Lo US Open 2021 si giocherà a porte aperte (almeno per il pubblico interno), ma il ritorno alla quasi normalità varrà solo per il tabellone principale: le qualificazioni (in programma dal 24 al 27 agosto) verranno infatti disputate a porte chiuse. La USTA ha diramato un comunicato in cui ha reso ufficiale la notizia, definendola come una decisione “particolarmente dura” da prendere, vista la popolarità del torneo cadetto fra gli appassionati.
Nel 2019, infatti, il torneo organizzò una Fan Week con concerti gratuiti ed altre attività proprio durante la settimana delle qualificazioni, attirando circa 115.000 spettatori. Ricordiamo inoltre che in condizioni normali lo US Open e l’Australian Open sono nettamente i due Slam che vendono più biglietti, e che quindi contano maggiormente su questo fattore: nel 2019, 737.872 spettatori hanno assistito a dei match dal vivo durante le due settimane del tabellone principale di Flushing Meadows, 853.227 includendo le quali (796.435 a Melbourne, mentre negli altri due il totale si aggirava attorno al mezzo milione, in tutti e tre i casi escludendo le qualificazioni).
La federtennis statunitense ha preso questa decisione in seguito a consultazioni avvenute con le autorità sanitarie dello Stato di New York e con l’équipe medica del torneo stesso, le quali hanno confermato che questa sia la decisione migliore per salvaguardare la salute pubblica. Nel comunicato si legge infatti che la settimana delle qualificazioni è di gran lunga quella con più giocatori e team presenti allo USTA Billie Jean King National Tennis Center: sono infatti presenti 256 tennisti in cerca di un posto del main draw, che vanno a sommarsi con singolaristi e doppisti già sicuri di un posto ma anche già presenti on-site, nonché con i membri dei rispettivi team – si stima dunque che il totale sia di circa 2500 persone presenti.
A causa della pandemia, inoltre, molti degli spazi riservati ai giocatori (palestre, ristoranti, eccetera) sono stati spostati all’aperto, riducendo l’area outdoor e rendendo quindi più complicato l’accesso per gli spettatori. Ricordiamo che nel 2020 il circolo dello US Open è stato il primo ad ospitare un grande evento tennistico (non ce ne vogliano Palermo, Praga e Lexington) e che allora le qualificazioni nemmeno si disputarono, abbassando il cut-off in entrambi i tabelloni di singolare. In una fase in cui i casi di coronavirus stanno ricominciando a crescere negli Stati Uniti (anche se nello Stato di New York in misura minore rispetto ad altri), e soprattutto in virtù della sopracitata cancellazione del 2020, si può presumere che per i giocatori impegnati nelle quali questa soluzione possa essere accettabile .