Rassegna stampa
L’Italia è ai quarti di Davis (Crivelli, Mastroluca, Rossi, Guerrini)
La rassegna stampa di domenica 28 novembre 2021
Adesso l’Italia ci fa sognare (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Questa è casa mia e qui comando io. Si resta a Torino, con il sigillo della forza tranquilla di un gruppo che non vuole porsi limiti. Ancora loro, Sonego e Sinner: incredibilmente, non è stato facile come contro gli Stati Uniti, ma anche la Colombia deve inchinarsi. L’Italia è al quarti, che giocherà domani alle 16 sempre al Pala Alpitour contro la vincente del girone D, molto probabilmente la Croazia di Cilic, cui basterà vincere uno dei tre match della sfida mattutina contro l’Ungheria per assicurarsi il passaggio del turno. Ma lo sguardo, inutile nascondersi, corre già Madrid, dove le Fantastiche Quattro rimaste si giocheranno l’Insalatiera 2021, con la Serbia di Djokovic che si è complicata la vita perdendo con la Germania e potrebbe finire dalla nostra parte. Noi, intanto, ci siamo affidati alle magie della coppia d’oro del debuttanti, che non avverte tensioni e si esalta all’idea di avere la squadra sulle spalle. La partita di Jannik contro Galan, numero 111 del mondo, quella che ci dà il punto decisivo, dura in pratica un set, poi è solo diluvio. L’azzurro non brilla nelle percentuale di prime (appena il 49%), ma quando le mette in campo ottiene addirittura 26 punti su 26. Più complicato il percorso giornaliero di Sonego, perché la Davis è quella competizione in cui il numero 275 del mondo, libero da qualunque pressione e con la forza di un gioco lineare, per un set può menare le danze contro il numero 27. Eppure Sonego, con molta onestà, riconoscerà che i peana seguiti al trionfo della prima giornata ne hanno turbato l’equilibrio non appena messo piede in campo. E così iI primo set, che approda al tiebreak, è una piccola via crucis costellata di tanti errori: «Ero teso all’Inizio, non lo nascondo, nel match con Opelka se ne erano andate tante energie emozionali. E poi lui è un giocatore completo, che almeno stavolta ha dimostrato di valere molto di più della classifica che occupa e gioca due colpi da fondo praticamente uguali, perciò ho fatto fatica a leggerlo tatticamente». […] Appena concluso il match, piantato al centro del campo in attesa dell’intervista di rito e totalmente compreso nel suo ruolo di capopopolo nella città natia, Sonny chiederà di moltiplicare la passione per la sfida incombente di Sinner. Fiato alle trombe, l’Italia è sempre in marcia. E il divertimento è appena cominciato.
Sonego più Sinner, l’Italia è ai quarti (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)
Uniti si vince. A Torino, l’Italia centra i quarti grazie al fattore S. Sonego e Sinner, dopo gli Stati Uniti, fermano anche la Colombia. Così gli azzurri sono certi del primo posto e si giocheranno la semifinale sempre al Pala Alpitour lunedì 29. Sinner ha attraversato un primo set discontinuo, con qualche tremore di troppo nella parte centrale quando ha subito due break di fila contro il numero 1 sudamericano, Daniel Elahi Galan, mai entrato in Top 100. Ma il 7-5 6-0 finale offre la misura della superiorità dell’altoatesino. Sonego aveva avviato il successo azzurro contro Nicolas Mejia numero 275 del mondo alla seconda partita in carriera contro un Top 100. Il torinese ha vinto un match da romanzo 6-7 6-4 6-2, contro un avversario che ha giocato un tennis superiore a quanto suggerisce la sua classifica. C’è orgoglio e sollievo negli occhi di Sonego, che ha tirato su una partita iniziata con ben altri, e allarmanti, presupposti. «Ho cercato di cancellare quanto successo ieri. Allo stesso tempo volevo ripartire dall’entusiasmo che sentivo dopo Opelka. Ma affrontare un avversario che conosco