Sinner, stop in semifinale (Cocchi, Mastroluca, Bertellino, Piccardi)

Rassegna stampa

Sinner, stop in semifinale (Cocchi, Mastroluca, Bertellino, Piccardi)

La rassegna stampa di domenica 31 ottobre 2021

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Ultimo tango a Parigi (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Tra dolcetto e scherzetto a Jannik Sinner è toccato il secondo. Un Frances Tiafoe preso da furore tennistico è riuscito a strappare un match già perso dalle mani dell’altoatesino. Ieri, Jannik Sinner la partita se l’è fatta sfilare sul 6-3 5-2 a un passo dalla vittoria, inghiottito da un buco nero da cui non è più riuscito a uscire. E dire che da come si era messa la partita a nessuno, nemmeno allo statunitense numero 49 del mondo, sarebbe mai venuto in mente che l’epilogo del match sarebbe stato diverso. Su quel 5-2 Tiafoe ha iniziato a caricarsi e flirtare col pubblico che, a caccia di sangue nell’arena, ha mollato il pupillo sempre presentato come “sudtirolese’ e ha iniziato a stare al gioco dello statunitense. Certo, un giocatore come Sinner, con un rivale praticamente già negli spogliatoi avrebbe dovuto chiudere, ma stavolta la solidità mentale di Jannik ha vacillato in maniera insolita rispetto a quanto avevamo visto negli ultimi giorni. Forse si è sentito vulnerabile e ha patito più del dovuto l’atteggiamento del rivale: «Quando ho servito per il match ho sbagliato un rovescio che proprio non dovevo sbagliare sul 15-0 e da lì è iniziato il suo show. In generale credo che ci siano dei limiti e che lui oggi li abbia superati abbondantemente», ha commentato il 20enne fresco di Top 10. Abbattuto, amareggiato per la sconfitta, Sinner ha continuato a raccontare quello che ha vissuto in campo: «Spesso ho dovuto aspettare molto più dei 25 secondi regolamentari perché lui si buttava per terra, oppure faceva spettacolo con il pubblico. Sarei potuto andare a dire qualcosa all’arbitro o direttamente a lui ma non sapevo bene cosa fare, mi servirà di esperienza, alla fine ho solo 20 anni e devo imparare. Mi ha tirato addosso tre volte, oppure mi parlava ai cambi di campo. Ma io non sono uno che risponde o che spacca le racchette, anche perché le racchette costano e ci sono persone che vorrebbero e non possono permettersele. Comunque non stiamo tanto a raccontarcela, se chiudevo la partita ora non eravamo qui a parlare del suo comportamento» . La delusione di Sinner è soprattutto per l’occasione persa in chiave Finals, a Torino dal 14 al 21 novembre. Vincendo avrebbe superato Casper Ruud nella Race e sarebbe stato più vicino alla qualificazione.

Sinner, furia su Tiafoe: «Ha esagerato» (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Abbassa la testa e abbandona la scena, Jannik Sinner Lascia dopo uno spettacolo d’arte varia che, almeno per lui, è stato tutt’altro che wonderful. Ha accarezzato la vittoria nella semifinale dell’ATP 500 di Vienna contro Frances Tiafoe, è salito 6-3 5-2 con punte stellari di qualità tennistica. Poi però qualcosa è cambiato. L’azzurro va a servire per il match sul 5-3, e gioca il peggior game di servizio della partita. Il break subito alla prima occasione concessa finisce per spegnere l’azzurro e accendere l’avversario. Lo statunitense è un performer di razza, sa come conquistare il pubblico e portarlo dalla sua parte. E’ anche un giocatore tosto e raffinato insieme. Non è continuo, ma se scatta la giusta scintilla e si accende poi diventa difficile da fermare. Sinner ha pagato, tutti insieme, gli effetti di una densità di partite di alto livello nelle ultime settimane finora sconosciuta nella sua giovane carriera. Il fisico, soprattutto di un campione precoce che brucia le tappe, a questi sforzi deve abituarsi. Sinner a questo stesso punto della stagione, era numero 754 nel 2018, 95 nel 2019 e 44 nel 2020, e sarà numero 9 da lunedì. Numeri che non fanno nemmeno sbollire la rabbia del lucido Jannik. «Quando ho servito per il match ho commesso un errore di rovescio e poi è cominciato il suo show — ha detto Sinner -. Penso che abbia superato i limiti. Più volte ho dovuto aspettare più dei 25 secondi tra un punto e l’altro perché era sdraiato per terra o faceva spettacolo con il pubblico. Nel terzo set mi ha anche tirato addosso due o tre volte, mi parlava prima dei cambi campo quando ci incrociavamo. Ha trovato un modo per girare la partita, io avrei potuto parlare con l’arbitro o con lui direttamente, ma non sono stato capace di reagire». Tuttavia, ammette, «da questo match imparo tante cose». La rabbia per l’atteggiamento dello statunitense può finire, però, per oscurare un dato tecnico. Dalla metà del secondo set, performer o no, lo statunitense ha giocato una gran partita. «Jannik ha avuto la chance per vincere, poi ho giocato un gran tennis — ha detto lo statunitense – Mi sono divertito, non mi sento in colpa per quello che ho fatto. II pubblico è in tribuna per una ragione, io posso interagire con i tifosi». E a Vienna, il pubblico ha dimostrato di apprezzare.

