ATP Finals, Andrea Gaudenzi: "Sinner? L'Italia spera di aver trovato il Valentino Rossi del tennis"

Flash

ATP Finals, Andrea Gaudenzi: “Sinner? L’Italia spera di aver trovato il Valentino Rossi del tennis”

Il presidente ATP a Torino: “Berrettini avrebbe potuto giocare: il ritiro un gran gesto di sportività. Torino? Promossa! Il tennis deve diventare il secondo o terzo sport in ogni paese”

Pubblicato

il

 

Il ritiro di Berrettini, l’organizzazione italiana delle ATP Finals, le vaccinazioni, il futuro del tennis: sono alcuni dei tanti temi toccati dal presidente ATP di Torino Andrea Gaudenzi, in occasione di un incontro con i giornalisti presenti alle Finals di Torino. Ecco le dichiarazioni del manager faentino.

Gaudenzi: “Berrettini, un gran gesto di sportività. Spero di rivederlo al top in Australia”

Si parte da ciò che è accaduto al PalaAlpitour: “L’arrivo di Karatsev? Abbiamo contattato un altro giocatore. Ogni volta che esce uno ne dobbiamo fare entrare un altro, e purtroppo ne sono usciti già due. Matteo ha preso una decisione difficile ma è stato un gesto di sportività. Non era al 100%, ma avrebbe potuto giocare. Però ha avuto la sensibilità di capire che non era al massimo e di dare la possibilità a Jannik di entrare nel torneo. Avrebbe potuto prendere soldi e punti e invece ha fatto una cosa che ritengo un grande gesto che non va sottovalutato”. Ho poi chiesto a Gaudenzi del parallelismo tra quanto accaduto a Berrettini contro Zverev e il suo infortunio in finale di Coppa Davis nel 1998: “Qualche similitudine c’è, per entrambi era un match importantissimo da giocare in casa. Io però ho avuto un infortunio molto più importante del suo: spero di poterlo rivedere al meglio in Australia”. Il ritiro del giocatore romano ha permesso l’ingresso nel torneo di Sinner, che ha conquistato i favori del pubblico vincendo il suo primo match contro Hurkacz: “Mi aspettavo questa Sinner-mania perché è un ragazzo giovane che come Matteo ha un comportamento dentro e fuori dal campo spettacolare. Jannik ha 20 anni, ha un potenziale enorme, abbiamo tutti la speranza che sia un potenziale vincitore di Slam. C’è tanta fame di tennis in Italia. Quando giocavo io vi lamentavate che non c’erano tennisti forti, adesso ci sono… L’entusiasmo di avere qualcuno che si pensa possa diventare un Valentino Rossi o un Alberto Tomba del nostro sport è bello da vivere”.

Gaudenzi: “Torino promossa, un anno fa avevamo paura”

Gaudenzi parla poi dell’organizzazione italiana delle Finals: “Sono molto soddisfatto. C’era un po’ di paura e tensione, siamo venuti un anno fa a fare un sopralluogo e non c’era ancora nulla di fatto. Poi sapevamo che il confronto con Londra è difficile da reggere. Però il palazzetto è stupendo ed è stato fatto un ottimo lavoro relativamente alla scenografia. Lo stadio è forse ancora più compatto e bello della O2, qui gli spettatori sono più vicini rispetto a Londra. Molto bella l’area dello Sporting per i giocatori grazie all’investimento del Circolo, li ringrazio. Del cibo non ne parliamo perché su questo battiamo Londra facilmente. Ho parlato con quasi tutti i giocatori, alcuni di loro mi hanno detto che sono stati meglio qui che a Londra. Non dico chi, ma posso dire che l’hotel vicino al palazzo, la possibilità di girare il centro cittadino e la qualità degli spogliatoi sono piaciute. Ci sono cose da migliorare, ma essendo il primo anno, ed essendo ancora sotto Covid, siamo soddisfatti. Si poteva partire peggio, insomma. Se Torino ha passato l’esame? Per le aspettative che avevamo, senza sottovalutare il fatto che c’è la co-gestione ATP-FIT che non facilita le cose, sì”. Sul futuro delle Finals: “È un torneo che deve restare itinerante, per cercare di coprire tutti i mercati. In Germania ad esempio non abbiamo né Slam né Masters 1000. Non riusciremo mai a portare il grande tennis ovunque tutti gli anni, perché comunque abbiamo 4 Slam e 9 Masters 1000, le ATP Finals dunque potrebbero essere un buon modo per cambiare e coinvolgere più mercati”.

Gaudenzi: “Fiduciosi di arrivare al 95% di giocatori vaccinati. In molti hanno fatto la prima dose dopo Bercy”

A Gaudenzi ho chiesto se l’ATP prenderà una posizione chiara riguardo ai vaccini, anche in vista dell’Australian Open. “L’abbiamo già presa e credo sia anche quella della WTA. Nessun ente sportivo al mondo ha forzato gli atleti a vaccinarsi, nessuno ha messo l’obbligatorietà. Noi, su base delle evidenze scientifiche, abbiamo fortemente consigliato agli atleti il vaccino; siamo ad una percentuale di giocatori vaccinati che già ora è all’80% ed è in crescita. Pensiamo di arrivare al 90-95% per l’Australian Open. Detto questo ci potranno essere giocatori che non lo fanno e in tal caso noi non abbiamo alternativa che non sia quella di adeguarsi alle regole locali. Stiamo cercando di fare pressioni su Tennis Australia per cercare di permettere ai vaccinati di entrare nel torneo, pur con tutte le precauzioni del caso. Ci sono persone che non credono nel vaccino, hanno questa libertà. Ma alla fin fine sarà una decisione dello stato del Victoria; non possiamo avere un impatto sulle decisioni di un Governo: la responsabilità in tema di salute delle persone è loro. La doppia vaccinazione? Possono anche fare solo il monodose J&J. C’è chi preferisce farlo nella off-season per timore di effetti collaterali, in molti hanno fatto la prima dose dopo Bercy. Siamo fiduciosi sul fatto che arriveremo a un’ottima percentuale. Non avrebbe senso fermare il tour perché la stragrande maggioranza è vaccinata. In molti tornei abbiamo aiutato i giocatori a vaccinarsi: viaggiando così spesso ci son questioni logistiche non facili dovendo spesso fare le due dosi in due location differenti”.  

Gaudenzi: “Next Gen a Torino prima delle ATP Finals? Non è una brutta idea”

A Gaudenzi viene chiesto conto della riforma del calendario in cantiere a partire dal 2023. “Dobbiamo approvarlo entro marzo: in una ipotetica maratona saremmo al 35° chilometro, il più è fatto ma è proprio il momento in cui possono arrivare i crampi. Una delle idee è allargare la programmazione di ogni Masters 1000 come succede a IW e Miami: tabellone a 96, 12 giorni di torneo con i primi tre giorni dedicati alle qualificazioni e i primi turni a partire dal mercoledì-giovedì. Non credo questo comporti sacrifici in più per i giocatori: giochi una partita in più ma in dodici giorni di tempo. Piuttosto è molto difficile giocare Madrid-Roma e Canada-Cincinnati back-to-back, 12 partite in 14 giorni senza praticamente riposo. La off-season? Siamo per non allargarla. Tra i giocatori ci sono opinioni diverse. C’è chi preferisce crearsi all’interno della stagione le sue pause, come è solito fare Federer, c’è invece chi vorrebbe tre mesi di pausa. Il giocatore di alto livello però gioca 18-20 tornei l’anno, può tranquillamente gestirsi lui durante l’anno, senza la necessità di introdurre tre mesi di riposo. Si fa fatica ad accorciare la stagione. Hai 4 paletti che sono gli Slam, impossibili da spostare. Sono i giocatori a doversi gestire, a seconda anche del numero di partire che giocano. Penso che oggi i giocatori si gestiscano meglio a livello di alimentazione, prevenzione infortuni, programmazioni, rispetto a quanto capitava ai nostri tempi”. A Gaudenzi chiedo delle sorti di ATP Cup e Davis Cup: “Nel mio calendario ideale non avremmo due eventi di squadra che ad oggi sono simili. Sull’ATP Cup stiamo cercando collaborazione con ITF per semplificare il tutto. E’ un discorso anche legato se riusciamo ad approvare il calendario 2023 entro marzo“. Sulle finali Next Gen: “Luogo e collocazione dell’edizione del 2022 sono ancora da stabilire, anche quello è legato al calendario 2023. C’è anche chi ha pensato di portarlo nello stesso luogo del Masters ma la settimana prima, non è una idea malvagia. In ogni caso a me il NextGen piace, come formato: lo vedo come laboratorio per il tennis del futuro sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista del regolamento”.

Gaudenzi: “Il tennis deve diventare il secondo o terzo sport nazionale in ogni Paese”

Gaudenzi parla anche della sua visione sul futuro del tennis: “Gli appassionati vogliono una successione degli eventi chiara e semplice, con i giocatori più importanti nei tornei più importanti. Faccio sempre l’esempio del fatto che abbiamo 4 regole diverse per i Grandi Slam riguardo al Tie-Break. Abbiamo fatto un test tra 20 persone dell’ATP, cioè degli addetti ai lavori, e non sapevano la regola in ciascuno dei quattro Slam. Convincere tutti è difficile, ognuno ha la propria storia e la propria indipendenza. Stiamo cercando gradualmente di collaborare con la WTA, è uno degli obiettivi del mio mandato. Abbiamo cominciato sulla parte commerciale e sulla parte relativa alle pubbliche relazioni. Per quanto riguarda calendario e regole il discorso è più complesso e stiamo iniziando a discutere. Non siamo ancora al punto dove condividiamo tutto. Il caso Peng Shuai? Siamo preoccupati per la sua salute e le auguriamo il meglio. C’è stato questo comunicato da parte sua, poi è presto dire ora se è affidabile o no, se occorre fare o non fare qualcosa. Magari tra qualche giorno il caso si risolverà. Per il resto quello che succede in Cina fa parte di un tema più grande, che va oltre lo sport”. Ma il tennis è pronto per le innovazioni che vuole apportare Gaudenzi? “Lo spero. Questo è l’obiettivo del mio mandato, innovare e creare unione tra gli organi di governo dello sport. Abbiamo fatto progressi per quanto riguarda la creazione di una maggior coesione tra ITF, ATP, WTA e gli Slam. Siamo arrivati a un punto in cui tutti hanno capito che lavorando insieme si fa crescere lo sport facendo migliorare esperienza dell’appassionato. Io sto spingendo per mettere al centro l’appassionato più che i nostri problemi. I competitor sono all’esterno del tennis, sono la NFL, la NBA. Credo che l’obiettivo debba essere quello di avvicinare più possibile le persone al tennis, farlo diventare il secondo-terzo sport in ogni paese. Questo passa per la semplificazione dei calendari e per la facilitazione della fruizione del tennis per l’appassionato. Questo passa anzitutto per la raccolta dati: oggigiorno se non riesci a capire chi è il tuo cliente non riesci a raggiungerlo e non riescono a raggiungerlo i tuoi sponsor che vogliono vendere prodotti e servizi. E poi vorremmo creare una piattaforma unica, una House of Tennis che gestisca tutto: l’emissione dei biglietti per i tornei (se necessario affiancando il ticketing locale), l’abbonamento al tennis in streaming, il merchandising. Guardate l’industria della musica che progressi ha fatto con Spotify: paghi 9.99 euro e hai tutti i contenuti che vuoi in tasca“. Il tennis può fare un progresso simile? “Sì se ci sarà maggior coordinazione tra gli organi di governo. Nel tennis bisogna mettere d’accordo sette enti che hanno strategie, storia e obiettivi diversi. Devo dire che abbiamo ottenuto una disponibilità da parte di tutti a riflettere su questi temi, anche con l’aiuto di un advisor che comunque sta confermando le mie teorie a dimostrazione che non sono un pazzo. Il come arrivare a conclusione di questo progetto sarà un processo graduale”. Infine, sulla PTPA, il sindacato dei giocatori alternativo creato da Djokovic e Pospisil: “Con loro abbiamo un dialogo, ci abbiamo parlato a Indian Wells, continueremo a farlo, cercheremo di capire le loro esigenze ma il nostro punto di riferimento è il Players’ Council, dobbiamo continuare a rispettare la governance attuale. Ad oggi noi cerchiamo di continuare col nostro lavoro, cercando con trasparenza di dare una risposta ai loro problemi, alcuni dei quali sono anche fondati, perché c’è sempre una ragione se c’è un malcontento. Il mio obiettivo è cercare di far sì che il tennis più facilmente governabile. Non ho ambizione di rimanere nel mio ruolo per tutta la mia vita”.

Dichiarazioni raccolte da Ubaldo Scanagatta; ha collaborato nella stesura dell’articolo Gianluca Sartori

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement