Tennis Napoli Cup: intervista a Cosimo Napolitano, il re dei Challenger italiani

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Tennis Napoli Cup: intervista a Cosimo Napolitano, il re dei Challenger italiani

Due chiacchiere con la persona che quest’anno ha organizzato qualcosa come undici Challenger nel nostro Paese

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Abbiamo letteralmente rubato qualche minuto a Cosimo Napolitano mentre stava distribuendo i compiti per la giornata che stava iniziando al Tennis Club Napoli. E, a tempo perso, aiutava nella manovra un camion con attrezzature che cercava di entrare al circolo.

Buongiorno Cosimo, se non abbiamo fatto male i conti, coi due tornei che andranno in scena al Villa Carpena di Forlì a fine novembre, tu quest’anno hai organizzato undici Challenger. Non male.

I conti sono giusti (sorride, ndr), i sette di Biella, i due qui a Napoli e Forlì. Però non voglio prendermi tutti i meriti, c’è tanta gente bravissima che collabora con me e la mia priorità non è essere il più bravo ma fare il mio lavoro nel miglior modo possibile.

Si può dire comunque dire che in Italia i Challenger siete tu e Marchesini?

E’ un accostamento che mi riempie d’orgoglio, anche se riconosco che Marcello in questo momento ha ancora qualcosa in più.

Cos’è cambiato rispetto all’anno scorso?

Fondamentalmente la pandemia ha mescolato tutte le carte. L’ATP ha concesso dei contributi straordinari per riempire i buchi che si erano aperti nel calendario. E allora un organizzatore un po’ dinamico ha avuto ampi spazi di manovra.

Mi sembra che gli sponsor abbiano risposto bene.

All’inizio dell’anno non tanto perché il quadro non era ancora chiaro. C’era paura e soprattutto l’economia non era ancora ripartita come invece sta facendo adesso. Ma il contributo più grande lo stanno dando giovani tennisti italiani che coi loro risultati trascinano tutto il movimento e di conseguenza anche l’indotto. Senza infine tralasciare il grande lavoro che sta facendo la Federazione. Insomma, è un buon momento.

Qui a Napoli hai trovato un ambiente recettivo?

Napoli è una sfida che non era facile accettare (erano cinque anni che il torneo non si disputava, ndr). Ma per me che da ragazzo ho giocato dieci anni in questo circolo era un’avventura che coinvolgeva anche aspetti emotivi importanti. Il Presidente Riccardo Villari, persona eccezionale, mi ha dato questa opportunità e immagino che sia soddisfatto del lavoro svolto. L’obiettivo è proseguire nel tempo con traguardi anche più ambiziosi.

Un’ultima domanda su tuo figlio Stefano che, dopo l’operazione al gomito, ha avuto una seconda stagione molto travagliata.

Certo l’intervento è stato un bel problema ma sono assolutamente convinto che Stefano tornerà più forte di prima. Lui è un uomo forte e sta reagendo molto bene, anche se siamo consapevoli che il percorso non sarà né facile né breve.

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