La favola di Barbora Krejcikova ha avuto il suo lieto fine. La 25enne ceca, già vincitrice di due titoli dello Slam in doppio (oggi punta al terzo, assieme a Siniakova contro Mattek-Sands e Swiatek) e tre nel misto, può aggiungere al suo palmares il titolo più importante della sua carriera dopo il successo per 6-1 2-6 6-4 su Anastasia Pavlyuchenkova.
Felicità ed emozioni sono i fili conduttori della conferenza stampa della nuova campionessa del Roland Garros 2021. “É un sogno che si realizza. È davvero difficile mettere insieme le parole in questo momento perché provo così tante emozioni, ho così tante cose che mi passano per la mente. É sempre stato il mio sogno vincere qui”. La gestione delle emozioni in questo torneo è passata anche da un lavoro a livello mentale, che la stessa Barbora definisce la chiave del suo successo. “Ho parlato con la mia psicologa prima di ogni match sin dalla sfida con Sloane [Stephens]. Non mi ero mai trovata in una situazione del genere, non in singolare. Ero un po’ nel panico. Volevo davvero vincere. Abbiamo parlato di come ‘dialogare’ con me stessa e cosa fare quando mi sento nervosa in campo”.
Nonostante il grande risultato, centrato appena alla quinta partecipazione Slam in singolare (meglio di lei nella storia del tennis femminile solo Andreescu e Seles, vincitrici al quarto Slam) Barbora rimane con i piedi per terra: “Non ho intenzione di cambiare, non ho intenzione di fare qualcosa di diverso. Ho solo intenzione di continuare a lavorare sodo. Immagino che molte cose cambieranno per me, ma io rimarrò la bambina della mia piccola città [Brno] che ha iniziato a giocare a tennis contro il muro. Probabilmente non cambierà nulla”.
Dopo la semifinale vinta in modo abbastanza rocambolesco contro Sakkari, la giocatrice ceca si era soffermata – già nell’intervista sul campo, nascondendo a fatica la commozione – sul rapporto con Jana Novotna, che è stata sua mentore per circa tre anni. Dopo la finale ha parlato ancora più a lungo di questo argomento, offrendo una risposta che vi proponiamo per intero per il valore delle parole pronunciate.
“Jana è stata davvero speciale per me. Abbiamo avuto un forte legame. Mi ha detto vai e diventa una professionista. Quando avevo diciott’anni, finita la carriera junior (che in doppio le aveva già regalato tre trofei Slam, ndr), non sapevo esattamente cosa fare. L’ho conosciuta, sono andata a casa sua con i miei genitori e semplicemente gliel’ho chiesta. Lei è sempre stata molto disponibile e quando ho scoperto che era malata e che non sarebbe finta bene, mi è sembrato che lei mi stesse passando tanta della sua esperienza, della sua forza, della sua attitudine. Mi ha insegnato così tante cose che sentivo di dover stare con lei alla fine della sua vita, di supportarla – anche se i miei genitori mi dicevano di non andarci, perché non stavo gestendo la situazione troppo bene, sentivo di doverlo fare. Quindi è stata una mia decisione, stare con lei e darle il mio supporto come lei aveva fatto con me quando avevamo iniziato a lavorare insieme“.
Questo legame non è oggi meno forte di ieri, e continua a motivare e dar forza a Barbora: “Penso anche che anche lei sia felice che io mi trovi qui. Ecco perché si sta prendendo cura di me in questo momento. Questo è il motivo per cui ho vinto così tanti titoli del Grande Slam, perché lei, da qualche parte lassù, si prende cura di me. Vuole che vinca. Lei sa cosa significa per me, e io so cosa significherebbe per lei“.
Articolo a cura di Giuseppe Di Paola