Djokovic in campo senza vaccino (Mastroluca, Pierelli, Azzolini, Piccardi, Rossi)

Rassegna stampa

Djokovic in campo senza vaccino (Mastroluca, Pierelli, Azzolini, Piccardi, Rossi)

La rassegna stampa di mercoledì 5 gennaio 2022

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Green pass a Djokovic e il mondo si ribella (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Novak Djokovic giocherà l’Australian Open 2022. Il numero 1 del mondo non ha rivelato se si è vaccinato o meno contro il Covid-19, ma ha ottenuto un’esenzione medica per partecipare al primo Slam dell’anno. Ed è esplosa la polemica. «Se io fossi stato un giocatore non vaccinato e l’avessi chiesta, non credo me l’avrebbero concessa» ha detto Jamie Murray, ex n. 1 del mondo in doppio e fratello del più celebre Andy. L’approvazione della richiesta di esenzione passa attraverso due diversi gruppi di medici, il primo composto da specialisti in immunologia e trattamento delle malattie infettive, il secondo composto dai membri dell’Independent Medical Exemption Review Panel. Entrambi sono stati chiamati a valutare se le informazioni mediche fornite dai giocatori interessati consentissero la concessione dell’esenzione in base alle linee guida dell’Australian Technical Advisory Group on Immunisation (Atagi). Le indicazioni prevedono che possano entrare in Australia anche persone non vaccinate solo in casi specifici. Ad esempio, se hanno sofferto di gravi patologie con annesso ricovero in ospedale o subito una grossa operazione, se hanno contratto il Covid e per questo hanno rinviato il vaccino per un periodo fino a sei mesi, oppure in caso di reazioni allergiche gravi dovute ai vaccini qualora non fossero disponibili alternative. La notizia ha diviso gli appassionati. In tanti vorrebbero sapere quale di queste ragioni abbia convinto i medici. Difficile ipotizzare quale potrà essere la reazione dei tifosi a Melbourne, dove la comunità serba è molto numerosa ma i cittadini hanno vissuto il lockdown più lungo al mondo. «È una scelta irrispettosa verso di noi – ha scritto su Twitter un cittadino di Melbourne – ho appena fatto la terza dose dopo aver passato quasi tutto lo scorso anno lavorando e studiando a casa per me, la mia famiglia e la mia comunità. Aspettati un pubblico ostile». E un altro rincara la dose: «Non agitarci in faccia i tuoi privilegi». Anche in Italia, i commenti si concentrano sull’immagine di numero 1 del mondo che risulterebbe macchiata da questo comportamento. «Il numero 1 del mondo dovrebbe dare l’esempio – ha detto Nicola Pietrangeli – Così si manda un brutto messaggio. Se il numero 34 del mondo dice non vengo in Australia, non gioca. Se lo dice il numero 1 invece gioca. Così non va bene». Durissimo Mauro Berruto, ex ct della nazionale di volley. «Questa notizia è uno scandalo clamoroso, un precedente dalla pericolosità inaudita e merita soltanto il disgusto di tutti gli sportivi che credono nel rispetto delle regole». […]

Djokovic gioca! (Matteo Pierelli, La Gazzetta dello Sport)

