Wimbledon: gli ottavi di Berrettini e Sonego allungano una serie storica per l'Italia

Flash

Wimbledon: gli ottavi di Berrettini e Sonego allungano una serie storica per l’Italia

Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego confezionano un Wimbledon da favola per gli italiani: quarto Slam di fila con almeno due azzurri agli ottavi. Quando era successo? Ovviamente mai

Pubblicato

il

Matteo Berrettini - Wimbledon 2021 (via Twitter, @Wimbledon)
 

Due tennisti italiani agli ottavi di Wimbledon – di sesso maschile e in Era Open, due precisazioni d’obbligo – non li avevamo mai avuti. Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego sono riusciti laddove nessuna coppia di tennisti italiani era riuscita a spingersi dal 1968 al 2019; quante poche volte fossimo andati vicini a questo traguardo in mezzo secolo lo prova il numero di edizioni in cui l’Italia ha piazzato un tennista agli ottavi, appena quattro (1979, 1998, 2013 e 2019), e il numero di edizioni in cui ha invece espresso almeno due tennisti al terzo turno (sette prima del 2021).

Numeri ben distanti dalle dodici edizioni di Wimbledon con almeno una tennista italiana agli ottavi. Di queste, una ha avuto il carattere della doppietta (Silvia Farina e Rita Grande agli ottavi nel 2004) e ben due quello della tripletta: Giorgi, Schiavone e Vinci sono arrivate agli ottavi nel 2012, Vinci si è ripetuta l’anno successivo assieme a Pennetta e Knapp.

Con il tennis femminile italiano che oggi arranca, questo è invece un periodo decisamente favorevole agli uomini. L’edizione 2021 di Wimbledon – lo Slam storicamente più complicato per gli italiani assieme all’Australian Open – lo conferma su più fronti. È il quarto Major consecutivo in cui almeno due tennisti italiani si qualificano agli ottavi: al Roland Garros autunnale del 2020 ci erano riusciti Sinner e Sonego, agli Australian Open di quest’anno Berrettini e Fognini e al Roland Garros 2021 Berrettini, Sinner e Musetti. Va da sé che non era mai successo prima, così come non ci eravamo mai trovati a contare nove Slam di fila con almeno un tennista italiano agli ottavi; la serie positiva è iniziata dopo l’Australian Open 2019, torneo in cui Fabbiano, Seppi e Fognini furono sconfitti al terzo turno. Si andrà dunque a New York con l’ambizioso obiettivo della doppia cifra.

Siamo tutti consapevoli che il tennis è diventato il tennis che conosciamo con l’inizio dell’Era Open, ma per dovere di cronaca e di statistica dobbiamo citare le due edizioni pre-Open in cui due tennisti italiani hanno disputato gli ottavi a Wimbledon. Nel 1949 Giovanni Cucelli e Rolando del Bello furono sconfitti rispettivamente dal sudafricano Sturgess e dall’australiano Bromwich, mentre nel 1955 Giuseppe Merlo si ritirò al terzo set di una partita fino a quel momento dominata da Rosewall e Nicola Pietrangeli riuscì a superare gli ottavi per poi fermarsi ai quarti, sconfitto in cinque set dal danese Kurt Nielsen che avrebbe poi raggiunto la finale.

MATTEO E LORENZO – Il rischio di soffermarsi troppo sui numeri italiani è spersonalizzare il risultato ottenuto da Matteo e Lorenzo, il cui raggiungimento della seconda settimana non assume certo il carattere della sorpresa e forse per questo è ancora più rimarchevole, trattandosi comunque di due tennisti che hanno imparato a convivere da poco con i piani alti (o altissimi) della classifica. Berrettini ha vinto venti delle ultime ventidue partite giocate sull’erba, dal 6-4 6-3 all’indiano Gunneswaran nel tie di Davis del febbraio 2019 al successo in tre set su Bedene che lo ha portato agli ottavi quest’anno; le due sole sconfitte sono arrivate entrambe nel 2019, in semifinale ad Halle contro Goffin e agli ottavi di Wimbledon contro Sua Maestà Federer (non serve ricordare fin dove sarebbe arrivato lo svizzero, in quel torneo). Nel mezzo, i due titoli di Stoccarda (2019) e Queen’s (2021). Insomma, come confermano i bookies è uno dei tennisti più forti sull’erba in questo momento e diverse ragioni tecniche possono confermare la tesi evidenziata dai numeri.

