Risultati deludenti per gli italiani impegnati nei Challenger

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Risultati deludenti per gli italiani impegnati nei Challenger

Non si gioca solo a Trieste. Tra Segovia, Poznan e Lexington gli azzurri raccolgono ben poco

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Roberto Marcora - ATP Challenger Bergamo 2020 (foto Antonio Milesi)
 

Questa settimana il calendario cadetto torna a pieno regime programmando, oltre a Trieste (Cobolli è l’unico azzurro ancora in gara, affronterà Skatov nei quarti), altri tre tornei. Al Challenger 90 di Poznan l’unico italiano in gara era Roberto Marcora (n.216 ATP) che, dopo aver superato un primo turno non banale contro il 24enne Maxime Janvier (n.234 ATP), ha dovuto vedersela con il kazako Dmitry Popko (n.189 ATP), un giocatore che normalmente non metti nei pronostici ma che preferiresti non dover mai incontrare. Infatti il tennista lombardo ha dovuto alzare bandiera bianca, subendo un netto 6-0 6-3. Cinque palle break su otto trasformate per il kazako, mentre Marcora non ha sfruttato nessuna delle sei occasioni avute sulla racchetta.

Torneo impreziosito, per così dire, dalla presenza di Leo Borg (n.2118 ATP), il figlio del grande Bjorn, cui gli organizzatori hanno generosamente concesso una wild card. Sulla strada del 18enne svedese il russo Alexander Shevchenko (n.441 ATP), di soli due anni più anziano ma già molto più maturo ed esperto. Il russo, che invece il tabellone principale se lo era dovuto sudare, (i francesi Geoffrey Blancaneaux ed Evan Furness le sue vittime) è costretto al testa a testa fino al 5-5 quando riesce a strappare il servizio a zero all’avversario. Da lì in poi è tutta discesa verso il 7-5 6-2 finale. Leo Borg è comunque rimasto in partita molto più di quanto non fosse riuscito a fare in marzo a Marbella quando perse malamente (6-1 6-2) contro Taro Daniel o anche solo la settimana scorsa a Tampere quando era andato incontro a una pessima figura (6-3 6-0) contro il non irresistibile argentino Nicolas Kicker. Il rischio è che il ragazzo venga usato dagli organizzatori a puro scopo pubblicitario, senza alcun rispetto per i tempi della sua crescita, sempre che crescita ci sia.

Nell’altro Challenger 90 in corso a Segovia (cemento) a difendere i colori dell’Italia Matteo Viola e Luca Vanni. Il mestrino nel primo turno ha superato 6-4 6-1 il bosniaco Mirza Basic (n.269 ATP) che non ha opposto la resistenza che ci si poteva aspettare. Poi è stato bruscamente ridimensionato dal francese Benjamin Bonzi (n.111 ATP e seconda testa di serie) che gli ha inflitto un severo 6-1 6-2. Risultato inevitabile se ottieni il 39% di punti sulla prima e il 27% sulla seconda, contro rispettivamente il 73% e il 54% del tuo avversario. Luca Vanni invece, dopo aver brillantemente superato le qualificazioni, ha dovuto cedere 6-4 6-3 al 24enne statunitense Moreno De Alboran (n.409 ATP), uno che a livello Future ha già dato ampia prova di sé e che nelle qualificazioni aveva eliminato il nostro Alessandro Bega. Un break per set è stato fatale al toscano.

Nessun italiano al Challenger 80 di Lexington (ricordiamo per inciso che nel 2019 Jannik Sinner ha iscritto il proprio nome nell’albo d’oro del torneo) dove Jenson Brooksby (n.129 ATP) andrà a caccia del quarto successo stagionale, forte della prima testa di serie e di una stagione semplicemente fantastica, come dimostra anche la sua recentissima prestazione all’ATP 250 di Newport dove è arrivato fino alla finale, prima di essere fermato da un erbivoro doc come il redivivo Kevin Anderson.

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