In corso l'appello di Djokovic contro l'annullamento del visto

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In corso l’appello di Djokovic contro l’annullamento del visto

Djokovic non sarà espulso fino alla fine del ricorso. Nessuna detenzione fino a domani alle 8 (le 22 italiane). Domenica l’udienza davanti alla Corte Federale. Sarà scortato da due ufficiali

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Novak Djokovic - Bercy 2021 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

[ARTICOLO IN AGGIORNAMENTO]

Dopo giorni di dubbi e rinvii, il caso Djokovic ha subìto una brusca accelerata in seguito alla seconda cancellazione del suo visto, questa volta operata attraverso i poteri personali del Ministro dell’Immigrazione Alex Hawke. E di brusca accelerata si tratta, perché la Federal Circuit and Family Court, presieduta dal giudice Anthony Kelly (che lunedì aveva accolto il ricorso del N.1 ATP), ha deciso di ascoltare le due parti alle 20:45 locali (le 10:45 italiane).

Il dibattimento può essere seguito a questo link: Federal Circuit and Family Court of Australia – YouTube (sembrano esserci alcuni problemi con lo streaming, anche perché al momento l’appello sta venendo seguito da oltre 45.000 persone)

Kelly ha proposto, come previsto dalla stampa locale, che il caso venga trasferito dalla Federal Circuit and Family Court alla Federal Court, aggiungendo che il giocatore è stato “invitato” ad un interrogatorio in programma domani. Nick Wood, legale di Djokovic, si è però detto contrario a questa decisione perché rallenterebbe il processo di delibera, cosa che in questo momento metterebbe a rischio la possibilità che il N.1 ATP possa giocare lunedì o martedì il suo primo turno contro Miomir Kecmanovic.

Kelly ha inoltre proposto un’ingiunzione che permetta a Djokovic di rimanere presso la sua abitazione fino alle 16 locali di sabato 15 gennaio (le 6 di mattina in Italia). Wood ha infatti affermato che i funzionari governativi con cui è stato in contatto vorrebbero riportare Djokovic in detenzione.

Wood ha inoltre affermato che le tempistiche del Ministro dell’Immigrazione Alex Hawke sono il motivo per il quale il team legale del tennista serbo si è dovuto muovere tanto in fretta, e si è detto contrariato per le voci trapelate sulla stampa secondo le quali sarebbero stati gli avvocati di Djokovic a rallentare il processo inviando una grande mole di documentazione. Ha infine detto che le ragioni di questa seconda cancellazione del visto sono totalmente diverse da quelle della prima, e ha criticato le parole di Hawke secondo le quali permettere a Djokovic di rimanere in Australia stimolerebbe sentimenti anti-vaccino.

Stephen Lloyd, legale che rappresenta Hawke, ha detto che il ministro non cercherà di espellere Djokovic dal Paese prima della finale dell’iter legale. Ha poi aggiunto che Djokovic è atteso preso gli uffici dell’immigrazione per le 8 di domattina (le 22 italiane), e che il giocatore potrà avere accesso al suo team legale anche durante un’eventuale detenzione. Lloyd propone che Djokovic possa vedere i suoi legali domani, il 15 gennaio, alla condizione che dei funzionari dell’Australian Border Force siano presenti al medesimo piano dove si svolgerebbe l’incontro. Al termine dell’incontro Djokovic verrebbe riportato in detenzione.

Kelly ha affermato che è importante definire il significato di “fully vaccinated”, cosa che lunedì non era stata fatta perché la vertenza aveva riguardato esclusivamente gli errori procedurali avvenuti al confine. Kelly ha quindi riconosciuto che l’obbligo vaccinale fosse e sia necessario per l’ingresso in Australia al netto di eventuali esenzioni. “Se è stata concessa un’esenzione, e se [Djokovic] aveva una Australian Travel Declaration che era stata approvata […] questa parte della questione rimane irrisolta“.

Kelly ha infine chiarito la proposta di Lloyd: Djokovic rimarrebbe “in detenzione” presso i suoi avvocati fino a mezzogiorno del 15 gennaio (le 5 di mattina italiane) mentre preparano i documenti. A quel punto verrebbe spostato presso un centro detentivo e tornerebbe allo studio legale per l’eventuale dibattimento di domenica.

Dopo una pausa, Kelly ha ripreso attorno alle 12:40 italiane. Ha richiesto la presentazione degli affidavit degli avvocati di Djokovic il prima possibile; ha inoltre chiesto che non vengano fatti tentativi di espellere il giocatore prima della fine dei dibattimenti. Djokovic verrà interrogato alle 8:00 della mattinata di Melbourne, per poi essere spostato presso l’ufficio dei suoi legali fino alle 14:00 (le 4 di mattina italiane); verrà riportato da due funzionari presso i suoi legali alle 9 di mattina australiane di domenica 16 gennaio per il dibattimento. Potrà seguire il processo in video. Il caso verrà spostato dalla Federal Circuit and Family Court alla Federal Court.

Nick Wood, avvocato di Djokovic, ha sollevato dubbi sull’interrogatorio di domani per i rischi che potrebbero crearsi in termini di sicurezza e per l’influenza che la massiccia presenza dei media potrebbe avere. Ha quindi suggerito di organizzare la detenzione di Djokovic presso un luogo che rimarrebbe ignoto al pubblico. La questione ha generato del conflitto fra le parti, perché Kelly ha suggerito che i contendenti dovrebbero trovare un accordo su dove organizzare la detenzione, ma al momento non esiste concordanza su questo punto. Ha quindi nuovamente lasciato l’aula per permettere agli avvocati di mettersi d’accordo. “Non potete chiedermi di fare da mediatore in questa faccenda“, sono state le sue parole.

La corte si è riunita alle 13:11, una volta raggiunto un accordo, aggiornandosi poco dopo. Kelly ha detto che pubblicherà le ragioni dietro agli ordini promulgati stasera nella mattinata australiana di sabato 15 gennaio (nella notte italiana, insomma).

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