Ne aveva parlato alla vigilia, Roger Federer, delle belle sensazioni che l’avevano accompagnato alla seconda settimana. Il successo in due ore e 11 minuti su Lorenzo Sonego gli ha dato conferma di un’inerzia positiva, quella che ha saputo anche meritarsi adattando il suo gioco alle condizioni di questo torneo.
“È bello vedere che il lavoro fatto è stato ripagato – la sua analisi -, sono in grado di giocare a questo livello al meglio dei cinque set e non era scontato. Giocare negli Slam ogni due giorni è diverso dal giocare per cinque giorni di fila altrove. Stesso discorso per i tornei: una cosa è giocarli consecutivamente, un’altra ogni due settimane. Quando sei giovane e nel pieno della forma affronti gli impegni come vengono, nella mia condizione invece diventano tutti punti interrogativi. Ero disposto anche a raccogliere qualche sconfitta in preparazione pur di recuperare la forma e arrivare qui a Wimbledon a svegliarmi la mattina sentendomi in grado di giocare sui cinque set. Adesso questa sensazione è molto gratificante, c’è da vedere quanta benzina mi sia rimasta e proprio in tal senso è stato importante vincere in tre set“.
Mentre la modalità recupero è stata già attivata, il suo avversario dei quarti – Hurkacz o Medvedev – avrà comunque meno tempo per riposare, visto che la pioggia ha costretto a spalmare in due giorni la loro sfida.
FATTORE TETTO – Tra Federer e Sonego l’insidia meteo è stata invece neutralizzata dalla chiusura del tetto, che ha innegabilmente modificato le condizioni di gioco nel primo set. “C’è stato un cambiamento innegabile – la versione dello svizzero -, è salita l’umidità e il gioco è diventato più lento rispetto a quello outdoor. Il primo momento in cui giochi al chiuso dopo mesi all’aperto è un qualcosa a cui devi abituarti e penso sia stato anche per questo che ho sofferto al primo turno contro Mannarino. Non si può giocare appoggiandosi tanto sul servizio e da questo punto di vista penso anche a Sonego, sotto il tetto ha perso l’efficacia della sua prima che è un suo punto di forza. Negli scambi, ha la sensazione di dover spingere di più con le gambe per muoversi. Comunque con il passare dei giorni ho preso l’abitudine ai campi e alle palline, ho iniziato a colpire più d’anticipo e a giocare al volo, sono aspetti che fanno la differenza con l’andare avanti del torneo“.