Sinner in finale ad Anversa (Cocchi, Mastroluca, Bertellino)

Rassegna stampa

Sinner in finale ad Anversa (Cocchi, Mastroluca, Bertellino)

La rassegna stampa di domenica 24 ottobre 2021

Pubblicato

il

Sinner da record: centra la 5^ finale e può fare la storia (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Potete chiamarlo il Cannibale Rosso. Perché Jannik Sinner sembra proprio insaziabile. Sul veloce indoor di Anversa, il ventenne italiano ha letteralmente sbranato Lloyd Harris, numero 32 del mondo, conquistando la quinta finale del 2021. Meglio di lui, nella storia del nostro tennis, ha fatto solo Adriano Panatta nel 1973 raggiungendone 6, ma con un parziale di cinque sconfitte e una sola vittoria, nel torneo di Bournemouth. Jannik di finali ne ha 5 ma di tornei quest’anno ne ha vinti già 3 e dovesse battere Diego Schwartzman nella sfida per il titolo di questo pomeriggio, diventerebbe il primo italiano a vincere quattro tornei in una sola stagione sorpassando Barazzuttl, Bertolucci e Fognini, a quota 3. Harris sarebbe dovuto essere un rivale pericoloso per l’ottima seconda parte di stagione (ha raggiunto i quarti di finale dello Us Open), per il servizio potente, la solidità e le 15 vittorie negli ultimi 21 match disputati. Peccato che lo Jannik Sinner di queste ultime settimane ha alzato il livello tecnico, tattico e mentale tanto da mettere in campo, contro il sudafricano, un match che non è esagerato definire perfetto. Ieri Sinner era in stato di grazia, veloce, concentrato, tatticamente impeccabile e capace di esprimere forse il miglior tennis della stagione. Non ha mai perso il servizio e ha mostrato una leggerissima flessione, ovvero tre palle break concesse, quando era già abbondantemente in vantaggio di un set e di un doppio break. Il veloce indoor è proprio il suo pane, lo ha dimostrato a Sofia e anche qui: «Dove sono nato io d’inverno fa cinque metri di neve, quindi l’unica possibilità di giocare a tennis era al chiuso. E poi indoor ci sei solo tu e la palla, niente vento, niente sole, nulla. Nel bene e nel male ci sei solo tu e il tuo gioco. Mi piace giocare qui, mi piace il pubblico e le condizioni sono molto simili a quelle di Sofia, dove ho vinto due volte». La cultura del lavoro di Sinner è un pallino di coach Piatti, e a Jannik non dispiace: «Io penso al tennis tutto il giorno, con Riccardo lavoriamo tanto e lavoriamo sempre, a tutti i livelli, anche mentale. Ora cl stiamo concentrando su un aspetto che però non voglio rivelare. Io e lui non siamo mai soddisfatti!». […] Sinner a Torino ci pensa, ma non è un’ossessione, o almeno questo è ciò che continua a ripetere: «Certo che mi piacerebbe andare alle Finals – ha detto dopo la partita -, ma la strada è ancora lunga e la concorrenza è forte. Dovrò fare molto bene a Vienna e Parigi Bercy, ma non dipende da me, nel torneo ci sono anche gli altri…».

Sinner d’autorità: «Mi sento felice» (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Jannik Sinner non è Paganini. Lui il bis lo concede. Ad Anversa, dopo aver dominato il francese Rinderknech, gioca ancora meglio contro il sudafricano Lloyd Harris e d’autorità centra la settima finale nel circuito maggiore. Alle 16.30 sfiderà Schwartzman che ha dominato Jenson Brooksby, uno dei giovani già qualificati per le Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals. Con il 6-2 6-2 al numero 32 del mondo, l’altoatesino ha allungato a 14 la serie di set vinti di fila nei tornei al coperto. E portato a 14 successi su 16 incontri il suo bilancio recente indoor. Non c’è dubbio che siano le sue condizioni ideali, perché a Sesto Pusteria fin da bambino è abituato a giocare al coperto. Ma c’è anche un’altra ragione per cui al coperto si esprime con una sicurezza in grado di togliere fiato agli avversari. Per il suo modo di stare in campo, il suo riferimento principale è la palla. Si muove in modo da colpirla quanto più possibile alla stessa altezza dopo il rimbalzo. La sua visione dello spazio non dipende dalla posizione rispetto alle righe. Se si azzerano i fattori esterni che possono incidere sulla traiettoria, il suo tennis ne guadagna. «Sono felice di essere in finale e di aver battuto un ottimo giocatore – ha detto dopo il match -. Mi piace giocare qui, le condizioni sono perfette per me. Sono comunque contento del mio torneo, in qualunque modo vada a finire». Sotto gli occhi di un orgoglioso Riccardo Piatti, Sinner ha messo in mostra tutto il repertorio. L’altoatesino è una macchina da tennis, capace fin dal primo game di togliere riferimenti al suo avversario. Harris non è mai riuscito a prendere l’iniziativa, costretto solo a rincorrere e inseguire, a reagire e mai a proporre. L’azzurro gli ha tolto il controllo già dalla risposta, la vera chiave delle due ultime vittorie. E chissà se è a questo che si riferiva quando ha detto di aver lavorato tanto con il coach Piatti su un aspetto senza però svelare quale. L’efficacia di questo colpo sta nella funzione che Sinner gli assegna, concettualmente la stessa con cui lo giocano i Djokovic o i Medvedev. Ovvero mettere l’avversario in una posizione scomoda e ottenere una palla più facile da spingere con il colpo successivo. La strategia ha funzionato in pieno. […]

Sinner vola alto (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Jannik Sinner in finale ad Anversa, dopo una grande dimostrazione di forza e freschezza. Torneo che ama e che due anni fa lo aveva già visto in semifinale, la prima a livello di vertice. Ritmo impressionante, fin dai primi quindici, per far capire al rivale di turno, il sudafricano Lloyd Harris, che per contrastarlo avrebbe dovuto compiere miracoli balistici. Un ritmo, come dicevamo, tenuto con scioltezza fino al termine della prima frazione, chiusa in 39 minuti sul 6-2 e con due break. Harris ha provato ad arginare l’azzurro con il servizio ma anche in questo modo ha quasi sempre incontrato le sue ottime risposte che gli hanno impedito di dettare le cadenze degli scambi. Sinner anche ieri è apparso sicuro e solo a punteggio acquisito si è buttato alla ricerca di alcune nuove soluzioni cui si sta allenando, a volte a segno a volte no, ma da leggere positivamente in ottica futura. L’inizio della seconda frazione ha riproposto Jannik al massimo della concentrazione e sontuoso con il rovescio bimane. Altro break in suo favore per mettere ulteriori ansie al sudafricano, e, dopo poco, Sinner è volato sul 4-1 e servizio, in una sorta di assolo che ha portato al 6-2 6-2 finale: «Sono felice di essere in finale. Lui un grande giocatore, con una stagione importante alle spalle. Mi piace giocare indoor, in queste condizioni, e qui. Sono simili a quelle di Sofia, dove mi trovo a mio agio. Giusto il timing sulla palla. La strada per Torino è ancora lunga, dovrò giocare bene a Vienna e Bercy e vedermela con una concorrenza agguerrita».

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement