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“Chi l’ha visto?” Hyeon Chung e il sogno proibito

Con l’Australian Open ormai alle porte dedichiamo questa puntata di “chi l'ha visto?” a Hyeon Chung, protagonista nel 2018 di una delle cavalcate più sorprendenti nella storia del torneo

Last updated: 16/01/2022 10:02
By Marco Lorenzoni Published 15/01/2022
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23 Min Read
Hyeon Chung - US Open 2019 (foto via Twitter, @ATP_Tour)

Si riscrive la storia 

L’Australian Open del 2018 è il torneo della consacrazione per Chung. I risultati più importanti a livello ATP erano arrivati sulla terra battuta ma è sui campi in cemento di Melbourne Park che il talento di Suwon gioca il miglior tennis di sempre. Al secondo turno demolisce il coetaneo Daniil Medvedev che dopo un buon primo set perso al tie-break si scioglie davanti alla solidità del coreano che pare, rispetto alla stagione precedente, aver migliorato il servizio e il dritto. È una vittoria che, rivalutata oggi, colpisce molto dal momento che un anno e mezzo dopo quella tremenda sconfitta il russo avrebbe raggiunto la sua prima finale allo US Open. Al terzo turno Chung affronta la testa di serie numero quattro Zverev che l’anno precedente, vincendo Roma e Montreal, si era affermato come il giocatore più forte della nuova generazione. I due si conoscono molto bene dal momento che il coreano si è aggiudicato il loro unico precedente, nel 2017, a Barcellona. La partita in partenza non è affatto chiusa, si sa che il giovane di Amburgo è forte due set su tre quando riesce a “nascondere” meglio le sue lacune ma più la partita si allunga più il suo gioco perde in efficacia. Quando il tedesco si aggiudica il terzo parziale 6-2 andando in vantaggio due set a uno Chung sembra spalle al muro. Il coreano però non cede di un millimetro, accetta il braccio di ferro da fondo campo e Zverev non riesce più a sfondare. Il servizio diventa leggibile, il rovescio è poco penetrante e il dritto troppo passivo.  Gli ultimi due parziali sono un autentico assolo di Chung che vince il quinto addirittura 6-0. La vittoria di Hyeon fa rumore. Ha appena sconfitto il numero quattro del mondo mostrando non solo una condizione fisica straripante ma anche una solidità che ricorda molto da vicino quella del suo successivo avversario, Novak Djokovic. Il serbo è lontano dai tempi migliori, è appena tornato dopo sei mesi di pausa per recuperare da un serio problema al gomito e per ricaricare le energie a livello mentale dopo anni estenuanti. Il gioco del coreano però sembra troppo simile al suo per dargli davvero fastidio ma Nole sta convivendo ancora con i problemi al gomito. I ruoli si capovolgono, è Chung che detta legge da fondo campo e aggredisce il serbo non appena ne ha l’occasione. La partita è equilibrata ma Novak nei momenti decisivi commette troppi errori gratuiti, soprattutto con il dritto. Chung vince la partita in tre set diventando il primo giocatore dai tempi di Federer nel 2007 a sconfiggere Djokovic in soli tre set in Australia. “Il dolore non era tale da ritirarmi ma sicuramente ha influenzato il mio servizio” dichiara Djokovic dopo la sconfitta “Hyeon ha giocato da top 10, quanta strada farà nella sua carriera dipenderà da lui però” aggiunge Nole.  Per quanto la vittoria con Zverev da un certo punto di vista fosse ancora più significativa di quella sul serbo è la vittoria contro l’ex numero uno del mondo a dare a Chung visibilità mondiale.

Sezioni
Si riscrive la storia Il calvario continuaCarriera a rischio?

Ai quarti di finale lo aspetta l’altra sorpresa del torneo, Tennys Sandgren. Chung non fallisce la cosiddetta prova del nove contro l’americano e si guadagna in semifinale la sfida contro Roger Federer. Nonostante la differenza d’esperienza a questi livelli Hyeon non parte battuto dal momento che con la sua solidità potrebbe mettere in seria difficoltà Roger che, soprattutto in questo momento della carriera, non ama scambiare troppo da fondo campo.  Sin dall’inizio si vede che purtroppo il coreano non riesce a giocare al meglio delle sue possibilità e dopo un set e mezzo di sofferenza si deve ritirare a causa di fastidiose vesciche al piede.

Hyeon Chung – Australian Open 2018 (@RDO foto)

Il calvario continua

La stagione continua molto positivamente per Hyeon che a Indian Wells e Miami raggiunge i quarti di finale perdendo rispettivamente da Federer in California e dal futuro campione del torneo Isner in Florida. I tornei sulla terra battuta sono deludenti per Hyeon che deve rinunciare al Roland Garros a causa di un infortunio alla caviglia destra che lo ha tormentato per tutto il periodo sul mattone tritato. L’infortunio si rivela più fastidioso del previsto e lo costringe a una piccola operazione che non gli permette di giocare nemmeno a Wimbledon. Come l’anno precedente torna ad Atlanta ma la forma d’inizio anno è molto lontana. Ciò nonostante finisce l’anno al numero 25 del mondo. Nonostante sia dotato di una stazza importante le sue articolazioni sembrano piuttosto fragili.

Il giovane coreano si presenta in Australia a inizio 2019 ma il suo livello è molto lontano dall’anno precedente. Al secondo turno a Melbourne le variazioni di Pierre Hugues Herbert lo fanno capitolare in quattro set perdendo così in un solo torneo più di 600 punti. Purtroppo per Chung i problemi fisici non ne vogliono sapere di dargli tregua e così, a febbraio, deve prendersi una pausa dal circuito per problemi alla schiena. Torna in tempo per lo US Open dove, dopo aver superato le qualificazioni, si spinge fino al terzo turno dove si arrende in tre set a Nadal. “Onestamente sono solo felice di aver avuto la possibilità di giocare senza dolore in un torneo così importante” ammette il coreano dopo la sconfitta dopo quasi due anni costellati di problemi fisici. L’incubo però non è finito dal momento che deve rinunciare a inizio 2020 all’Australian Open a causa di una tendinite alla mano destra.  La sospensione del tour per la pandemia non lo aiuta e quando torna a giocare deve ripartire dai challenger. La schiena che lo aveva tormentato nel 2019 fa ancora male, i risultati sono pessimi e dopo la sconfitta al secondo turno delle qualificazioni del Roland Garros decide di chiudere anzitempo il suo 2020. Ad oggi la sconfitta a Parigi è l’ultima volta che è sceso in campo.

Carriera a rischio?

 A inizio 2021 è andato sotto i ferri per provare a risolvere una volta per tutte i problemi alla schiena ma l’operazione non sembra aver dato i risultati sperati dal momento che non riesce nemmeno ad allenarsi. L’idea è che gli sta succedendo esattamente quello che è capitato a Jared Donaldson, dopo l’operazione anche Chung non ha ottenuto i risultati sperati e sicuramente il fatto che dopo un lungo anno non ci siano stati alcuni progressi fa pensare al peggio. Intanto non solo è finito nel dimenticatoio ma la maggior parte degli appassionati non ricorda che il giovane coreano conduce negli scontri diretti con Zverev, Medvedev e Rublev coloro che a oggi occupano rispettivamente la seconda, la terza e la quinta posizione nel ranking. Per quanto è vero che tutti e tre sono migliorati negli ultimi quattro anni è anche vero che Chung, senza alcun infortunio, sarebbe potuto tranquillamente arrivare a ridosso dei primi dieci. Il suo gioco mancava di un colpo particolarmente incisivo ma la sua solidità da fondo campo costituiva una base molto importante. Non è dato sapere la gravità del suo problema alla schiena ma ad oggi un suo ritorno ad alti livelli pare improbabile.

 
 
 
 
 
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