Lorenzo Sonego, unico italiano capace di vincere un titolo sull’erba assieme a Seppi e Berrettini, si è presentato a Wimbledon fresco di finale a Eastbourne – nella quale ha subito la rimonta di de Minaur. Anche per lui è essenzialmente una questione di servizio e dritto, come per qualunque tennista si metta in testa di poter fare bene su questa superficie, ma l’erba impone diverse altre logiche che riguardano soprattutto gli appoggi, la sicurezza negli spostamenti e la capacità di colpire la palla con maggiore reattività dopo il rimbalzo. Logiche che storicamente i tennisti italiani hanno fatto fatica a digerire, concentrati come sono stati per diverse decadi sulla costruzione del punto, sulla capacità di tenere il palleggio prolungato e sulla reazione più che sull’azione.

Logiche che Matteo e Lorenzo hanno invece dimostrato di poter digerire più che volentieri, certo sospinti da un servizio che quasi avevamo perso le speranze potesse caratterizzare un tennista nato entro i nostri confini. Dopo i primi tre turni, Berrettini è primo per ace totali (60, assieme a Bublik) e nettamente primo per percentuale di servizi che non hanno ricevuto risposta (il 62%, quasi due sue tre); Sonego non possiede la stessa potenza di fuoco, ma è quello che mette in campo più prime di tutti e le converte in punto in ben otto casi su dieci (79%).

Insomma, quando servi così è più facile. E siccome non siamo venditori di tappeti, senza voler sminuire il ragguardevole risultato raggiunto dai due tennisti (che sono anche grandi amici e si sostengono a vicenda), dobbiamo anche sottolineare il valore non eccelso degli avversari affrontati sinora. Berrettini ha battuto i numeri 59, 139 e 64 del mondo, ossia Pella, Van de Zandschulp e Bedene: in tre vantano appena 22 vittorie sull’erba in carriera a livello ATP, e la maggior parte sono di Bedene (13).

Sonego ha sconfitto tre avversari il cui ranking medio supera addirittura la soglia della top 100. Si tratta di Pedro Sousa, Galan e Duckworth, due dei quali esordienti nel main draw di Wimbledon – non che Sonego, che ha centrato quest’anno la prima vittoria ed è appena alla terza partecipazione, sia invece un habitué dei prati di Church Road. Vantaggi di avere una testa di serie sulle spalle, replicherebbe qualcuno, ma si tratta comunque di due percorsi piuttosto agevoli.

D’altro canto la fortuna bisogna fare in modo di meritarsela, e chissà se Lorenzo interpreterà come un intervento della buona sorte il suo accoppiamento con Roger Federer agli ottavi. Avrà il centrale di Wimbledon per la prima volta in carriera, sfiderà il più forte tennista della storia del torneo e potrà tentare l’impervia strada della rivincita dell’unico precedente, perso al primo turno del Roland Garros 2019.

Più probabilmente avrebbe voluto scambiare i suoi panni con quelli di Matteo, che al trittico di avversari favorevoli ne aggiungerà un quarto, il relativamente morbido Ilya Ivashka che occupa la 79° posizione del ranking. Lusso vero per essere un ottavo Slam, lusso e occasione imperdibile per andare a sfidare uno tra Auger-Aliassime e Zverev. Lui non avrà un campo prestigioso (‘Spero che nei prossimi anni il centrale mi verrà dato comunque perché sono Berrettini e non per l’avversario che sfido‘, ha raccontato con una punta d’orgoglio in conferenza) ma fatichiamo a immaginarlo formulare una lamentela. Meglio Ivashka sul campo settordici per avere maggiori chance di guadagnarsi il Centre Court in occasione dei quarti di finale, decisamente.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement