Rio 2016, doppio maschile: Nadal è ancora d’oro, Lopez ringrazia

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Rio 2016, doppio maschile: Nadal è ancora d’oro, Lopez ringrazia

Rafael Nadal e Marc Lopez sconfiggono in una finale degna di Olimpia l’ottima coppia romena formata da Mergea e Tecau per 6-4 al terzo, Ci sono volute quasi tre ore e un cuore forte per vedere la scritta fine

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Rio 2016: una medaglia è sempre una medaglia. E allora il doppio resuscita. Ma lo si giochi così (Scanagatta)

[6] M. Lopez / R. Nadal b. [5] F. Mergea / H. Tecau 6-2 3-6 6-4

 

Finale medaglia oro statistiche

Le Olimpiadi sono un luogo magico. Non hanno più il potere di fermare guerre però la semplice partecipazione è già qualcosa da raccontare per tutta la vita attorno al fuoco, raggiungere una medaglia un sogno. Ma vincere l’oro significa consegnare il proprio nome all’eternità. Re Rafa da Manacor si è già guadagnato questo onore a Pechino 2008 ma l’appetito di un campione è come quello della lupa di Dante, “che dopo ‘l pasto ha più fame che pria” e a due mesi dal suo trentesimo compleanno, eccolo ancora in lotta per il metallo più prezioso. Ma stavolta non è il solo padrone del suo destino perché si gioca nel campo con i corridoi e il doppio, è noto, è una specialità particolare che richiede particolari abilità, e non sempre un singolarista, per quanto grande, riesce a padroneggiarle.

Un’altra caratteristica dei grandi però è che sanno accettare le sfide, ne sono attratti come falene e Nadal non ha avuto paura di mettere in gioco il suo prestigio iscrivendosi sia nel doppio che nel misto. Un vero esempio di spirito olimpico. Il suo compagno di ventura a Rio è il trentaquattrenne di Barcellona Marc Lopez, doppista atipico perché molto abile anche dal fondo ma in grado di vincere il Masters di Londra 2012 e l’ultimo Roland Garros con due compagni diversi. E la chimica con Rafa sembra funzionare, a giudicare dalla freddezza con la quale hanno estromesso in semifinale la coppia canadese formata da Nestor e Pospisil. Di fronte agli spagnoli si stagliano le minacciose figure di due veri specialisti, esperti e rotti ad ogni malizia. Florin Mergea e Horia Tecau hanno un’intera nazione alle spalle, ansiosa di rinverdire i fasti lontani di Ilie Nastase e Ion Tiriac, che primi misero la Romania sul mappamondo del tennis che conta. Alla cintola portano lo scalpo di Jack Sock e Steve Johnson, abilmente maneggiati in due set.

Alle 17,08 ora di Rio Nadal stava ancora firmando autografi al termine della semifinale vinta contro Bellucci e l’intero pubblico. Quando rientra nell’arena tonda come una medaglia sono passate poco meno di due ore.

Tecau serve per primo, Rafa si piazza a destra, gli spagnoli vogliono il dritto al centro, e mette subito un rovescio lungolinea. Una risposta fortuita di Lopez manda subito a 15-40 la coppia romena che sopravvive con un ace e difende il turno. La prima serie di servizi si chiude senza altre occasioni, c’è la sensazione che l’affiatamento di Mergea e Tecau possa fare la differenza e Nadal appare lievemente a disagio nel mezzo campo. Poi in un battito d’ali tutto cambia. Il carisma di un campione ha sempre un peso importante, e a partire dal quinto gioco quel peso schiaccia Mergea che affossa il servizio del suo compagno con tre erroracci.  Prima lo inganna con una finta, poi sbaglia uno smash, infine non chiude una volée alta, Rafa recupera con l’aiuto del nastro e Lopez mette in ghiaccio il break con un delicato tocco a rete. Nadal commette qualche errore insolito in palleggio ma mette la firma sul primo set con il passante di dritto in risposta che lascia immobile Tecau a rete e si stampa sulla riga di fondo per il 30-40. È il preludio al secondo break e al sonoro 6-2 che manda avanti li spagnoli. Le due coppie giocano in modo abbastanza atipico, dei quattro solo Tecau segue a rete la battuta mentre gli altri tre preferiscono costruire dal fondo contando sugli incroci dell’uomo a rete. Come conseguenza si scambia molto e questa strategia alla lunga favorisce gli iberici, maggiormente padroni dei colpi di rimbalzo.

Ad inizio secondo parziale l’esperienza della collaudata coppia romena viene a galla. Mergea e Tecau mantengono la calma e riescono ad alzare il livello del loro gioco. Intensificano gli attacchi e Florin riacquista fiducia con alcune ottime chiusure a rete rendendo inutili difese da antologia degli spagnoli. Ed ecco che nel corso del quarto gioco Nadal ha un passaggio a vuoto, valuta male un incrocio a rete e poi si fa sorprendere da una risposta al corpo. Lopez perde la battuta e da quel momento Mergea riscatta alla grande gli obbrobri del primo set e dominando il gioco a suon di dritti negli ultimi centimetri di campo. Rafa e Marc si scuotono troppo tardi, annullano due set point sul loro servizio, il primo con un passante dell’Ave Maria di Lopez e poi vanno 0-40 su servizio Tecau rispondendogli nelle stringhe. Ma il romeno si appoggia alla prima e alla regia del compagno, che costruisce ottimamente, per chiudere il meritatissimo parziale per 6-3. Adesso è lotta vera, come Olimpia reclama.

Per la prima volta nel match sono gli spagnoli a iniziare al servizio e Nadal conserva la sua battuta con un “Vamos” che dice molto. Stanno soffrendo soprattutto nei turni di Lopez, che si salva dallo 0-30 già nel terzo gioco. Ma com’è nelle cose del tennis ora tocca agli spagnoli l’occasione. E che occasione. Mergea si imbarca in un turno di servizio infinito, Rafa e Marc vanno 15-40 e poi altre tre volte a palla break senza riuscire nella stretta decisiva perché Florin gioca come in paradiso e annulla con dritto e prima palla. L’unica occasione fattibile la manca Lopez con un molle colpo in rete. Le difese sono saltate, si gioca all’arma bianca e pure Nadal deve respingere un attacco al proprio servizio nel quinto game. Si dice che una catena è forte come il suo anello più debole ed ecco che Marc si trova ancora sotto 0-30 sul proprio turno. Gli avversari si accaniscono ormai da tempo su di lui mentre Rafa prende freddo dall’altra parte. Un sanguinoso doppio fallo li precipita sullo 0-40 e il netto break a zero sembra un segnale di resa. Però non è finita finché non è finita. Mergea sembra in controllo ma perde un servizio importantissimo da 30-15 sopra con due errori consecutivi e la bilancia torna in equilibrio. È giunto il momento. Il migliore azzanna la partita tenendo una battuta decisiva ai vantaggi anche contro il falco e dopo il cambio campo, con Tecau alla battuta spara un dritto micidiale per il 15.30. Lopez si guadagna la sua foglia d’alloro con la risposta bassa che vale il 15-40 e da quel momento gli spagnoli si rifugiano sui teloni ad alzare pallonetti. I romeni annullano attaccando ma le Olimpiadi sono nate in Grecia e il finale è da tragedia per il povero Mergea che dalla parità affonda un primo smash in rete e stecca il secondo tre metri oltre il confine del campo. Rafa è faccia a terra e piange, Lopez ha l’espressione incredula di chi ha ricevuto una grazia divina.

