Vita da numero 1 (Crivelli). Djokovic, numero 1 per la settima volta (Semeraro). Il futuro è a Milano. Musetti stella azzurra (Crivelli). Musetti pesca bene, evitato Alcaraz (Scurati)

Rassegna stampa

Vita da numero 1 (Crivelli). Djokovic, numero 1 per la settima volta (Semeraro). Il futuro è a Milano. Musetti stella azzurra (Crivelli). Musetti pesca bene, evitato Alcaraz (Scurati)

La rassegna stampa di domenica 7 novembre 2021

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Vita da numero 1 (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Il sovrano sono io. Novak VII lo grida al mondo battendosi il petto, con il ghigno mefistofelico del monarca assoluto tornato a governare il tennis dopo le ferite sanguinose di una battaglia che non avrebbe voluto perdere mai e invece lo ha respinto alle porte della leggenda, quando era pronto a dare il suo nome a un’epoca intera, come il Re Sole. E dunque non poteva che essere Parigi, nella sua versione indoor di Bercy, a riportare una volta di più Djokovic sulle pagine dei libri di storia, con la settima annata in carriera chiusa al numero uno del mondo. Un primato che adesso può godersi da solo, dopo aver staccato l’idolo di infanzia Pete Sampras eguagliato l’anno scorso, mentre gli arcirivali Nadal e Federer rimangono fermi a quota 5 (con Connors) e probabilmente senza più speranze di cambiare i numeri. Il successo in semifinale su Hurkacz completa la meravigliosa cavalcata 2021 del Djoker, arrivato a una partita dal Grande Slam. Certamente, non aver calpestato le orme di Budge e Laver rimarrà per sempre una stilettata incurabile, ma sette stagioni culminate con il primo posto in classifica rappresentano comunque un’impresa titanica. Per questo il re confermato, che approdò al numero uno per la prima volta il 4 luglio 2011, il giorno successivo al primo trionfo a Wimbledon, si è abbandonato all’esultanza più belluina: «Sono molto orgoglioso e sono grato di essere in questa posizione ancora una volta, perché mi consente di rimanere di più dentro la storia, con il brivido di aver staccato Sampras, il giocatore che mi ha fatto innamorare del mio sport. È un traguardo che mi regala tante emozioni positive, un successo da condividere con la mia famiglia, il mio team, con tutti quelli che ogni giorno sono al mio fianco e mi supportano, permettendomi di continuare per la mia strada e di praticare con passione questo sport. Senza di loro, tutto sarebbe difficile: anche se il nostro è uno sport individuale, alla fine conta ancora il lavoro di squadra. È un sensazione davvero incredibile». Primato, questo, che si accompagnerà a un altro record, quello delle settimane al vertice, che diventeranno 348 dopo le Finals: «Non c’è un record più bello di un altro, non ha senso scegliere. Tutti i primati hanno un valore, perché rappresentano a loro modo un’impresa. Essere numero uno per tanto tempo è l’ambizione che accompagna ogni ragazzo che si avvicina a uno sport ed è particolarmente appagante perché richiede di fare risultati durante tutto l’anno, di andare il più lontano possibile ai tornei più importanti. Ed è quello che ho fatto io quest’anno anno. Ho provato a giocare il mio miglior tennis negli Slam. Ormai io mi concentro solo sui tornei più importanti e sarà cosi anche nei prossimi anni. È vero, probabilmente mi sono messo in una posizione unica, ma è difficile rendersi conto della portata dei propri exploit quando si è ancora in piena attività. Una volta che mi sarò ritirato, avrò certamente tempo per pensarci, e magari potrò divertirmi a ricordare questi momenti. Ma la mente deve sempre essere focalizzata alla prossima sfida, bisogna darsi degli obiettivi, ci sono sempre nuove vittorie da inseguire davanti a noi».

Djokovic, numero 1 per la settima volta. “Ho superato Sampras, il mio idolo” (Stefano Semeraro, La Stampa)

La classifica che conta più di tutte nel tennis è quella di fine anno e nel 2021, per la settima volta, in cima al ranking “end year” ci sarà il nome di Novak Djokovic. Un record assoluto, uno dei tanti del Djoker, che stacca così Pete Sampras, l’unico insieme lui ad esserci riuscito sei volte (consecutive nel caso dell’americano). Dal 2011 al 2021 il giocatore del decennio è Nole, non ci sono dubbi. La certezza aritmetica di essersi messo tutti alle spalle Djokovic l’ha ottenuta battendo Hubert Hurkacz nelle semifinali dell’ultimo Masters 1000 dell’anno a Parigi-Bercy. Tre set oscillanti – 3-6 6-0 7-6 – e con un finalino thriller, l’importante per Novak era portare a casa il match. «Sono orgoglioso e molto felice, ovviamente era uno degli obiettivi più grossi, come lo è sempre essere numero 1, e numero 1 di fine anno. Farlo per la settima volta superando il mio idolo d’infanzia e modello Pete Sampras, è incredibile, una benedizione». Djokovic non giocava un torneo dagli Us Open, dalla finale persa con Medvedev che gli ha servito la cocente delusione di mancare il Grande Slam per una partita. Oggi in finale può prendersi una (parzialissima) rivincita contro il russo (6-2 6-2 a Zverev nell’altra semifinale) e migliorare un altro record, quello di 36 vittorie nei Masters 1000 che condivide con Rafa Nadal.

