Via col brivido (Pierelli). Federer, arriva un colpo di fortuna (Mastroluca). Lucky Federer (Azzolini). Nonna Venus: la vita è come sai gestire le sfide (Marcotti)

Rassegna stampa

Via col brivido (Pierelli). Federer, arriva un colpo di fortuna (Mastroluca). Lucky Federer (Azzolini). Nonna Venus: la vita è come sai gestire le sfide (Marcotti)

La rassegna stampa di mercoledì 30 giugno 2021

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Via col brivido (Matteo Pierelli, La Gazzetta dello Sport)

Hanno avuto paura. Di averlo visto in campo per l’ultima volta. Quando Roger Federer era sotto 2 set a 1 e sembrava in balia di Adrian Mannarino sul centrale più famoso del mondo, l’atmosfera era dimessa, quasi di rassegnazione per quella divinità di quasi 40 anni (li compirà l’8 agosto) con le spalle al muro. E invece lo svizzero, con i denti e soprattutto con l’orgoglio, è rimasto in qualche maniera agganciato al match e alla fine è riuscito a spegnere sogni del mancino francese, tradito proprio nel giorno del suo 33esimo compleanno da una scivolata maligna sul 4-2 per Roger nel quarto set, che lo ha costretto poi ad abbandonare all’inizio del quinto per infortunio. Così gli innumerevoli innamorati dello svizzero possono tirare un sospiro di sollievo, convinti che col passare dei giorni, con l’aumentare del numero delle partite giocate sull’erba, il Divino ritrovi almeno parte della forma migliore. Per quanto visto ieri è comunque arduo immaginare che Roger possa ritrovare d’incanto i colpi per competere con Djokovic e anche con i giovani rampanti. Per il momento, accontentiamoci di rivederlo in campo domani contro Richard Gasquet. Già, perché il pericolo corso ieri è stato evidente, come ha riconosciuto con la solita signorilità anche lo stesso Federer. «E’ terribile quello che è successo a Mannarino – ha detto lo svizzero – e tutto questo mostra come un colpo può cambiare il risultato di una partita, una stagione, anche una carriera. Auguro ad Adrian tutto il meglio e di rivederlo presto in campo. Fino a quel punto era il giocatore migliore, avrebbe potuto sicuramente vincere e io sono stato fortunato». E anche molto, troppo falloso. Come dimostrano anche le cifre che parlano di 45 errori non forzati a fronte di 16 ace e 54 vincenti. Il centrale più famoso del mondo, con il tetto chiuso per la pioggia, ha salutato il ritorno del re a due anni di distanza dalla sconfitta più bruciante della carriera con Djokovic in finale. Roger Federer è tornato nel giardino di casa, dove ha trionfato otto volte e dove ha scritto le pagine più belle della sua leggenda ancora attuale. Archiviato il primo set grazie a un break nel decimo gioco, lo svizzero si è fatto trascinare al tie-break nel secondo dove e stato completamente tradito dal dritto. Da li in avanti il suo tennis è stato sempre più falloso e in un amen ha mollato anche il terzo set. Nel quarto, Federer ha salvato una pericolosissima palla break e poi è tornato aggressivo ed è andato davanti 4-2. Qui la scivolata che è costata il match allo sfortunatissimo Mannarino, costretto ad abbandonare all’inizio del quinto con un ginocchio malandato. Più o meno la stessa cosa è successa a Serena Williams, che ha visto sfumare anche stavolta la caccia al record di 24 Slam di Margaret Court. L’americana che a Wimbledon ha trionfato sette volte si è arresa a un infortunio alla coscia destra sul 3-3 del primo set contro la bielorussa Aliaksandra Sasnovich. Ed è uscita dal campo in lacrime.

Federer, arriva un colpo di fortuna (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Il tempo non è un gambero. Nemmeno per Roger Federer che ha rischiato di subire un’eliminazione al primo turno. Contro il mancino francese Adrian Mannarino, il 20 volte campione Slam ha vinto il primo set mettendo in campo soprattutto il peso del suo passato. Dal secondo, però, la musica è cambiata. Mannarino ha visto concretizzarsi la prospettiva dell’impresa che vale una carriera. Un regalo perfetto per il compleanno numero 33, che cadeva proprio ieri. Invece la sua partita è durata solo fino al sesto game del quarto set. E’ scivolato su un cambio di direzione, si è fatto male al ginocchio. E’ rimasto in campo, dopo un lungo medical time-out, solo fino alla fine del set. Il match si è concluso sul 6-4, 6-7(3) 3-6 6-2. «Non sento una particolare pressione, non so se sarà uno dei miei ultimi Slam. Questa partita per me è stata un primo turno come gli altri» ha detto Federer, che ha completato il match con 45 errori gratuiti di cui 24 di diritto. Proprio la difficoltà di incidere con il suo colpo migliore, assieme a un servizio incostante, ha rappresentato la misura più evidente della giornata no dello svizzero. AI di là delle parole, in campo Federer ha subito il ritmo e il gioco di Mannarino. Il francese ha giocato meglio. Ma il campione svizzero, otto volte vincitore a Wimbledon, ha tirato fuori l’orgoglio, la capacità di pensare velocemente ed evolvere stile di gioco e strategie nei momenti di maggiore preoccupazione sportiva. Il baratro della prima sconfitta al primo turno ai Championships dal 2003 ha risvegliato il suo tennis e insieme il pubblico del Centrale, ne ha riscaldato le speranze e rinforzato l’entusiasmo. «Sono riuscito ad accorciare gli scambi e a cambiare un po’ le cose dal quarto set. Chissà che sarebbe successo se fossimo andati poi al quinto» ha spiegato Federer. «Sono stato fortunato, questo episodio dimostra che un colpo può cambiare l’esito di una partita, di una stagione, di una carriera» ha detto Federer che affronterà al prossimo turno Richard Gasquet. Una sfida dal sapore nostalgico e profondamente malinconico. […] Va invece fuori la 39enne Serena Williams: si è fermata sul punteggio di 3-3 nel primo set contro la Sasnovich per un problema ad una gamba. Ha cercato di continuare a giocare. Ma, con le lacrime agli occhi, è caduta in ginocchio.