poco non è semplice. Ho avuto un po’ di difficoltà a capire cosa fare nel primo set, e mi sono un po’ irrigidito – ha spiegato dopo la partita – Lui aveva due colpi da fondo molto simili, il servizio a tratti è stato anche molto buono. È un giocatore abbastanza completo, però non ha un colpo con cui ti lascia fermo». Il primo set parte subito in salita per Sonego che perde il servizio al primo game, recupera lo svantaggio ma si avviluppa dentro una partita piena di incertezze, di ombre, di scelte sbagliate. Tanti errori di dritto, pochi vincenti di rovescio, un tennis difensivo, fatto di colpi arrotati, alti e con poco angolo. Non è certo la versione scintillante e affilata vista contro Reilly Opelka. Non aiutano nemmeno le condizioni di gioco. Lleyton Hewitt, capitano dell’Australia, le ha definite «le più lente che abbia mai visto. C’entrano soprattutto le palline, credo. Non so se qualcuno le abbia mai provate su questo particolare campo perché non mi era mai capitato di vederle come diventano qui dopo un solo game». Mejia vince al tiebreak di un primo set giocato sopra i suoi standard. Sonego sembra stapparsi all’inizio del secondo. Il break al primo game è un segnale. Per quanto ancora ondivago, il torinese riesce a imporre il peso della completezza tecnica e della tenuta atletica per allungare al terzo set. Il sospirone di sollievo di Filippo Volandri alla fine del parziale dice tutto. Sonego firma un altro break nel primo game del terzo al termine di uno scambio paradigmatico: Mejia alza un pallonetto su cui Sonego si salva con un contro-lob rocambolesco, poi vede la palla corta rimbalzare sul nastro. «A quel punto ho capito di avere la partita in mano» ha detto. […]
Sonego e Sinner un tandem vincente. L’Italia è ai quarti (Paolo Rossi, La Repubblica)
Ma quali discoteche: la notte del sabato sera è dolce al Pala Alpitour di Torino, dove si fondono tennis, musica, luci stroboscopiche, tifo, passione, divertimento. E felicità, perché l’Italia va forte che è una bellezza. Scoccano le 21.50 quando Lorenzo Sonego urla al cielo dopo la conquista del match point contro il 21enne colombiano Nicolas Mejia, sono le 23.31 quando Jannik Sinner chiude la sfida avendo la meglio su Daniel Elahi Galan: l’Italia si qualifica per i quarti di finale da giocare domani ancora a Torino, probabilmente contro la Croazia (lo sapremo solo oggi, ma alla nazionale di Cilic è sufficiente un solo punto contro l’Ungheria). Però è stata più dura di venerdì contro gli Usa: i colombiani hanno venduto cara la pelle. Nessuno aveva tenuto in considerazione la famosa sindrome del numero 2 di Davis. Per dire: Lorenzo Sonego probabilmente non sa nulla dello svedese Kulti o del francese Boetsch, protagonisti della finale 1996. Due dei tanti ‘braveheart’ della Coppa Davis, i carneadi che, giocando per la patria, per un giorno si sono sentiti Federer e Nadal. Più o meno quello che è accaduto a Mejia. «Eh, e a tutto questo aggiungete la lunga attesa. Tre ore al chiuso, senza un po’ d’aria fresca. Poi dover resettare le emozioni del giorno prima. E ancora il non conoscere le caratteristiche dell’avversario, che davvero non sapevo come prendere: messi insieme tutti questi fattori, credo possano spiegare il mio inizio faticoso» ha raccontato Sonego. Ieri è stato uno scambio show a regalargli il clic di adrenalina che mancava. «Il primo punto del 2° set: lì ho capito che il match era mio». Da quel momento le spigolosità si sono ammorbidite, il gioco del torinese è diventato fluido. E Sinner? L’altoatesino che aveva annientato John Isner si è trovato un altro lungagnone, Galan. Il colombiano ha resistito circa un’ora, e gli va anche dato merito, ma non si è numeri dieci del mondo – come Jannik – per caso. La corsa verso Madrid continua.
