ATP Challenger: Franco Agamenone, un uomo in missione

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ATP Challenger: Franco Agamenone, un uomo in missione

L’italo-argentino mette la ciliegina su una stagione incredibile e a Kiev alza il suo secondo trofeo Challenger. Benjamin Bonzi ancora più recordman con cinque vittorie

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Franco Agamenone - ATP Challenger Kiev
 

Al Challenger 80 di Kiev (terra battuta) il 28enne italo-argentino Franco Agamenone vince il suo secondo titolo stagionale, prevalendo (7-5 6-2) su Sebastian Baez (n.155 ATP) in una finale dove non partiva certo favorito. Lo avevamo sentito (Franco parla un ottimo italiano) dopo la semifinale e ci aveva detto: “L’unico precedente risale al 2018 quando persi in un Future in Argentina, ma non c’è problema perché domani vinco”. Presunzione o sicurezza nei propri mezzi? Di sicuro è raro sentire alla vigilia un’affermazione così tranchant da uno dei protagonisti, ma l’azzurro sta vivendo un momento così straordinario (ricordiamo che in stagione ha vinto anche cinque Future) che si fa beffe anche della scaramanzia. Certo che quando l’abbiamo visto sotto 5-1 contro Baez abbiamo tremato.

Il 20enne argentino è giocatore molto solido e compatto (assomiglia molto sia nell’aspetto fisico che nel gioco al suo connazionale Diego Schwartzman) e quest’anno ha già vinto tre Challenger. Ma Agamenone non ha fatto una piega, ha semplicemente innestato l’overdrive e non ha più sbagliato nulla fino alla fine, mentre l’avversario iniziava a calare e quindi a preoccuparsi. Da quel momento undici giochi a due per lui e il set point per Baez sul 5-3 è apparso niente di più che un trascurabile incidente di percorso. Dopo un’ora e venti il nostro tennista (adesso vive a Lecce) può alzare le braccia al cielo. E sinceramente non sappiamo quale possa essere il suo limite, pensiamo solo che in pochi mesi ha vinto molto più di quello che aveva vinto in anni di carriera e che è salito al suo nuovo best ranking al n.230 ATP, quando a inizio stagione era al n.675. Non ci azzardiamo a fare pronostici ma non ci stupiremmo di trovarlo presto nel main draw di uno Slam. Questo è il suo obiettivo e questo è il nostro augurio.

Al Challenger 100 di Tulln an der Donau vince il tedesco Mats Moraing, battendo in finale il francese Hugo Gaston 6-2 6-1 al termine di tre quarti d’ora di autentico monologo. Del resto non poteva finire diversamente quando ottieni il 94% sulle prime contro il 48% e il 79% sulle seconde contro il 42%. Queste percentuali hanno fruttato cinque break, senza nemmeno una palla break per l’avversario. Per il 29enne Moraing è il secondo successo stagionale (quarto in totale) dopo la vittoria a sorpresa in giugno a Forlì. In questo modo risale al n.193 ATP, a una cinquantina di posizioni dal suo best (n.148) raggiunto nel luglio 2018. Il 20enne mancino francese conferma il proprio talento, ma anche la sua incapacità di fare quell’ultimo passa verso il traguardo. Infatti aveva già perso in aprile a Roma, in luglio a Iasi, per non parlare della finale dell’ATP 250 di Gstaad sempre in luglio, contro Casper Ruud. Non sappiamo se il nuovo best al n.118 ATP sia sufficiente a consolarlo. Ricordiamo con piacere che il nostro Andrea Vavassori, in coppia con Dustin Brown, ha vinto il torneo di doppio, prendendosi la rivincita (7-6 6-1) sui brasiliani Matos/Meligeni che lo avevano battuto la settimana precedente nella finale di Como.

A Cassis (Challenger 80, cemento) il titolo se lo sono giocato due francesi: Benjamin Bonzi (n.94 ATP), forse il giocatore più caldo del circuito, e Lucas Pouille, oggi n.133 ATP ma già n.10 e semifinalista Slam agli AO 2019. Poi un 2020 come minimo drammatico con l’operazione al gomito destro e la positività al Covid. Ha vinto in scioltezza Bonzi 7-6(4) 6-4 che sale così a cinque vittorie stagionali, nessuno come lui. Per il nativo di Nimes anche il nuovo best ranking al n.76 ATP.

Al Challenger 80 di Banja Luka (Bosnia, terra battuta) finale tra il favorito argentino Juan Manuel Cerundolo e il 26enne serbo Nikola Milojevic (n.160 ATP) che è arrivato all’atto conclusivo senza smarrire per strada un solo set. Li ha però smarriti tutti in una finale dove non è mai riuscito a impensierire (6-3 6-1) il 19enne talento argentino che, grazie a questo successo (il secondo consecutivo dopo Como, il terzo in stagione), migliora il proprio best ranking raggiungendo il posto n.108, a un passo da quel fatidico numero 104 che ti garantisce l’accesso diretto ai tornei dello Slam. Non abbiamo dubbi che saprà centrare il traguardo a breve perché il ragazzo, pur avendo già cittadinanza nel circuito maggiore (vittoria in febbraio nell’ATP di Cordoba), non esita a sporcarsi le mani al piano di sotto. E la scelta sta pagando ottimi dividendi.

A Siviglia (Challenger 100, terra battuta), eliminati i tre italiani nei quarti, i padroni di casa hanno monopolizzato la finale. Pedro Martinez (n.75 ATP) ha facilmente prevalso sul connazionale Carballes Baena (n.95 ATP) col punteggio di 6-4 6-1. Un match in realtà più combattuto di quanto non dica il punteggio, come dimostrano le quasi due ore di partita, ma che non ha mai offerto al 28enne isolano (viene da Tenerife) una vera chance. Per il valenciano Martinez nuovo best ranking al n. 59 ATP.

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