Lucky Federer (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Il primo a sapere come stanno le cose è lui, il Più Grande. Due anni di assenza dai campi l’hanno privato della continuità nell’attenzione e della carica emotiva che servono a giocare nel Tour, ma non dell’esperienza per esprimere un giudizio sul suo ritorno a Wimbledon, né dello spirito critico per punirsi con un voto più vicino al 4 e mezzo che alla sufficienza stiracchiata. Sa bene che non potrà permettersi altri due set come il secondo e il terzo di ieri giocati contro un Mannarino che a scapito del cognome che porta è da anni nella Top Ten dei tennisti più innocui e generosi del circuito. Sa anche, che tutte le fortune riscosse dal francese nel corso della partita, fra nastri gaglioffi, righe pizzicate e orride stecche finite non si sa come tra le righe del campo, sono nulla rispetto a quella che lo ha spedito al secondo turno, un brutto infortunio dell’avversario scivolato su un campo più simile a una saponetta e costretto al ritiro da un brutto crac avvertito dalle parti del ginocchio. Infine, sa perfettamente, il buon vecchio Roger, che sarebbe bastato un giocatore dotato appena di un pizzico in più di faccia tosta di Mannarino (e ce ne sono…), per giungere a una rapida cacciata dai giardini dell’Eden tennistico e forse, chissà, a tirare un frego su tutti i propositi di proseguire la carriera oltre i quaranta. Avremmo scritto, allora, che la sconfitta chiudeva il romanzo più epico ed emozionante mai letto sull’amour fou tra un tennista e il suo torneo, un legame insieme puro e indistruttibile. Sarebbe stata l’ultima volta di Roger a Wimbledon, e l’addio avrebbe titillato note meste e prive di speranza, fra le espressioni addolorate delle signore, tante, tantissime, che in questi anni l’hanno eletto al ruolo di “figlio prediletto”. Temi che restano in campo, e accerchiano Federer, che ben altro ritorno aveva sognato. Sa bene quanto ha rischiato, lo dice anche… «L’importante, alla fine, è che avrò un altro match da giocare. Un altro po’ di tempo da passare qui, davanti al pubblico. Quanto, e come, non so dirvi. Mannarino è stato migliore di me e mi dispiace davvero che sia stato costretto al ritiro. Questo mi favorisce, spero di meritarmelo. Ma non so se ne sarò in grado». […]

Nonna Venus: la vita è come sai gestire le sfide (Gabriele Marcotti, Corriere dello Sport)

All’All England Club, dove la sorellina Serena inseguiva il record di Slam e la gloria eterna – ma ieri si è dovuta ritirare tra le lacrime per un infortunio muscolare sul 3-3 del primo set contro la bielorussa Sasnovich – Venus coltiva, su campi secondari, la sua immutata passione per il tennis, l’agonismo, la competizione. Le ultime motivazioni che a 41 anni la spingono ancora a girare il mondo con una racchetta in mano. «La vita è come sai gestire le sfide che ti si presentano e mi piace pensare di essere abbastanza brava in questo», ha spiegato la più matura delle sorelle Williams, dopo la vittoria – in tre set, combattuti, per oltre due ore e mezza – contro la mancina romena Mihaela Buzarnescu. Il primo successo dopo quattro mesi di delusioni, con cinque sconfitte consecutive: da Miami a Madrid, passando per Parma, Strasburgo fino al Roland-Garros. Cinque volte fuori al primo turno, è per questo che il passaggio al secondo turno dei Championships, che Venere ha vinto ben cinque volte, ha un sapore speciale. E’ dovuta ritornare sui prati londinesi, dove aveva trionfato per la prima volta all’alba del nuovo millennio quando aveva 20 anni, per ritrovare la vittoria, compagna di una vita «Quando ripenso a quel trionfo, e magari in tv mi capita di rivedere le immagini della finale, la cosa che più mi sorprende sono gli occhi che avevo. Ero feroce, motivata da una incredibile voglia di vincere». Oggi che è una donna matura, come ama auto-definirsi sul suo profilo di Twitter («giocatrice di tennis, sorella maggiore, ragazza cresciuta»), la voglia è immutata, testimoniata dalla grinta messa in campo ieri, pur relegata sul Campo n.3. «Non mi importa il campo dove mi fanno giocare, l’importante è farlo, gareggiare, sentire il fuoco dentro». Venus non vinceva una partita dagli Australian Open, domani contro la tunisina Jabeur potrebbe centrare qualcosa di inedito nelle sue ultime due stagioni: il terzo turno. Sono lontanissimi i tempi in cui primeggiava il ranking mondiale. Risale a quattro anni fa il suo ultimo squillo sui prati di SW19 (la finale persa contro la spagnola Muguruza); quest’anno per poter partecipare per la 23^ volta ai Championships (Slam n.90 in carriera) ha dovuto ricorrere a una wild-card. Venus è ostinatamente single (e senza figli) dopo la fine della relazione con Nicholas Hammond. «Sono infrequentabile», ha scherzato una volta, forse per rivendicare la propria forte personalità.

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