In tutta questa vicenda, se c’è una cosa positiva è che almeno la telenovela è finita. L’annuncio social di Novak Djokovic, sorridente e di fianco a un jet che lo sta portando in Australia, mette fine a una serie di voci, illazioni, smentite che ormai erano diventate stucchevoli. Alla fine ha vinto ancora il campione serbo: da lunedì 17 potrà andare a caccia del decimo titolo a Melbourne e del 21° Slam della carriera, che lo manderebbe un gradino sopra a Roger Federer, assente per infortunio, e Rafa Nadal, che è già al caldo australiano a cercare di ritrovare la miglior forma. I motivi per cui Djokovic ha avuto il via libera per andare nel Down Under li ha chiariti egli stesso, sempre su Instagram. «Buon anno a tutti! Vi auguro salute, amore e felicità in ogni momento. Possiate provare amore e rispetto per tutti gli esseri che vivono su questo splendido pianeta. Ho passato un periodo fantastico con i miei cari, ma oggi partirò per l’Australia in virtù di un’esenzione». Boom. Qui è successo il finimondo, a tutti è sorta la domanda sul perché il campione serbo, che non ha mai nascosto le proprie posizioni No Vax, abbia avuto il via libera dallo Stato di Victoria, le cui politiche anti Covid sono particolarmente stringenti. E che dire di Tennis Australia, che fino a poche ore prima del semaforo verde aveva fatto la voce grossa, facendo intendere quanto fosse difficile avere deroghe? Nole aveva davanti a sé solo due strade: obbligo di vaccinazione o possibilità di esenzione in casi particolari. Ha scelto la seconda opzione, l’unica per lui percorribile viste le sue convinzioni “sanitarie”. Le ragioni per cui ricevere l’esenzione sono soltanto quattro: una condizione medica acuta che abbia portato a un ricovero o a un intervento chirurgico importante; una recente positività al tampone che porterebbe a uno slittamento del vaccino di sei mesi; un effetto collaterale grave derivato dalla somministrazione della prima dose; condizioni legate alla salute “mentale” che potrebbero rendere il vaccino un rischio. Nessuno al momento sa quale sia la ragione che abbia portato a questa decisione del governo australiano. Gli organizzatori del primo Slam della stagione hanno diffuso un comunicato stampa per cercare di fare luce sulla situazione: «L’esenzione – dice la nota – è stata assegnata dopo un rigoroso processo di revisione che ha interessato due differenti gruppi di medici. C’è stato un severo percorso di verifica che ha coinvolto due gruppi separati di medici indipendenti, chiamati a valutare se le richieste di esenzione fossero compatibili con le linee guida dell’Australian Technical Advisory Group on Immunisation (Atagi). Le richieste sono state inizialmente filtrate da un gruppo di specialisti in immunologia e malattie infettive. Quelle che rispettavano le linee guida Atagi sono state poi analizzate da un secondo gruppo di medici nominati dal Governo. Tennis Australia ha stabilito infatti che i giocatori possano prendere parte all’Australian Open solo se vaccinati o in possesso di esenzione. Sul resto, le informazioni personali sono state oscurate per garantire la privacy di tutti». Lo scudo – legittimo – della privacy contribuisce a non fare dipanare le nubi su una vicenda di portata mondiale, che meriterebbe ben altra trasparenza. E che ha fatto sorridere amaramente molti, quando ieri si è avuta la notizia che, dopo il francese Pierre-Hugues Herbert, anche Tennys Sandgren (due quarti di finale a Melbourne) ha dovuto rinunciare per via dell’obbligo vaccinale. L’americano non ha presentato domanda di esenzione medica in quanto non in possesso di uno dei quattro requisiti per chiedere l’esenzione. E questo non ha fatto altro che aumentare la confusione e le critiche di tanti cittadini Aussie. Stando così le cose, non è da escludere dunque che l’accoglienza che riceverà Djokovic nello Slam in cui si è sentito più amato (e vincente), non sarà la stessa del passato.

Djokovic, il virus del denaro (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Non sono tutti uguali, i tennisti. Non davanti alla pandemia e agli obblighi che ne derivano. Su tutti quello di non essere di nocumento a chicchessia. C’è chi è più uguale degli altri, non si capisce se per meriti acquisiti, per i trofei vinti in carriera o semplicemente sulla base della classifica mondiale. Ora anche in campo medico. Il numero uno del tennis, Novak Djokovic ha annunciato ieri, intorno a mezzogiorno, di essere in partenza per l’Australia. Con qualche nota stridente, nel contesto di un comunicato (via instagram) nel quale si percepisce la volontà di non accendere polemica alcuna, Nole fa presente che sarà a Melbourne per giocare il suo Slam preferito, grazie a una esenzione medica. Potrà inseguire il sogno del ventunesimo Slam, e finirà per far trascorrere notti agitate a tutto il torneo. «Buon anno a tutti! Vi auguro salute, amore e felicità in ogni momento. Possiate provare amore e rispetto per tutti gli esseri che vivono su questo splendido pianeta», scrive, come sempre ecumenico, da bravo “Prescelto” come lo chiama mammà. «Ho passato un periodo fantastico coni miei cari, ma oggi partirò per l’Australia in virtù di un’esenzione medica. Let’s go 2022!» Questa “esenzione medica” viene concessa dallo Stato del Victoria, solo in pochissimi casi: una condizione medica acuta, con ricovero e intervento chirurgico, una recente positività al tampone, un effetto collaterale importante dovuto alla prima somministrazione vaccinale, o condizioni legate alla salute mentale. Casistica nella quale non sembra rientrare Djokovic. Il mistero permane. Così come misteriosi appaiono i motivi per i quali il governo del Victoria abbia alla fine optato per questa esenzione. Da fonti governative, giunte tramite comunicato degli organizzatori del torneo, emergono due aspetti. Il benestare è stato concesso solo dopo “un rigoroso processo di verifica da parte di due diversi comitati medici”. Il secondo punto, firmato dal Ministero degli Interni del governo australiano, è che “nel rispetto della privacy, l’Ufficio non è tenuto a commentare i singoli casi“. Giusto a ribadire che ulteriori spiegazioni ufficiali sulla vicenda non sono previste. A meno che, intorno alla decisione presa da un governo distintosi per il più lungo lockdown a livello mondiale, non esploda un’insurrezione da parte della cittadinanza. Non auspicabile, forse, ma non impossibile. Certo è che da oggi a Nole sembra si possa applicare lo status di un Marchese del Grillo a uso tennistico… Perché io so’ io e voi non siete un… […] Nole ha insistito sul suo punto di vista e ha finito per vincere la sua sfida personale, ma dovrebbe interrogarsi se ne sia valsa la pena. A nessun altro tennista sarebbe stato concesso ciò che lui ha avuto in regalo. E a nessun altro australiano sarà mai data un’esenzione per gli stessi motivi. Anzi, c’è da chiedersi se qualcuno del pubblico non avrà di che dire, dalla tribuna, durante i suoi match. La sensazione diffusa è che la vicenda finirà per riverberarsi su tutta la stagione del tennis. […]

Il no vax Djokovic in campo in Australia. Proteste e polemiche (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)

«Buon anno! Auguro salute, amore e rispetto a tutti gli esseri che popolano questo meraviglioso pianeta. Io sto partendo per l’Australia con un’esenzione medica. Fatti avanti 2022!». Con il tono sbagliato (non è la prima volta), nel momento meno indicato (i contagi da variante Omicron dilagano) e diretto verso un Paese poco incline all’ironia (down under escono da 262 giorni di lockdown), il numero uno del mondo del tennis Novak Djokovic annuncia la partecipazione all’Australian Open, primo Slam dell’anno al via a Melbourne il 17 gennaio. Ed è subito polemica. Convinto no vax e lui stesso positivo alla prima ondata di coronavirus nel giugno 2020 dopo aver organizzato uno scellerato torneo itinerante che aveva acceso un focolaio di Covid dei Balcani, Djoker espone il petto al plotone d’esecuzione popolare ammettendo — in sostanza — di aver ottenuto un trattamento di favore rispetto a tutti i tennisti e agli spettatori a cui il torneo, in base al protocollo predisposto dal governo dello Stato di Victoria, richiederà il vaccino obbligatorio. Craig Tiley, presidente della Federtennis australiana sotto accusa, conferma che Djokovic non è la sola esenzione concessa e che tutte le richieste sono state attentamente vagliate da due commissioni mediche indipendenti in base a quattro fattispecie previste: l’atleta ha una storia di reazioni allergiche alle profilassi vaccinali approvate, l’atleta ha sofferto di gravi effetti collaterali dopo la prima dose di vaccino, l’atleta soffre di una condizione medica acuta, l’atleta ha sofferto negli ultimi sei mesi di una malattia cardiaca infiammatoria. Il francese Jeremy Chardy, ad esempio, nel 2021 ha interrotto improvvisamente l’attività agonistica dopo essere stato male in seguito alla prima dose. Ultimo scenario: aver avuto il Covid negli ultimi sei mesi, arco di tempo nel quale Djokovic ha regolarmente partecipato a tornei. In quale delle casistiche rientri Djokovic per meritare l’esenzione che indigna mezzo mondo (difficile pensare alla condizione medica acuta e alla malattia cardiaca infiammatoria) non lo sapremo mai, a meno che non sia lo stesso fuoriclasse a rivelarlo. Scenario dell’irrealtà, visto che il serbo sull’argomento vaccini invoca da sempre il diritto alla privacy, senza rendersi conto che — nel suo ruolo e nella sua posizione — qualche delucidazione in più sarebbe opportuna.

Esente ingiustificato (Paolo Rossi, La Repubblica)

Il body language di Novak Djokovic, alla partenza dalla Spagna direzione Melbourne, vale più di mille parole: ha il sorriso, la soddisfazione consapevole di chi ha vinto la sua sfida, in nome dei propri principi. «Ciao a tutti, vado in Australia: ho ottenuto un permesso di esenzione» dice nella foto che accompagna sui social la sua partenza. Significa che non dovrà mostrare il green pass ai doganieri, come diremmo noi in Italia, e conferma la sua condizione di non vaccinato, fin qui mai confermata del tutto. E significa, soprattutto, che giocherà gli Australian Open. La notizia ha diviso in due i fronti: «Un precedente dalla pericolosità inaudita, merita solo il disgusto di tutti gli sportivi che credono nel rispetto delle regole» tuona Marco Berruto, ex ct del volley. Non è certo l’unico: «Evidentemente Nole è cagionevole di salute. Non lo avrei mai pensato…» ironizza Paolo Bertolucci. Tra i ricordi del passato, a maggio 2020 disse di essere contrario al vaccino, a giugno 2020 organizzò l’Adria Tour senza restrizioni: ne uscirono positivi Dimitrov, Coric, Troicki e lo stesso Nole con famiglia. Ad aprile 2021 si augurò che il vaccino non fosse obbligatorio. Sul tema, humour, insulti e richieste, come quella unanime di conoscere ora le motivazioni della sua esenzione. «Spetta all’atleta decidere se voler condividere queste informazioni» anticipa a tutti Craig Tiley, ceo degli Australian Open che snocciola di nuovo le regole di ingresso: «Ogni atleta che arriva in Australia deve essere vaccinato e mostrarne la prova, o aver presentato domanda per esenzione medica». Quindi: quale sarà la motivazione? Per ora si sa soltanto che la domanda di esenzione è stata esaminata da un gruppo composto da immunologi, infettivologi e medici generici, tutti indipendenti. Poi è passata al vaglio dell’Atagi (la consulta australiana sui vaccini), infine a un altro gruppo di esperti medici nominato dal governo. Il tutto anonimamente, senza cioè conoscere l’identità del richiedente. Gli Australian Open però parlano di esenzione medica, e sempre sui social l’opinione pubblica si è scatenata. Jamie Murray, fratello di Andy ed ex n. 1 al mondo di doppio, ha commentato: «A me l’esenzione da non vaccinato non l’avrebbero mai data».

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