Il futuro è a Milano. Musetti stella azzurra. E intanto evita Alcaraz (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Una finestra sul futuro ma con le radici già ben piantate nel presente. Quale sia il portato tecnico delle Next Gen Finals, è plasticamente rappresentato dalle semifinali di Bercy, dove tre dei quattro protagonisti (Hurkacz, Medvedev e Zverev) sono passati da Milano negli anni scorsi, anche se il tedesco nel 2017 si limitò a un’esibizione visto che si era qualificato per le Finals dei grandi. Dunque, l’idea di riservare un torneo ai migliori otto under 21 del circuito non è stata il velleitario tentativo di combattere la nostalgia per il tramonto dei Big Three, ma piuttosto la vetrina della capacità del tennis di autorigenerarsi. Il pubblico del Palalido, dopo lo stop forzato del 2020 causa pandemia, da martedì potrà seguire da vicino ragazzi di enorme talento che si sono già ritagliati spazi assai prestigiosi lungo tutto l’arco della stagione. Le rinunce di Sinner e Auger-Aliassime, i primi due della Race ormai concentrati sulla carriera da big, toglie qualità all’evento ma non certo interesse. Perché l’Alcaraz ammirato dagli gli Us Open in poi non è solo una speranza di campionissimo, ma un progetto di dominatore; perché la fantasia e l’estro di Musetti, malgrado una seconda parte dell’anno con qualche titubanza, hanno già conquistato il cuore del circuito. E poi le Next Gen sono belle perché, con la loro formula agile, forniscono adrenalina e speranza a tutti. Intanto, il sorteggio ha dato una piccola mano a Musetti, che non si ritrova nel girone con Alcaraz, dove invece è finito l’altro diciottenne terribile Rune. Si gioca con le regole ormai scolpite nella roccia dal 2017: punto decisivo sul 40-40, giudici di linea elettronici, movimento libero sulle tribune, 20 secondi per servire, assenza degli addetti agli asciugamani. Per questa edizione, però, sono state previste delle novità, perché le Next Gen servono anche a misurare la pressione dell’ambiente: riscaldamento di un solo minuto, coaching in campo e non più in collegamento con le cuffie, un solo timeout medico a giocatore per partita e toilet break di 3 minuti cronometrati, un eventuale argine alle polemiche scaturite dopo tanti episodi discussi in stagione.

Musetti pesca bene, evitato Alcaraz (Alessia Scurati, Tuttosport)

Urna fortunata per Lorenzo Musetti. Il portacolori italiano, unico rappresentante del nostro paese alle Intesa Sanpaolo Next Gen Atp Finals di Milano, ha conosciuto ieri il suo destino nel tabellone, finendo nel gruppo opposto a quello della testa di serie numero 1 del torneo, Carlos Alcaraz. Il sorteggio ha visto il 18enne spagnolo, attuale numero 35 del ranking Atp, finire nel Gruppo A, insieme a Brandon Nakashima, Juan Manuel Cerundolo e Holger Rune. Musetti, invece, come testa di serie numero 3 è finito nel Gruppo B guidato da Sebastian Korda, che vedrà impegnati anche Sebastian Baez e Hugo Gaston. Secondo la formula del torneo, i tennisti sorteggiati in ciascun gruppo si scontreranno tra loro a partire da martedì. I primi due classificati di ogni gruppo si affronteranno poi in semifinale come da schema classico: il primo del Gruppo A contro il secondo del Gruppo B e viceversa. Dopo l’exploit di Jannik Siinner nell’ultima edizione giocata del tomeo, nel 2019, toccherà a Musetti incendiare l’Allianz Cloud Arena, sede del prestigioso torneo che darà il là al grande novembre di tennis in Italia. Un mese che vedrà svolgersi sul nostro territorio le Intesa Sanpaolo Next Gen Atp Finals (a Milano dal 9 al 13), poi le Nitto Atp Finals a Torino (dal 14 al 21) e infine, sempre a Torino, le Finals di Coppa Davis, che si terranno dal 25 novembre al 5 dicembre. «Adesso parte per davvero il nostro mese terribile, Un mese senza precedenti nella storia del nostro sport in Italia. Saremo al centro dell’universo tennis mondiale Partiamo con il campionato del inondo Under 21, perché di fatto questo ciò di cui stiamo parlando. Sette anni fa siamo riusciti a riportare il grande tennis nell’Italia settentrionale, dove ci sono più della metà dei tesserati che giocano a tennis, perché credevamo che fosse giusto e doveroso. Adesso forse abbiamo esagerato, di eventi rie abbiamo addirittura tre» […]

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