ATP Cup: Berrettini dà tutto, ma non basta. Medvedev pareggia

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ATP Cup: Berrettini dà tutto, ma non basta. Medvedev pareggia

Prova di grande cuore per Matteo Berrettini che strappa un set a Daniil Medvedev e lo impegna fino alla fine.

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Daniil Medvedev - ATP Cup 2020 Sydney (foto Twitter @ATPCup)
 

ITALIA – RUSSIA 1-1

D. Medvedev b. M. Berrettini 6-2 6-7(5) 6-4

Sono state due ore e 37 minuti di bel tennis, con picchi di grande qualità, quelli che hanno visto in campo il n. 2 del mondo Daniil Medvedev e il n. 7 Matteo Berrettini. Il tennista romano ha giocato sicuramente la sua migliore partita della manifestazione, evitando di farsi travolgere dall’inizio molto autorevole del russo che nel primo set lo ha quasi dominato, complice un servizio che non l’ha assistito come al solito.

È stata soprattutto la dipendenza dalla prima di servizio e l’incapacità di convertire in maniera accettabile la seconda che ha condannato Berrettini ad essere sempre all’inseguimento dell’avversario, capace di mettere sin da subito la partita sul piano da lui preferito scambi da fondocampo, riuscendo spesso e volentieri a impedire a Matteo di crearsi lo spazio sul diritto sulla sinistra del campo per giocare le sue accelerazioni.

Berrettini peraltro ha giocato una ottima partita di rovescio, tenendo il la diagonale di palleggio con buona regolarità e soprattutto adoperando splendidamente il suo rovescio tagliato, che gli ha spesso permesso di rimanere nello scambio senza fare eccessiva fatica.

Il primo parziale è stato quasi un calvario per Berrettini: Medvedev ha trovato sin da subito la chiave per disinnescare il servizio di Matteo, soprattutto la seconda e doveva passare quasi mezz’ora perché l’italiano potesse tenere un turno di battuta in maniera tranquilla (2-4), non senza aver dovuto salvare due palle dello 0-4 qualche minuto prima. Medvedev dal canto suo si era levato da una situazione di 15-40 sul 3-1 con una notevole volée di rovescio e un servizio vincente: sarebbero state quelle le uniche palle break concesse dal russo in tutto il match.

Nonostante i 50 minuti di gioco, il primo set si chiudeva al sesto set point con un 6-2 che sapeva di sentenza. Ma Berrettini non è giocatore da mollare la presa: il suo tennis è fatto di margini molto sottili e le partite possono girare su pochi scambi. Nel secondo set la prima di servizio ha ripreso a funzionare, mentre quella di Medvedev non aveva mai smesso: tre punti ceduti dal russo nei suoi turni di battuta, sei da Berrettini (cinque dei quali sulla seconda con la quale è rimasto a un preoccupante 29% di conversione) e si è giunti al tie-break. Un passante di diritto in corsa ha dato a Berrettini il primo mini-break per il 5-3, prima di uno scambio da 31 colpi concluso con un passante di diritto in rete che avrebbe potuto dare tre set point. Si è arrivati comunque 6-4, con la prima palla set che però moriva in rete nel tentativo di stop volley su un Medvedev come al solito in tribuna sulla risposta. Ma nel punto dopo Matteo è riuscito a trovare con una certa continuità il suo diritto, ha giocato uno scambio come piace a lui ed ha chiuso con un passante lungolinea per portare il match al terzo set.

Medvedev ha deciso di andare in bagno durante la pausa tra i set, sforando allegramente il limite regolamentare di cinque minuti (tre per la pausa fisiologica e due per la pausa tra i set) senza subire alcuna conseguenza. Il match si è deciso mentre l’orologio segnava l’inizio della terza ora di gioco, sull’1-1: tre errori di diritto di Berrettini hanno concesso il break decisivo, difeso magnificamente da Medvedev fino alla fine.

Al doppio, quindi, l’ardua sentenza su chi proseguirà il proprio cammino nella ATP Cup oppure chi dovrà rimandare al prossimo anno.

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