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L’Ucraina rimanda la decisione sul boicottaggio di Parigi 2024, mentre aumenta il pressing politico sul mondo dello sport

Venerdì prossimo i Ministri dello Sport europei si incontreranno a Londra per discutere la questione dell’ammissione di atleti russi e bielorussi sotto bandiere neutrali. Ma Kiev avverte: “Noi siamo fortemente contrari finché la guerra non cesserà”

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Thomas Bach, Presidente CIO (foto Twitter @iocmedia)

Il Comitato Olimpico Nazionale Ucraino (NOCU) ha rimandato la decisione su un eventuale boicottaggio delle prossime Olimpiadi di Parigi 2024, nel caso in cui venga confermata dal CIO la partecipazione degli atleti russi e bielorussi alla rassegna a cinque cerchi. Il rinvio di tale presa di posizione è stato conseguenza della mancata “ufficialità” dell’iniziale apertura proposta dal Comitato Olimpico Internazionale e risalente allo scorso 25 gennaio. Inoltre, da Kiev non si sono voluti esprimere compiutamente prima della riunione che si terrà venerdì prossimo – il 10 febbraioa Londra tra tutti i Ministri dello Sport dei Paesi europei. Il NOCU, dunque, per ora si è unicamente limitato ad approvare quei piani programmatici propedeutici ad infondere pressione sui vari dirigenti dei diversi comitati olimpici di tutto il mondo, per raggiungere il proprio obbiettivo: l’esclusione degli atleti di nazionalità russa e bielorussa dai Giochi Olimpici che andranno in scena nell’estate 2024.

Vadym Guttsait, Ministro dello Sport ucraino nonché Presidente del Comitato Olimpico Nazionale dell’Ucraina, ha spiegato che i membri dell’assemblea del NOCU hanno votato a favore di “consultazioni sulla prevenzione della partecipazione di atleti russi e bielorussi a tutte le competizioni internazionali e di un possibile boicottaggio dei prossimi Giochi Olimpici“. Il capo dello sport ucraino ha poi proseguito affermando: “L’idea del CIO sarebbe quella di permettere la partecipazione di sportivi russi e bielorussi a Parigi 2024 in quanto ‘atleti neutrali’, quindi privi di bandiere e inni nazionali. Noi siamo fortemente contrari a questa eventualità, finché la guerra non cesserà“.

Il NOCU si riaggiornerà per ridiscutere la questione, con un’assemblea straordinaria indetta ad hoc, tra due mesi.

 

IL VERTICE DI LONDRA

Ma come già preannunciato ad indirizzare la contesa in una direzione o nell’altra e quindi potenzialmente a far saltare definitivamente i cocci del vaso, potrebbe essere il vertice che andrà in scena tra meno di sette giorni nella capitale britannica. Il vertice di tutti i Ministri dello Sport delle nazioni del Vecchio Continente per cercare di dirimere una volta e per tutte l’annosa questione. A rivelare l’importanza di tale incontro, è lo stesso Guttsait nel corso della conferenza stampa a latere dell’assemblea del NOCU che ha rinviato ulteriormente la decisione sul boicottaggio: “La Gran Bretagna riunirà un vertice dei Ministri europei dello Sport per venerdì prossimo con l’obiettivo di discutere la questione dell’ammissione di russi e bielorussi. I capi dei Comitati olimpici nazionali di Lituania, Lettonia e Polonia sostengono l’Ucraina, questi tre Paesi hanno difatti già fatto una dichiarazione in tal senso“.

