Al Challenger 80 di Forlì 3 (cemento indoor) bel successo organizzativo per il Circolo Villa Carpena che, grazie alla spinta propulsiva di Cosimo Napolitano, ha dato veramente il proprio meglio. Cominciando dal Direttore del torneo, il maestro Alberto Casadei, che ha curato personalmente ogni dettaglio, improvvisandosi anche raccattapalle per l’improvviso forfait di uno dei ragazzi. È mancata giusto la ciliegina sulla torta, cioè il primo successo Challenger in carriera per Andrea Arnaboldi, che ci era solo andato vicino nel 2018 perdendo la finale di Portorose.
Ieri il milanese, che tra due settimane festeggerà il trentaquattresimo compleanno, è stato sconfitto 6-4 6-3 dal ventitreenne Pavel Kotov al termine di un match dove è successo veramente di tutto. L’azzurro è partito molto nervoso, andando subito sotto 4-1 con ben due break da recuperare. A questo punto c’è però il colpo di scena con il russo che, zoppicando vistosamente sul ginocchio sinistro, si trascina verso la seggiola chiedendo il medical time-out. C’è aria di ritiro perché la cosa sembra seria, ma dopo un tempo infinito torna in campo, serve e commette subito due doppi falli, oltre a sbagliare un facile smash. È evidente che non riesca a colpire in estensione.
Ma in questi casi le cose non sono mai semplici, innescando dinamiche complesse e contradditorie. Abbiamo infiniti esempi di giocatori infortunati che, perso per perso, riprendono vigore e dei loro avversari in cui comincia ad insinuarsi il dubbio, ‘non perderò mica contro uno menomato?’ Una cosa del genere deve essere successa ad Arnaboldi, che recupera solo in parte lo svantaggio ed è costretto a lasciare il primo set, non prima di aver assistito ad un nuovo medical time-out sul 3-4. Ancora peggio gli va nel secondo parziale, in cui non riesce mai a prendere veramente ritmo e sul 2-2 subisce un break che sarà decisivo. Arnaboldi continuerà a non capacitarsi del fatto di non aver mai vinto un Challenger in carriera, e noi con lui perché ci sembra un sacrilegio che un giocatore così non ottenga risultati pari all’eleganza del suo gioco. Per Kotov nuovo best ranking al N.223 ATP, mentre l’azzurro guadagna 25 piazze fino al N.251.
Il sogno di Giovanni Fonio al Challenger di Antalya 4 (terra battuta) s’interrompe in semifinale ad opera del sorprendente ucraino Oleg Pridhodko (1-6 6-1 6-3) che già aveva fermato al primo turno Riccardo Bonadio, l’altro azzurro in tabellone. Il novarese era partito bene per poi farsi rimontare da un avversario in missione. Troppi i cinque servizi persi e troppo modeste le percentuali alla battuta (58% di punti con la prima). Per l’azzurro rimane comunque la soddisfazione per uno splendido torneo che lo proietta alla posizione N.407, di gran lunga il suo nuovo best ranking. Quanto al ventiquattrenne ucraino, la sua incredibile corsa iniziata con le qualificazioni e poi proseguita da lucky loser si arresta all’ultimo atto ad opera di Evgenii Tiurnev, che vince in rimonta 3-6 6-4 6-4. Per il russo, 24 anni anche lui, seconda vittoria in carriera dopo il precedente in marzo a San Pietroburgo, impreziosita dal nuovo best ranking al N.281 ATP. Prihodko migliora a sua volta di oltre cento posizioni il suo record a sale al N.546.
A Florianopolis (terra battuta), capitale dello stato di Santa Catarina, nonché città natale di Guga Kuerten, il ventiquattrenne mancino brasiliano Igor Ribeiro Marcondes (N.524 ATP) compie un’impresa che era follia anche solo immaginare. Partito dalle qualificazioni, sfrutta al meglio l’occasione della vita e, dopo una carriera nelle retrovie a sgomitare (senza nemmeno troppo successo) nella giungla dei Futures, batte nettamente il più quotato Hugo Dellien (6-2 6-4) e porta a casa una vittoria assolutamente contro ogni pronostico. Ottiene in un colpo solo la sua prima vittoria Challenger e guadagna oltre 200 posizioni in classifica, stabilendo al N.331 ATP il proprio nuovo best. Un po’ di delusione per il boliviano Dellien, che in questa seconda parte di stagione aveva già vinto a Lima e Montevideo e sicuramente non pensava che potesse sfuggirgli questo terzo trofeo.
Al Challenger 80 di Maia (terra battuta indoor), città 10 km a nord di Porto, il francese Geoffrey Blancaneaux (N.283 ATP e ottava testa di serie) vince in rimonta sul cinese di Taipei Chun-hsin Tseng (semifinalista a Barletta, battuto da Zeppieri) col punteggio di 3-6 6-3 6-2. Per il parigino è la prima vittoria Challenger dopo otto successi Futures tra il 2017 e il 2020. Come corollario porta a casa anche il suo nuovo record al N.235 ATP, uguagliato in questo dal ventenne di Taipei, che in classifica lo precede di tre posizioni.