Ma la nuova Davis è tutta da rifare (Piero Guerrini, Tuttosport)
Come diceva il grande Gino Bartali, è tutto sbagliato, tutto da rifare. Se la Coppa Davis mordi e fuggi è la soluzione per lucidare l’insalatiera si può e si deve fare di meglio. Soprattutto per il pubblico. Ci pensi Gerard Piquè abituato al calcio che concede qualche minuto di recupero, nelle eliminazioni dirette i supplementari, ma tutto ha una sua scansione precisa E ci pensino i giocatori che hanno reclamato giustamente qualche appuntamento in meno nel calendario. I tempi cambiano e ci dicono che la nostalgia non può appartenere alla nostra attualità frenetica. Ma il format va rivisto. Perché il tennis ha un orario di inizio, ma una conclusione mai certa. Così, può capitare che Australia-Ungheria a Torino cominci alle 10 ma non finisca entro le 16 in cui è previsto l’inizio di Italia-Colombia. E a complicare tutto c’è la questione del deflusso e dell’ingresso del pubblico che ha pagato per due sessioni diverse. Comincia a mettersi di traverso rispetto ai programmi Zsombor Piros, mingherlino 22enne ungherese che è numero 282 al mondo, che pensa bene di rimontare John Millman e batterlo in tre set. Segue una maratona tra de Minaur e Fucsovics, vinta dall’australiano per l’1-1 del match dopo altri tre set, due chiusi al tie break, per poi arrivare al doppio decisivo, vinto dall’Australia dopo altri tre set. Durata totale del confronto oltre 6 ore. E l’Italia scende in campo alle 19, anziché alle 16 previste. In tutto questo il pubblico della seconda sessione si è messo in coda dalle 15, coda di dimensioni inaudite fuori dal Pala Alpitour, a sette gradi di temperatura nell’umida Torino novembrina. Detto che la Federtennis non c’entra nulla, mettere due match di tre incontri ciascuno in sequenza nello stesso impianto non ha davvero senso. A maggior ragione se gli spettatori devono cambiare e per di più occorre rispettare anche le regole Covid. Nell’attuale formato mordi e fuggi servirebbero dunque almeno due giorni in più per completare la fase finale. Ma ci sarebbe anche altro su cui riflettere. La Davis a fine stagione non ha raccolto tutti i migliori, com’era negli intenti. Alcuni campioni sono arrivati esausti, esauriti a fine novembre. Altri come Berrettini sono infortunati. Manca la partecipazione del pubblico. Chi giocava in casa poteva scegliere il terreno di gioco, l’impianto (ricordate Italia-Russia in febbraio all’aperto a Roma?) e il pubblico accorreva a tifare per la propria Nazione e non soltanto per i campioni. Ovunque spalti gremiti. Ora tutto questo accade soltanto, o soprattutto, per chi ospita i gironi. E se si passerà alla sede unica come nei giorni scorsi anticipavano i media britannici parlando di Abu Dhabi, probabilmente si perderà anche il tifo. Dunque la Davis mordi e fuggi va rivista, altrimenti si rischia di svilirla e portarla a estinzione. […]
Rassegna stampa
Arnaldi incanta, Sonego saluta (Giammò). Sinner, una muraglia col tifo di Sharapova (Strocchi)
La rassegna stampa di venerdì 29 settembre 2023
Arnaldi incanta, Sonego saluta (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)
Una vittoria e una sconfitta. E’ questo il bilancio degli italiani impegnati nella prima giornata dell’Open di Pechino (Atp 500). Dopo essere approdato in tabellone dalle qualificazioni, Matteo Arnaldi ha vinto il suo match di primo turno contro l’altro qualificato J.J. Wolf (6-2, 6-2). L’azzurro, che aveva iniziato la sua stagione da n. 134 del mondo e che grazie a questo successo è già virtualmente il nuovo n. 42 del ranking – il più alto in carriera -, ha confermato i progressi messi in mostra negli ultimi mesi dominando il match dall’inizio alla fine. Non solo: velocità, colpi spettacolari, un gioco sempre più robusto e un servizio affidabile (ben 14 punti consecutivi messi a segno sulla sua battuta) hanno finito col surclassare l’americano fino al 4-0 del secondo parziale su cui di fatto si è concluso il match. Ora lo attende uno tra Stefanos Tsitsipas e Nicolas Jarry. Eliminato invece Lorenzo Sonego dal francese Ugo Humbert (7-5, 3-6, 6-0). Un match equilibrato, quello condotto dal piemontese, fotografia di una stagione in cui ancora stenta a trovare la giusta continuità di risultati. Dopo aver sciupato una palla break che lo avrebbe portato a servire per il primo set, Sonego ha perso il servizio consegnando il parziale al suo rivale. Ricevuto un massaggio al collo e ritrovata un minimo di affidabilità alla battuta, Sonny nel secondo set è riuscito a riportare il match in parità salvo poi rifinire preda delle sue incertezze al servizio e di un Humbert impeccabile. Il primo turno si chiuderà con Lorenzo Musetti opposto al russo Karen Khachanov, n.14 del mondo. Musetti segue gli incontri sullo stesso campo in cui dall’alba avrà iniziato Jannik Sinner, al suo rientro in campo dopo gli US Open e al debutto in Cina, opposto al britannico n. 33 del ranking Daniel Evans.
