità nelle fasi iniziali del terzo set quando ha avuto una palla break per il 3-1, dopo che Zverev aveva nuovamente cercato l’ace su una seconda di servizio commettendo doppio fallo. Il tedesco si è però salvato con un’ottima combinazione, una botta di servizio che ha preparato il successivo vincente di dritto. Ha tenuto il servizio per portarsi 2-2 e non si è più guardato indietro, breakkando nel quinto e nel nono game e facendo così registrare una vittoria per 6-7 (8) 6-4 6-3 per il suo quarto titolo Masters 1000. Gli unici giocatori ancora in attività che ne hanno vinti di più sono Djokovic (36), Nadal (35), Federer (28) e Murray (14).

Alexander Zverev e Matteo Berrettini – ATP Madrid 2021 (via Twitter, @MutuaMadridOpen)

Il fatto più importante al momento è che si tratta del terzo titolo 1000 su terra per Zverev. Questo lo pone fra i favoriti in vista del Roland Garros, dove Zverev può oramai essere considerato uno dei cinque candidati per la vittoria. Nadal resta il favorito naturale, seguito da Djokovic, Thiem e Tsitsipas. Ma ora Zverev si trova alla pari su terra con il serbo, l’austriaco e il greco. Vincere questo titolo non poteva succedere in un momento migliore per lui, a prescindere da cosa combinerà a Roma questa settimana. Una performance così convincente in un torneo così di prestigio da parte di Zverev non può che essere di buon auspicio per lui a Parigi.

Cosa aspettarsi invece a Roma? Chi si trova in una posizione migliore per vincere questa settimana sulla terra italica? Non sono domande semplici a cui rispondere. Si potrebbe pensare che Nadal sia impaziente di redimersi: ha vinto solo uno dei tre tornei su terra a cui ha partecipato nella sua campagna verso il Roland Garros, perdendo due volte nei quarti. Anche il suo unico trionfo a Barcellona è arrivato al fotofinish dopo aver salvato un match point nel set finale con Tsitsipas. Questa settimana a Roma il tabellone di Nadal non è per niente semplice. Tds N.2 alle spalle di Djokovic, affronterà l’ambizioso Jannik Sinner in serata, e in seguito potrebbe trovare Shapovalov. Potrebbe poi incontrare Zverev per la seconda settimana di fila nei quarti di finale. Zverev non avrebbe niente da perdere dopo aver eclissato Rafa a Madrid, e lo spagnolo potrebbe essere impaziente e a disagio se dovesse nuovamente sfidare il tedesco. Se Nadal sopravvivesse ad un’eventuale sfida con Zverev, molto verosimilmente raggiungerebbe la finale, viste le eliminazioni premature di Medvedev e Schwartzman. Non c’è dubbio che Nadal possa aver bisogno di una prestazione positiva in vista del Roland Garros. Deve ancora cercare di trovare la forma migliore sulla sua superficie preferita in queste ultime settimane, ma il decimo titolo a Roma significherebbe molto dal punto di vista psicologico e lo porterebbe al Roland Garros con sensazioni migliori.

E ancora, così come Nadal vuole cercare di alzare il suo livello di gioco questa settimana in Italia, lo stesso vale per Novak Djokovic, che anzi avrebbe ancora più bisogno di un’iniezione di fiducia. Il serbo ha cominciato il 2021 con il suo nono titolo agli Australian Open e il suo diciottesimo Slam, certo, ma nelle sue due apparizioni su terra questa primavera non ha ancora trovato la formula vincente. A Montecarlo, giocando contro Dan Evans per la prima volta, Djokovic è stato lontano dal suo consueto livello, perdendo in due set. Successivamente ha subito un’altra sconfitta deludente per mano di Karatsev in Serbia. Per questo Djokovic sarà determinato a vincere il suo sesto titolo a Roma questa settimana, o perlomeno a raggiungere la finale. Potrebbe non essere facile, però: dopo la vittoria con Fritz al secondo turno, Djokovic potrebbe incontrare Tsitsipas (qualora il greco battesse Berrettini) nei quarti, e quella sarà certamente una partita di cartello. Nella sua stessa metà di tabellone, in una potenziale semifinale, ci sono Thiem e Rublev, che si giocheranno teoricamente un posto per gli ultimi quattro. La mia sensazione è che Roma sia più importante per Djokovic che per Nadal. Un’ottima settimana in Italia potrebbe essere una spinta per il serbo per Parigi e convincerlo di avere chance per vincere il Roland Garros per la seconda volta, mentre una sconfitta prematura potrebbe comportar un serio contraccolpo.

Quindi ci siamo. Ho il presentimento che assisteremo a nuove sorprese questa settimana. Rublev potrebbe esplodere e a fare suo il primo titolo 1000 della carriera. Zverev sarà in fase ascendente dopo l’impresa di Madrid. Sarà sciolto, sicuro di sé e contento della propria brillantezza in questa primavera. Forse chiedergli di vincere due Masters 1000 di fila in due settimane consecutive è un po’ troppo, ma forse no. Non sarei particolarmente sorpreso di vedere Tsitsipas riassestarsi dopo la sua sconfitta a Madrid. Per essere chiari, Nadal deve essere il favorito questa settimana. Può essere estremamente pericoloso quando è scontento del suo gioco, e ciò potrebbe portarlo a dominare a Roma. Penso la stessa cosa di Djokovic: ha troppo orgoglio e professionalità per accettare nulla che non sia una campagna da prima classe questa settimana, che sia da campione o da finalista.

Ciò che rende molto intrigante questo momento storico è l’imprevedibilità degli ultimi tre Masters 1000 giocati. Hubert Hurkacz ha sconfitto Jannik Sinner nella finale di Miami, e nessuno dei due era mai stato in una finale di quel livello. Tsitsipas ha vinto il primo di questi titoli prestigiosi avendo la meglio di Rublev nella finale di Montecarlo. Zverev ha trionfato con merito a Madrid, recuperando un set di svantaggio a Berrettini, anche lui alla sua prima apparizione in una finale simile. Pertanto, niente va dato per scontato. Occhio a Nadal che avrà qualcosa da dimostrare a sé stesso. Aspettiamoci che Djokovic sia motivato come non lo è stato da diverso tempo. Aspettiamoci allo stesso tempo che uno dei giocatori emergenti del tennis maschile arrivi alle fasi caldi del torneo senza il timore di confrontarsi con le icone del gioco in quello che è il secondo torneo su terra più importante sul circuito.

Traduzione a cura di Massimiliano Trenti


Steve Flink si occupa di tennis a tempo pieno dal 1974, quando ha iniziato a lavorare per World Tennis Magazine, dove è rimasto fino al 1991. Ha poi lavorato per Tennis Week Magazine dal 1992 al 2007, mentre negli ultimi 14 anni ha scritto per tennis.com e tennischannel.com. Flink ha scritto quattro libri sul tennis: “Dennis Ralston’s Tennis Workbook”, pubblicato nel 1987; “The Greatest Tennis Matches of the Twentieth Century”, nel 1999; “The Greatest Tennis Matches of All Time”, nel 2012; e “Pete Sampras: Greatness Revisited”. Quest’ultimo è uscito nel settembre del 2020 e può essere acquistato in lingua originale su Amazon.com. Flink è entrato a far parte della International Tennis Hall of Fame nel 2017.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement