Sinner al terzo turno (Crivelli, Mastroluca, Azzolini)

Rassegna stampa

Sinner al terzo turno (Crivelli, Mastroluca, Azzolini)

La rassegna stampa di venerdì 21 gennaio 2022

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Sinner, corridoio verso i quarti (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

La notte è di Jannik. Se la promozione alla sessione serale doveva rappresentare un’investitura tra i protagonisti più attesi dello Slam degli antipodi per il giovane cavaliere azzurro, la prova è stata superata con l’autorevolezza dei grandi. Sinner domina lo yankee Johnson in meno di due ore e prosegue l’imperiosa marcia del 2021, con 5 vittorie in altrettanti match e nessun set concesso. Certo, arriveranno test più probanti, ma la solidità mentale e i progressi tecnici, soprattutto al servizio, sono da ammirare. E dopo una litania di sorteggi respingenti negli Slam, l’Australia sembra finalmente offrirgli l’autostrada della gloria: al terzo turno gli tocca il giapponese Daniel e poi negli ottavi il vincente tra De Minaur e Andujar, prima dell’eventuale incrocio con Tsitsipas nei magnifici otto. Largo ai sogni, che si allargano fino al potenziamento da lui stesso annunciato nel team con il famoso e fin qui ben celato supercoach: il cuore di Jannik sembrerebbe pulsare per Moya, attuale mentore di Nadal, ma nell’attesa si prospettano altre soluzioni di livello. Che tra i due team, quello di coach Piatti e quello di Rafa, i rapporti corrano sul filo della stima e dell’enorme rispetto, è dimostrato dalla scelta che il campione di 20 Slam fece un anno fa proprio in Australia, quando per le stringenti regole Covid ciascun giocatore poteva indicarne solo un altro per allenarsi insieme e Nadal prese con sé la stellina emergente della Val Pusteria. Restano poi le parole di Jannik prima degli Internazionali 2020, quando riuscì finalmente ad allenarsi con lo spagnolo: «Il mio idolo era Federer, ma adesso che ho palleggiato con Rafa e ho visto come si prepara, sono rimasto impressionato dalla sua concentrazione e dal suo perfezionismo». Insomma, la corrispondenza di amorosi sensi va avanti da tempo, ma resta un dettaglio non trascurabile: Moya si staccherà dal sodalizio solo nel momento in cui Nadal smetterà di giocare. E intanto? Lo scopriremo solo vivendo, mentre il presente racconta di un Jannik che contro Johnson ottiene l’82% di punti con la prima, concede appena una palla break e giganteggia con 30 vincenti: «In questo momento mi sto godendo il mio gioco, sono soddisfatto». Ma il corridoio verso la profondità della seconda settimana non lo scalda comunque: «Se Daniel è arrivato al terzo turno significa che se lo è meritato giocando bene. Non si va avanti in uno Slam per caso. A questo livello tutte le partite sono difficili, perciò sono favorito, è vero, ma solo sulla carta. Bisogna tener conto di tanti fattori, non sappiamo se farà caldo o ci sarà vento. Uno come Andy Murray lo devi battere. Lui ci è riuscito, io no. Sfrutterò la giornata di riposo per prepararmi al meglio e farmi trovare pronto». Non c’è dubbio, però, che il Sinner di questo inizio di stagione abbia conservato l’abbrivio delle sublimi, ultime uscite del 2021: «Io ci metto poco a ricaricare le batterie al termine di una stagione, sarà perché sono ancora giovane… Mi bastano pochi giorni a casa mia, in mezzo alle mie montagne. Mi ritrovo rapidamente lì, andando a sciare un paio di giorni. Mi aspetta comunque tanto lavoro per arrivare dove voglio io».