Sinner, una muraglia col tifo di Sharapova (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Far fruttare al massimo la sua prima volta in Cina, per mettere intanto in cassaforte il biglietto per Torino, contando anche sul sostegno di una tifosa speciale come Maria Sharapova. Sono le aspettative di Jannik Sinner, al ritorno in campo dopo la campagna statunitense chiusa agli ottavi degli Us Open e la rinuncia alla Coppa Davis. All’alba italiana l’esordio nell’Atp 500 di Pechino con l’inglese Daniel Evans, nella giornata in cui Lorenzo Musetti sfida il russo Karen Khachanov e Carlos Alcaraz affronta il qualificato tedesco Yannick Hanfmann. «È un’esperienza nuova per me giocare qui e a Shanghai – dichiarato il 22enne di Sesto Pusteria -. La cultura in Cina è diversa, mi piacciono le persone, sono rispettose e cercano sempre di aiutare. Le Finals erano uno degli obiettivi a inizio stagione, sono in buona posizione anche se non sto guardando la classifica, ci sono altre priorità. Proveremo a sfruttare questo periodo per migliorare alcune cose in campo. Devo crescere anche fisicamente dove sento di avere tanto potenziale. È anche il motivo per cui ho giocato molti meno tornei rispetto al 2022, devo preparare il mio corpo per vincere i tornei più importanti». Proprio per tale atteggiamento la Volpe è il tennista preferito dalla russa ex n.1 del mondo, come confessato in una conversazione con il podcast di Rennae Stubbs: «L’ultimo coach della mia carriera, Riccardo Piatti, ha allenato Sinner per diversi anni, quindi ho potuto giocarci più volte. Faccio sempre il tifo per lui: mi piace l’approccio umile che ha verso questo sport». […]
Rassegna stampa
Djokovic e Sanz, che show sul green (Bertellino). Djokovic: “Sinner e Alcaraz il futuro” (Primavera)
La rassegna stampa di giovedì 28 settembre
Djokovic e Sanz, che show sul green (Roberto Bertellino, Tuttosport)
Non poteva iniziare in un modo migliore la Ryder Cup 2023, 44ª della storia e per la prima volta ospitata dall’Italia presso le splendide atmosfere del Marco Simone Golf e Country Club di Guidonia Montecelio (Roma) […]. I personaggi sono stati divisi in due formazioni, una capitanata dallo scozzese Colin Montgomerie e l’altra dall’americano Corey Pavin, a loro volta al comando del Team Europe e del Team USA alla Ryder Cup del 2010 […]. Nella squadra di Montgomerie, il “Team Monty”, sono scesi in gioco Novak Djokovic, il tennista numero 1 al mondo e il più vincente della storia a livello Slam, Gareth Bale, indimenticata stella del calcio e protagonista tra le altre di 5 vittorie in UEFA Champions League con i colori del Real Madrid, Leonardo Fioravanti, surfista azzurro già qualificato per le Olimpiadi di Parigi 2024 e schierato anche a Tokyo 2020, lo youtuber con milioni di follower sui social Garrett Hilbert e il numero 1 mondiale degli atleti paralimpici, l’inglese Kipp Popert. Del “Team Pavi” hanno fatto invece parte il pilota della Ferrari Carlos Sainz, arrivato a Roma direttamente dal lontano Giappone dove domenica è sceso in pista a Suzuka, l’ex milanista e già Pallone d’Oro nel 2004 Andriy Shevchenko, Victor Cruz, ex giocatore di football americano, l’attrice hollywoodiana Kathryn Newton, 26 anni e arrivata al golf quando ne aveva solo otto, e l’altro giocatore paralimpico, Tommaso Perrino, numero 6 del ranking e CT della Squadra Nazionale Paralimpica Maschile e Femminile della Federazione Italiana Golf.