Dunque come si può facilmente dedurre, l’Ucraina è stata già supportata da altre tre nazioni europee nella richiesta al CIO di escludere russi e bielorussi da Parigi 2024. Il NOCU ha inoltre inviato al Presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach, ma anche alle Federazioni Internazionali delle varie discipline e ai vari Comitati Olimpici Nazionali, una serie di lettere formali volte a sollecitare il mantenimento in vigore delle sanzioni ai danni della Russia e della Bielorussia fin quando il conflitto non terminerà. Il Ministro dello Sport ucraino ha poi proseguito il suo intervento: “Tutto dipende da noi dirigenti sportivi – non solo dai membri del NOCU – e da come lavoreremo, perché non esiste una decisione ufficiale sulla partecipazione di sportivi russi e bielorussi a determinate condizioni. Dobbiamo intervenire tutti in questo processo, i comitati olimpici nazionali e i presidenti di tutte le federazioni. Dobbiamo lavorare su questo tema perché non dipenda solo dal CIO, ma anche dalle Federazioni internazionali di ogni sport. È molto importante che ogni membro della nostra famiglia olimpica lavori sulla propria posizione e metta in evidenza che non si possano vedere ed incontrare gli sportivi russi e bielorussi in competizioni internazionali“.

INTANTO BACH DICE NO ALL’INVITO DI ZELENSKY A BAKHMUT

Nel frattempo, le pressioni dell’Ucraina continuano su tutti i livelli. Per ora però con alterne fortune, infatti il Presidente del CIO Bach ha rifiutato l’invito del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky a far visita alla località di Bakhmut, una delle città colpite più duramente dalla guerra. Ciò è stato reso noto dallo stesso CIO tramite comunicato stampa, secondo cui: “al momento non esiste in programma un ulteriore viaggio in Ucraina“.

Zelensky aveva invitato Bach per mostrargli: “con i propri occhi che la neutralità non esiste“. L’ultima visita del Presidente del CIO nel Paese dilaniato dal conflitto risale allo scorso luglio. Va comunque precisato, che lo stesso Bach aveva espresso senza dubbi che a livello generale, quindi politico ed economico ma non a carattere sportivo, “le sanzioni contro i governi russi e bielorussi non sono negoziabili. Perché sia chiara una cosa, non stiamo parlando di atleti russi e bielorussi ma di atleti neutrali che rispettano le rigide condizioni che abbiamo stabilito, inclusa l’assenza di identificazione con il loro Paese e il con il loro Comitato Olimpico Nazionale ma anche il pieno rispetto delle norme anti-doping“.

LA POSIZIONE DEI COMITATI OLIMPICI DI STATI UNITI E PAESI BALTICI

Nelle ore che hanno preceduto la riunione del NOCU si sono registrate anche le prese di posizione dei Comitati Olimpici di altre nazioni. In particolare gli Stati Uniti sostengono il ban degli sportivi russi e bielorussi dalle prossime Olimpiadi di Parigi 2024, a meno che non sia “assolutamente chiaro” che non rappresentino i loro Paesi di appartenenza. Lo ha annunciato la portavoce della Casa Bianca Katerine Jean-Pierre.

Sulla stessa linea, i Paesi Baltici con la Lettonia, la Lituania, l’Estonia e la Polonia forti e unite nel sostenere con decisione l’incessante richiesta dell’Ucraina di bandire – senza dunque alcun trattamento più morbido – i russi e i bielorussi dalle competizioni internazionali, compresa ovviamente la più importante di esse: i Giochi Olimpici. I Ministri dello Sport delle quattro nazioni sopra citate, in una nota congiunta si sono espressi contrariamente alle aperture del CIO perché consentono: “allo sport di essere utilizzato per legittimare le decisioni politiche distogliendo così l’attenzione dall’aggressione contro l’Ucraina“.

La pressione politica dell’Ucraina sulla questione è tuttavia attiva da diverse settimane, con svariati esponenti di spicco politici e atleti pronti a seguire la parola di Zelensky: “Non esiste neutralità quando è in corso una guerra come questa. E sappiamo quante volte le tirannie cercano di usare lo sport per i loro interessi ideologici“.