Sinner è diventato grande: «Io sono bravo» (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Se un giocatore appare incontrastabile per gli avversari, pur facendo quel che gli risulta normale e replicabile, allora siamo davanti a un top player. È la sensazione che ha dato, e non per la prima volta, Jannik Sinner. Nell’amarcord contro Steve Johnson, l’altoatesino ha imposto una superiorità ineluttabile di fronte al baffuto statunitense. Il 6-2 6-4 6-3 finale rispecchia una partita senza storia, che l’azzurro ha chiuso con undici ace, l’82% di punti conquistati con la prima di servizio, una sola palla break concessa e salvata, 30 vincenti contro quindici errori. Dopo il terzo successo in altrettanti confronti diretti, Sinner ha mostrato rispetto verso l’avversario. «Quando batte, ha una prima precisa e difficile da leggere, era importante rispondere bene: ci sono riuscito e sono contento — ha detto —. L’ho fatto muovere, sono stato bravo a mescolare le carte in campo e sfruttare le occasioni». Per un posto negli ottavi, Sinner sfiderà Taro Daniel, giapponese che ha domato con un triplice 6-4 Andy Murray. Numero 120 del mondo, al massimo numero 64 nel 2018 quando ha vinto il suo unico titolo ATP a Istanbul, Daniel non aveva mai passato due turni in uno Slam prima d’ora. Di giapponese ha i tratti somatici e l’eredità genetica della madre, ex giocatrice di basket, ma è più che altro statunitense. È nato infatti a New York e vive in Florida, a Bradenton, dove si allena nell’accademia dello storico coach Nick Bollettieri. Daniel, ha sintetizzato Murray dopo la sconfitta, «è un giocatore molto solido, si muove bene e commette pochi errori. Non ti regala niente». Un avversario da non sottovalutare, dunque. Rischio che peraltro un giocatore come Sinner ancora imbattuto nel 2021 che ha perso un solo set nelle ultime otto partite giocate, non corre. […]

E’ un giovane jedi (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Arduo da vedere il Lato Oscuro è, e se lo dice Yoda, il maestro di Star Wars, potete esserne certi. Non si vede dove possa annidarsi, né sotto quali mentite spoglie nascondersi o quali trappole possa aver escogitato la lugubre ombra del male, lungo il percorso che l’apprendista padawan Jannik Sinner sta affrontando in questi Open, nei quali lui è bravissimo, ma gli altri sembrano estratti a sorte da uno dei challenger giocati sul lungo mare di Melbourne. Jedi Semola è solido, una roccia. E incuriosisce e muove a compiacimento vedere un ragazzo di appena vent’anni cosi sul pezzo, così pervaso di buon senso e devoto all’ideale dell’apprendimento che non ha mai fine, lontano dalle furie sterili di altri della sua età, come Denis Shapovalov, o dall’equilibrio instabile di un Auger Aliassime, tanto più dalle crisi adolescenziali dell’amico Musetti. Proprio così, un giovane jedi che cresce felice di scoprire, giorno per giorno, i propri poteri. Dopo Sousa e Johnson, debellati con la regola del 3 (set), Semola non avrà il piacere di incontrare Andy Murray, che lo ha battuto a Stoccolma 2021, indoor. Troppo stanco, dopo le buone prove di Sydney e i 5 set con Basilashvili, e per questo (altro non potrebbe essere) infilato da Taro Daniel, giapponese, altro prodotto del tennis da challenger, esperto però di battaglie contro gli italiani, quasi tutte vinte. Anzi, tutte, almeno le ultime. Nelle qualificazioni dello Slam ha tiranneggiato su Arnaboldi, Moroni e Caruso. Musetti invece lo ha battuto ad Adelaide, primo turno del 250. «Non ci ho mai giocato, ma se ha battuto Murray vuol dire che ci sa fare», dice Sinner «Non sapevo di questa sua consuetudine con gli italiani, ma so invece che ogni turno di uno Slam riserva problemi e sorprese. Sono favorito sulla carta, lo accetto, ma dovrò dare il meglio. Lui con Murray ha giocato e vinto, io quando è capitato ho giocato e perso. O sbaglio?». […]

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