Il primo colpo dal tee della buca 1, dopo due voluti e classici “tiri” a vuoto e un esordio con “racchetta”, lo ha scagliato Novak Djokovic che anche nell’occasione ha dimostrato la propensione alla vittoria: «È una grande occasione – ha detto il campione serbo – essere qui in questo fantastico contesto a fianco di tanti campioni di molti sport e dei “mostri” sacri della specialità […]. Dopo circa tre ore di agonismo e siparietti simpatici è stato proprio il Team Monty” ad imporsi per 7-4 e sollevare la Coppa, consegnata al capitano Montgomerie […]. Spettacolo di buon livello tecnico quello offerto dai protagonisti che hanno saputo ben interpretare il momento e lo spirito di questa particolare avventura sui green. La folla ha gradito, applaudito e fatto il tifo, proiettandosi già idealmente verso le prossime giornate di gara, da vivere per tutti gli appassionati, presenti e non, con il fiato sospeso.
Djokovic: “Sinner e Alcaraz il futuro” (Erika Primavera, Corriere dello Sport)
Un tuffo nell’erba alta per cercare una pallina scappata via, l’esultanza alla Cristiano Ronaldo al par della buca 16, la domanda al pubblico assiepato ad altezza tiro: «Ce l’avete l’assicurazione? Io no». Sul green come sottorete, giullare e istrione, campione e trionfatore ovunque e comunque […]. È il Novak Djokovic versione golfista, che all’inizio si porta la sua racchetta e prova a colpire così, tra gli applausi, prima di rinunciare e prendere il più appropriato legno dal tee. Un rovescio per uno swing, e via con la metamorfosi. “Che esperienza meravigliosa”, il commento entusiasta dopo oltre due ore di gioco. Ma se gli nomini Jannik Sinner, addio relax ed è già clima ATP Finals. “Ha la mentalità del campione, è sicuramente un avversario da battere”.
Il n.1 al mondo ha data il via allo spettacolo dell’All Star Match, il prologo della Ryder Cup che ha visto protagonisti due team composti da celebrità dello sport e dello showbiz: dalla supereroina degli Avengers, Kathryn Newton, a Gareth Bale e Andriy Shevchenko, fino al surfista azzimo Leonardo Fioravanti. Punteggio finale 7-4 perla squadra di Nole, che ha battuto il pilota della Ferrari, Carlos Sainz. Ad affiancarli, due stelle del golf paralimpico italiano e internazionale, Tommaso Penino e Kipp Popert […]. “Ovviamente mi sento più a mio agio con la racchetta, ma non penso di essere andato male. Ho tirato fuori dei bei colpi, sorprendenti anche per me”. Il feeling con il golf è innegahile, soprattutto perché è lo sport individuale che si avvicina di più al tennis e la Ryder Cup è come una Davis o una Laver Cup. Spero di avere di nuovo un invito per fare ancora parte di tutto questo” […].
Ma il futuro più prossimo sarà di nuovo qui in Italia per le ATP Finals di novembre. Suo il titolo da “maestro” conquistato lo scorso anno a Torino, dove potrebbe ritrovare Sinner. E per il numero uno azzurro piovono complimenti. “Jannik gioca molto bene. È uno dei tennisti più importanti in questo momento e con Alcaraz rappresenta il futuro. In più, è una persona molto buona, lavora tanto e ha la mentalità del campione: è giovane e ha una grande strada davanti a sé, sarà senz’altro uno degli avversari da battere”. Sul green come sottorete, Nole a perdere non ci sta. “Come andrà alle Finals? Le sensazioni sono buone”. Intanto un altro trofeo è finito in bacheca.
Flash
Sinner con Alcaraz, lo vuole il destino (Strocchi). Per Jannik c’è subito il n. 27 Evans (Ercoli)
La rassegna stampa di mercoledì 27 settembre 2023
Sinner con Alcaraz, lo vuole il destino (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Chissà se il mancato incrocio-bis nei quarti degli US Open si materializzerà nelle semifinali del China Open, Atp 500 che scatta domani dopo l’antipasto delle qualificazioni già in corso sul cemento di Pechino. Il sorteggio ha infatti collocato Jannik Sinner (intervenuto alla cerimonia) nella metà superiore del tabellone, presidiata appunto da Carlos Alcaraz, primo favorito del torneo sui campi teatro delle Olimpiadi 2008. Jannik ha anche fissato un allenamento con Carlos, magari per prendere le misure… Prima però il 22enne di Sesto Pusteria deve fare i conti con il britannico Daniel Evans, avversario d’esordio mai affrontato in carriera, con eventuale secondo turno contro il vincente tra la wild card locale Juncheng e il giapponese Nishioka. Poi, dovesse centrare i quarti, l’altoatesino n. 7 del ranking troverebbe chi emergerà dallo spot che vede i match Rune-Auger Aliassime e Dimitrov-McDonald. Insomma, non proprio una passeggiata di salute per il numero uno azzurro al rientro nel tour dopo New York e la rinuncia alla Davis. In rotta di collisione già al secondo turno con il 20enne fenomeno di El Palmar (abbinato a un qualificato) c’è Lorenzo Musetti, che tuttavia ha un debutto complicato can il russo Karen Khachanov, che è tornato a conquistare un titolo dopo quasi 5 anni superando 7-6 (2) 6-1 il giapponese Nishioka nella finale di Zhuhai. […] E’ nella parte bassa del tabellone Lorenzo Sonego, destinato a uscire dalla Top 50 perdendo i punti del titolo di Metz l’anno scorso: il torinese deve vedersela con il francese Ugo Humbert per regalarsi, in caso di successo, la sfida con Andrey Rublev o Cameron Norrie nel quarto presidiato da Daniil Medvedev, già qualificato per le Finals. […] Gli azzurri in tabellone possono diventare 4 se Matteo Arnaldi, dopo la rimonta ai danni del colombiano Galan, piegato 4-6 6-3 7-6 (12) salvando 3 match-point nel tie-break decisivo, supererà l’australiano Aleksandar Vukic nel turno di qualificazione. […] Intanto Elena Rybakina ha accompagnato il suo ritiro dal Wta 500 di Tokyo con un post polemico e sarcastico emoji di applausi: «Performance bye, grazie di aver cambiato le regole all’ultimo momento. Grande decisione come sempre, Wta». La kazaka contesta la regola rispolverata dal tour femminile che restringe l’ammissione direttamente al 2° turno delle teste di serie, dando priorità a chi arriva nelle fasi finali del torneo precedente, in questo caso Maria Sakkari e Caroline Garcia, vincitrice e semifinalista a Guadalajara, penalizzando proprio Rybakina, più avanti nel ranking.
Per Jannik c’è subito il n. 27 Evans (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
Risate, un goffo tentativo con la lingua cinese ed un po’ di genuino imbarazzo. Passata la tempesta post Davis, Jannik Sinner non sembra essere cambiato di una virgola. L’altoatesino ha preso parte alla cerimonia di sorteggio del tabellone dell’ATP 500 di Pechino, torneo che dopo tre anni di stop si appresta ad un ritorno in pompa magna. Dal 28 settembre al 4 ottobre saranno infatti ben otto i top ten impegnati nella capitale cinese. Assenti solo Taylor Fritz e Novak Djokovic, quest’ultimo salterà la tournée asiatica ed oggi sarà impegnato a Roma nell’All Star Match della Ryder Cup. Nessun evento di pari categoria ha potuto vantare un parterre simile nel corso della stagione; quello che è il preludio del Masters 1000 di Shanghai (4-15 ottobre) potrebbe regalare ancora più spettacolo della rassegna principale dello swing orientale. In un tabellone che vanta la presenza di Alcaraz, Medvedev, Rune, Tsitsipas, Rublev, Ruud e Zverev; il numero uno d’Italia ha scoperto in tempo reale il suo destino. Collocato nella parte alta come sesta testa di serie, Jannik esordirà contro Daniel Evans. Il match contro il britannico, per l’azzurro sarà il primo dall’eliminazione contro Zverev negli ottavi di finale degli US Open. Per caratteristiche il n. 27 del mondo dovrebbe soffrire il tennis di Sinner che in caso di vittoria avrà però un percorso in salita. Ai quarti di finale potrebbe arrivare la sfida contro Holger Rune, che esordirà nel big match contro Auger-Aliassime. Il confronto con Carlos Alcaraz sarebbe invece possibile in semifinale, con lo spagnolo che invece potrebbe essere avversario di Musetti già al secondo round. Il tennista di Carrara è pero atteso da un esordio ostico contro Karen Khachanov, avversario tutt’altro che ideale per mettere alle spalle le difficoltà degli ultimi mesi. La truppa azzurra vanta anche Lorenzo Sonego, che esordirà nella parte bassa contro Ugo Humbert. Nelle qualificazioni ha già debuttato con successo Matteo Arnaldi, capace di aggiudicarsi 2 ore e 54 minuti di maratona contro Daniel Galan per 4-6 6-3 7-6(12). Il ligure oggi affronterà l’australiano Aleksandar Vukic per un posto in main draw. […]