Sinner per la storia: «Di testa adesso mi sento più forte» (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Quello che impari a vent’anni, ti resterà per sempre. Però ai predestinati si richiede sempre di stare un passo avanti, di mantenere con continuità i picchi di rendimento dei mattatori del palcoscenico, come se l’età e il normale processo di crescita non rappresentassero fattori decisivi nella formazione di un giocatore. Jannik Sinner, a Sofia, raggiunge la quarta finale dell’anno (ha vinto a Melbourne 1 e a Washington e ha perso a Miami), replicando peraltro nel torneo bulgaro il risultato dell’anno scorso, è numero 14 al mondo e 10′ nella Race che qualifica alle Atp Finals di Torino: quanto basta per definire straordinaria la sua stagione. Non solo: se oggi batterà Monfils nell’ultimo atto, diventerà il quarto italiano dell’Era Open a vincere tre tornei nello stesso anno dopo Bertolucci, Barazzutti e Fognini. Eppure, negli ultimi due mesi hanno rischiato di fare più notizia le sue sconfitte rispetto all’incredibile percorso che sta mettendo insieme da due anni, e solo la lucidità di un ragazzo ben più maturo della sua carta d’identità ha disinnescato la pressione: «Capisco che quando ottieni buoni risultati e poi magari perdi con giocatori alla tua portata, ci possano essere delle critiche. Ma io non ascolto nulla di ciò che arriva da fuori, sono felice di quello che ho fatto fin qui e resto conçentrato sull’unica cosa che conta: lavorare per migliorare». Proprio per seguire questa linea dell’orizzonte, Sinner sta apportando delle modifiche ad alcuni dettagli del suo gioco, in particolare il servizio: «Sto cambiando delle cose, però ci vuole tempo, bisognerà valutare nelle prossime settimane e soprattutto nel prossimo anno. E sempre un cammino lungo, bisogna essere pronti anche ad affrontare i momenti difficili, ma è importante provare a estrarre il massimo, e se ci sono da fare dei cambiamenti, farli subito. Spesso mi lanciavo la palla storta, ora lanciandola più in alto ho più tempo e la racchetta può andare più veloce; e poi tengo più chiusi i piedi e così accorcio il movimento sprecando meno energie». Poi, accanto alla tecnica, rimane quella fenomenale qualità che appartiene solo agli unti dalle divinità del tennis: «Rispetto a un anno fa, quando a Sofia giocai la prima finale in carriera, credo di essere migliorato molto di testa, rimango positivo anche nei momenti delicati. E se riesci a gestire le difficoltà del match, poi diventi più forte». Per il titolo, lo attende ora l’incrocio contro il rinato Monflls: «Con lui – ricorda l’altoatesino – sono sempre state grandi battaglie, è molto in forma e si sta muovendo benissimo. Entrambi siamo in fiducia».
Sinner a Sofia cerca il bis (Roberto Bertellino, Tuttosport)
Jannik Sinner non ha fatto sconti ed è salito con autorevolezza in finale a Sofia, il torneo Atp 250 che lo scorso anno lo vide andare a segno per la prima volta in carriera nel circuito maggiore. Ieri, opposto al serbo Filip Krajinovic, 29 anni ed attuale n. 37 del ranking, Jannik, n. 14 ATP e 1 del seeding, si è imposto in due set. Nella prima frazione si è portato a condurre con un break sul 4-1. Krajinovic ha reagito nel settimo game recuperando lo svantaggio ma Sinner ha immediatamente rimesso le cose a posto. Nuovo break in proprio favore e chiusura sul 6-3. Ottimo nel fraseggio da fondo campo, il pusterino è apparso in alcune occasioni vulnerabile sulla seconda di servizio, ancora da mettere a punto e aggredibile. Nel secondo set l’equilibrio è stato rotto dal serbo in proprio favore nel sesto game, dopo un’interminabile terzo gioco nel quale l’azzurro si era procurato tre opportunità per andare in vantaggio. Krajinovic è volato sul 5-2, con Sinner apparso un po’ in affanno. Superato il passaggio a vuoto il 20enne azzurro si è ricomposto e come già successo nei quarti con Duckworth e ha ripreso il “fuggitivo” sul 5-5. Alla seconda palla break l’ha superato andando a servire per il match e la finale sul 6-5. Nessuna titubanza, con il serbo sofferente per un problema al piede destro e sigillo al confronto sul 7-5: «E’ stata una partita dura. A volte ci alleniamo insieme e peccato per il suo problema fisico in chiusura. Il momento chiave del match è stato rimanere positivo nel secondo set quando ho subìto il break. Nel match di semifinale ho sentito meglio la palla». Oggi, alle 15,30 è atteso da Gael Monfils, in crescita di forma e rendimento nelle ultime settimane, ieri vincente su Giron (Usa) in due frazioni. I precedenti dicono 2-1 Sinner: «Abbiamo giocato tre volte – ha proseguito l’azzurro – e agli US Open ho vinto in cinque set. Ho fiducia». Per Sinner sarà la quinta finale ATP in carriera.
Sinner, finale con vista su Torino: «Ho fiducia» (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)
A Sofia ci sarà la migliore finale possibile. Per conquistare il secondo titolo consecutivo nel torneo in cui ha trionfato per la prima volta nel circuito maggiore Jannik Sinner; prima testa di serie, dovrà battere l’amico showman Gael Monfils, numero 2, come a New York. Allo US Open hanno giocato cinque set senza mezze misure in un’atmosfera caldissima. Stavolta sarà il silenzio a dominare: il torneo infatti si è giocato finora senza pubblico. Nella quinta semifinale stagionale, Sinner ha rimontato da sotto 2-5 nel secondo set e battuto 6-3 7-5 il serbo Filip Krajinovic, numero 37 del mondo, un po’ malconcio nel finale per un problema al piede. Ha centrato così la quinta finale in carriera nel circuito maggiore, sei se si considera anche il trionfo su Alex De Minaur alle Next Gen ATP Finals 2019. «E’ stato un match molto difficile, sono molto contento di essere in finale di nuovo – ha detto dopo la partita – Nel secondo set, anche quando mi ha fatto il break, ho cercato di rimanere sempre positivo: è stata questa la chiave. Una vittoria così mi dà molta fiducia». Il primo set della semifinale offre segnali incoraggianti. Sinner gioca più profondo di quanto visto nei primi turni, sale 3-1 e approfitta della maggiore impazienza del serbo per neutralizzare gli effetti del pesante passaggio a vuoto tra il sesto e settimo game. All’inizio del secondo set, nei primi tre game di risposta vince undici punti, anche se manca tre palle break per salire 2-1. Il peggior turno di battuta della partita rischia di costargli il set. E’ quasi paradossale il break che incassa nel sesto gioco. Perché il servizio funziona, è tutto il resto del suo tennis che per pochi minuti appare lento, pesante, inefficace. Come all’esordio contro Gerasimov, Sinner piazza il break a zero quando l’avversario serve per allungare al terzo set. L’equilibrio emotivo e tecnico della partita cambia completamente. Quando il gioco si fa duro, l’azzurro interpreta meglio gli scambi rovescio contro rovescio, gioca stretto e profondo sulla diagonale. Poi nel decimo game il serbo si accascia e si perde, Sinner invece rimonta un break di svantaggio in un set per la quarta volta a Sofia quest’anno.