Questo invece l’intervento in merito alla vicenda della portavoce della Casa Bianca: “La sospensione degli organi di governo nazionale dello sport di Russia e Bielorussia dalle Federazioni sportive internazionali, la rimozione di individui strettamente allineati con gli stati di Russia e Bielorussia, inclusi funzionari governativi, ma anche coloro che godono di posizioni di influenza in federazioni sportive internazionali, come consigli di amministrazione e comitati organizzativi; sono interventi imprescindibili per rispondere compiutamente alle barbarie commesse dalla Russia. Inoltre in questi mesi si è reso anche necessario incoraggiare le organizzazioni sportive nazionali ed internazionali a sospendere le trasmissioni di competizioni sportive in Russia e Bielorussia. Quindi, se atleti russi e bielorussi dovessero partecipare alle Olimpiadi deve essere assolutamente chiaro che non rappresenteranno la Russia o la Bielorussia. Anche l’uso di bandiere, emblemi o inni deve essere vietato“.

Anche campioni dello sport continuano a far sentire la loro voce contraria alla partecipazione di russi e bielorussi a Parigi 2024, l’ultima in ordine di tempo è stata Elina Svitolina.

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Olimpiade Parigi 2024: la finale maschile si giocherà al meglio dei 5 set

A Parigi, nello stadio del Roland Garros, la medaglia d’oro maschile verrà assegnata come in una finale Slam

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Court Philippe-Chatrier - Roland Garros 2022 (foto Roberto Dell'Olivo)

Le prossime Olimpiadi si terranno nel 2024 a Parigi e per i tennisti sarà un ritorno a casa. L’impianto scelto per ospitare i tornei di tennis è ovviamente lo stesso del Roland Garros. Si giocherà sulla terra rossa come non accade da Barcellona 1992, dove a ottenere la medaglia d’oro furono lo svizzero Marc Rosset e l’americana Jennifer Capriati.All’ultima Olimpiade di Tokyo 2020, la finale è stata vinta da Alexander Zverev su Karen Khachanov 6-3 6-1. Il tedesco, nel suo percorso, battè Djokovic togliendogli il sogno del Golden Slam.

L’Olimpiade all’ombra della Tour Eiffel porta con sé anche una novità: la finale maschile che assegnerà la medaglia d’oro si giocherà al meglio dei cinque set, come avviene durante la stagione solo nei tornei del Grande Slam. Ma parliamo solo della finale: il resto del torneo, compresa la “finalina” per assegnare la medaglia di bronzo, si giocherà al meglio dei tre set.

Il presidente del comitato olimpico spagnolo Alejandro Blanco si è già sbilanciato, inserendo tra i favoriti per la vittoria della medaglia d’oro 2024 Rafael Nadal, già vincitore dell’oro a Pechino 2008 in singolare, e in doppio a Rio 2016 con Marc Lopez: “Se ci andrà, vincerà sicuramente una medaglia”.

 

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Olimpiadi

Ubi Radio Olimpiadi – Dodicesima giornata di Tokyo 2020: la debacle delle squadre

Lo straordinario oro nell’inseguimento di ciclismo su pista rende meno amaro il peggior risultato negli sport di squadra da Monaco ’72

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Filippo Ganna e la squadra di inseguimento ha vinto una splendida medaglia d’oro nell ciclismo su pista, con una rimonta spettacolare nell’ultimo chilometro contro i campioni del mondo in carica della Danimarca.
Giornata da dimenticare per gli sport di squadra italiani: brutta sconfitta per la nazionale di pallavolo femminile, fermata 3-0 con la Serbia e autrice di una prova incerta e opaca. Sconfitto anche il settebello di pallanuoto, sempre dalla Serbia, non lasciando più nessuna squadra italiana in gara dopo i quarti di finale: non accadeva da Monaco ’72.
Le speranze sono ora concentrate sulla 10 chilometri di nuoto con Gregorio Paltrinieri, Elia Viviani nell’Omnium del ciclismo su pista e nella staffetta 4×100 metri di atletica nella quale corrono il neo campione Marcell Jacobs e la promessa Filippo Tortu.

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