Se c’è chi ha messo l’appuntamento olimpico in cima alle priorità (è il caso di Simona Halep, che ne ha parlato a Madrid), Tokyo non sembra in questo momento la meta più desiderata nel circuito. Questione logistica e di ottimizzazione delle energie fisiche e mentali, in una stagione comunque condizionata dal Covid-19.
“Non so ancora se parteciperò all’Olimpiade – ha fatto sapere dal Foro Italico Rafa Nadal -, è una domanda a cui non posso rispondere già oggi. In una situazione normale non ho mai perso il torneo a cinque cerchi, tutti sanno quanto siano importanti per me i Giochi. In questo caso però siamo ancora nel mezzo di una pandemia, il calendario è cambiato e io comunque ho 35 anni. Devo valutare“. Sullo spirito olimpico di Nadal pochi dubbi: nella sua infinita bacheca espone con orgoglio due medaglie d’oro, quella del singolare a Pechino e quella del doppio conquistata a Rio nel 2016 insieme a Marc Lopez.
In Brasile, pur in condizioni precarie, scelse di iscriversi persino al doppio misto insieme a Garbine Muguruza (una che invece, l’ha detto, a Tokyo ha voglia di esserci). La prospettiva di Nadal, però, potrebbe essere fisiologicamente cambiata. La riflessione del maiorchino è arrivata a distanza di 24 ore da quella esplicitata da Serena Williams. Ad accomunarli, una carta d’identità condizionante e la necessità di gestirsi.
L’ALTRA OLYMPIA – Per Serena, in realtà, anche esigenze familiari. È riemersa nel circuito proprio al Foro Italico, anche se la sua partita numero 1000 nel circuito maggiore non è finita nel modo migliore: l’ostica Nadia Podoroska ha messo a nudo tutte le difficoltà del primo match su una nuova superficie, sconfiggendola in due set. L’esito della partita ha convinto poi Serena a chiedere – e ovviamente ottenere – un invito per il WTA 250 di Parma, finendo ko al secondo turno contro Siniakova.
Le sconfitte di Roma e Parma arrivano contro pronostico ma non in modo del tutto imprevedibile. Serena non giocava da quasi tre mesi, ossia dalla semifinale dell’Australian Open, e si è allenata nelle ultime settimane a Nizza sui campi della Mouratoglou Academy. In Italia è arrivata con il marito Alex e la figlia Olympia, assetto che non sembra intenzionata a stravolgere per volare in Giappone nell’ultima decade di luglio. Dove andrebbe tendenzialmente incontro a significative restrizioni.
“Non sono mai stata più di 24 ore lontana da mia figlia negli ultimi tempi – ha raccontato – credo che basti questo a far capire il mio punto di vista. In realtà a Tokyo quest’anno non ci ho mai pensato, era un evento programmato per il 2020, poi la pandemia ha cambiato il quadro e ci sono tante cose a cui pensare. Ci sono gli Slam, è già tanto“. Nell’agenda della 23 volte campionessa Major, adesso c’è il Roland Garros. Con Wimbledon nel mirino.
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Come nel caso di Nadal, di tutto si può accusare Serena tranne che di snobbare l’Olimpiade: ha vinto l’oro in singolare a Londra 2012 e tre volte ha fatto suonare l’inno a stelle e strisce insieme alla sorella Venus (oro nel doppio nel 2000, 2008 e 2012). Le ammissioni dirette al torneo olimpico avverranno sulla base del ranking dell’8 giugno, immediatamente successivo al Roland Garros. In Giappone – dove non verranno ammessi spettatori provenienti dall’estero – anche i più recenti sondaggi danno la popolazione in apprensione per i Giochi, a causa della gestione della pandemia e dei vaccini sul territorio nazionale. Pensieri esplicitati anche da Naomi Osaka e Kei Nishikori, due che certamente non vorrebbero tirarsi indietro da un momento potenzialmente storico delle rispettive carriere.