Australian Open, Tomic positivo al Covid come aveva previsto

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Australian Open, Tomic positivo al Covid come aveva previsto

Il tennista di casa è risultato positivo 48 ore dopo il match di qualificazioni in cui aveva preannunciato il suo contagio. Le parole a The Age sul difficile rapporto col padre

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Bernard Tomic - Chengdu 2018 (foto via Facebook, @ChengduOpenTennis)
Bernard Tomic - Chengdu 2018 (foto via Facebook, @ChengduOpenTennis)
 

Sono certo di essere positivo al Covid, te lo dico. Ti offro una cena se sono positivo entro tre giorni”. Parola di Bernard Tomic. Una predizione mistica? No, semplicemente un atto di ribellione nei confronti delle disposizioni dell’Australian Open in fatto di test, giudicate insufficienti da Tomic. Un annuncio fatto due giorni fa dal ventinovenne al giudice di sedia durante un cambio di campo del suo match nel primo turno di qualificazioni contro Roman Safiullin (incontro poi perso 6-1 6-4). 48 ore dopo, la conferma che i presentimenti dell’ex N.17 al mondo erano giusti: Tomic è positivo al Covid.

Il nuovo protocollo dell’Australian Open prevede infatti un test al momento dell’arrivo a Melbourne, isolamento cautelativo nell’attesa del risultato, e libertà di circolare in caso di risultato negativo; infine un altro tampone dopo sei giorni. Ma Tomic nel colloquio con il giudice di sedia aveva lamentato: “Non posso credere che nessuno venga testato. Stanno permettendo ai giocatori di entrare in campo con test rapidi effettuati nelle rispettive stanze, nessun test PCR ufficiale [l’equivalente del nostro tampone molecolare, ndr]”. Un’altra vicenda che getta più ombre che luci sull’organizzazione del torneo, dopo le note vicende legate al caso Djokovic.

Gli organizzatori dovranno adesso testare tutti i giocatori e componenti dello staff che sono venuti a contatto con Tomic a Melbourne Park, compreso il suo avversario russo delle qualificazioni. Bernard ora è in isolamento e si sente abbastanza male, come dichiarato ai quotidiani “Herald” e “The Age“: “Mi sento peggio mentalmente che fisicamente perché ero davvero motivato tornare e mostrare al pubblico australiano che posso essere il giocatore di tennis che si aspettano che io sia. Sono deluso che questo virus mi abbia impedito di farlo. A causa della malattia, per quanto ci abbia provato, non ho avuto l’energia per combattere. Farò tutto il necessario per tornare al top. Apprezzo davvero il sostegno di tutti”.

IL RAPPORTO CON IL PADRE

La positività dell’attuale N.257 ATP arriva dopo un’altra intervista concessa al quotidiano australiano “The Age” in cui Tomic ha parlato del proprio rapporto col padre. “Ho ancora paura di lui”, ha dichiarato il classe 1992. “Non vorrei crescere i miei figli nel modo in cui sono stato cresciuto io”. Una relazione con il padre, John, che appare controversa ai suoi stessi occhi: “È un brav’uomo con un cuore buono e ci ha messo un sacco di tempo e di sforzo nel rendermi quello che sono. Mi lanciava addosso le palline, le racchette e altro ma mi ha reso quello che sono. Era disciplina al 100%”.

Un legame di sangue e sport che ha permesso a Tomic di diventare ai tempi uno dei tennisti teenager più talentuosi del panorama mondiale, grazie ad allenamenti che lo portavano a stare anche dieci ore al giorno sul campo da tennis. Ma una relazione che ha anche creato dei demoni nel Bernard uomo, ombre che lui stesso sta provando a scacciare.

Articolo a cura di Tommaso Mangiapane

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