Black out Sinner (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Tennis sport bello e terribile, capace di cambiare scenari improvvisamente. L’ulteriore dimostrazione è arrivata ieri dalla seconda semifinale dell’ATP 500 di Vienna, persa da Jannik Sinner contro l’americano Frances Tiafoe, giocatore “tosto” sia fisicamente che per soluzioni di gioco. Jannik ha dominato la scena per un’ora e 15 minuti (6-3 5-2) poi ha subito il ritomo improvviso del rivale che anche dal punto di vista psicologico ha incrementato i ritmi passando dalla “modalità vittima” a quella dell’attore protagonista, aggressivo a rete e con tanto di show per portare il pubblico dalla sua parte. Un contro-break ha girato di fatto la partita, e la nuova pellicola ha visto il tennista Usa anche accompagnato dalla buonasorte. Alla fine Tiafoe, 23 anni e numero 49 AlP, ha chiuso 3-6 7-5 6-2. Nel set iniziale c’è stato equilibrio nei primi quattro giochi (2-2), poi Sinner ha messo in tasca il primo vantaggio (3-2 con un break) bissato nel finale, per il 6-3 parziale. Nel secondo Sinner è ripartito come se il match fosse appena iniziato e in un battere d’ali si è issato sul 3-0. Tiafoe le ha provate tutte ma Sinner non si è distratto e ha continuato a comandare da fondo campo. Spettacolari anche alcuni suoi passanti che hanno lasciato di stucco Tiafoe, tanto da indurlo a passare quasi in “modalità esibizione”. Spettacolari alcuni scambi, per il puro piacere del pubblico che ha dimostrato di gradire, e Sinner capace di salire sul 5-2 dopo un’ora e 15 minuti. Nel game numero otto l’americano ha dato un saggio delle abilità di attaccante e ha ridotto il divario (5-3). Il 20enne pusterino è così andato a servire per chiudere e raggiungere l’ennesima finale in una stagione speciale. Piccolo passaggio a vuoto e contro-break targato Tiafoe per rimettere in discussione il confronto, chiedendo anche il conforto della platea. Così i conti sono tornati in pareggio (5-5). Tiafoe ha preso fiducia e ha conquistato il secondo set. Nel terzo, Tiafoe ha proseguito lo show ed è approdato in finale, dove troverà Zverev che ha fermato Alcaraz con doppio 6-3. Peccato per Jann ik che avrebbe potuto in caso di vittoria allungare nella Race to Turin avvicinando ancora di più Ruud e staccando Hurkacz e Norrie.

Sinner si arrende ai numeri di Tiafoe e al tifo contro. Ma entra nei Top 10 (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)

La scalata è durata tre anni A fine 2018, stagione in cui (a 16 anni e 5 mesi) vinceva il primo incontro nel tabellone principale di un torneo professionistico entrando per la prima volta nel ranking (numero 1592), Jannik Sinner era numero 551 del mondo. Da domani sarà numero 9, top 10 a vent’anni, due mesi e 16 giorni, e l’Italia — fatto inedito — grazie a Sinner e a Berrettini numero 7 avrà due azzurri nel Rotary del tennis internazionale. Che gli vuoi dire a Jannik Sinner, che in semifinale a Vienna perde il primo set sul veloce indoor da Marsiglia (era marzo…) e finisce per arrendersi a Frances Tiafoe, l’americano in stato di grazia che per un pomeriggio si crede la reincarnazione di Arthur Ashe. E’ un match bellissimo, a tratti funambolico, pieno di adrenalina e colpi vincenti, che intrattiene e diverte; è una scuola di vita (mai permettere all’avversario di cavalcare l’energia del pubblico, ma bisogna esserne capaci), prima che di tennis. Si ferma la striscia vincente nata a Sofia e proseguita ad Anversa. In finale all’Atp 500 di Vienna contro Sasha Zverev, killer di Carlos Alcaraz, ci va Tiafoe, che dentro di sé, con la collaborazione di uno stadio tifoso e qualche furbizia alla Connors («Oggi ha esagerato con lo show, è andato troppo oltre» racconta a match concluso l’azzurro) ha trovato le energie nervose che Jannik ha invece smarrito per strada (3-6, 7-5, 6-2 alla fine). Sinner scavalca nel ranking mondiale Hurkacz e Thiem e nella classifica della Race per le Atp Finals fa un passo avanti grazie al bel successo su Ruud, rivale diretto per un biglietto per Torino, nel quarti. Perdere fa male, però aiuta a crescere. Jannik lo sa. Ha capitalizzato I kappaò con Hurkacz (finale a Miami) e Fritz (Indian Wells), farà tesoro anche della dolorosa sconfitta con Tiafoe. «Vedermi nei top 10 mi piace — racconta —, è il frutto degli ultimi sei mesi di lavoro con il team, arriva il momento in cui si raccolgono I risultati e il momento è ora. Niente nel tennis succede per caso. Però non siamo soddisfatti, si va avanti. Stiamo provando ad alzare il livello e a mantenerlo alto. Vedremo se sarò bravo a migliorarmi ancora».

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